Violenza di genere, nuovo protocollo che integra le realtà rosa in Valdelsa
Sono 87 le donne dell'Alta Valdelsa vittime di violenza di genere prese in carico nel 2021 dalla rete di protezione presente e attiva sul territorio e sono 44 i minori coinvolti. Il dato è stato illustrato ieri, 23 giugno, nell’ambito della presentazione del nuovo protocollo operativo per la protezione e la messa in sicurezza delle donne vittime di violenza di genere. Protocollo che presenta tante novità come l’ingresso dell’Ordine dei Dottori Commercialisti, l’integrazione del Codice Rosa, del 118 e della Casa Rifugio. Ed ancora, l’arrivo della stanza delle 72 ore a Campostaggia, del SEUS (Servizio Emergenza Urgenza Sociale), lo sportello informativo su questioni economiche.
Il protocollo, promosso dal Centro Pari Opportunità Valdelsa, coinvolge diciannove organizzazioni pubbliche e del privato sociale: Comuni, servizi socio sanitari, Forze dell’Ordine, Autorità giudiziarie, ordini professionali, Donne Insieme Valdelsa e Atelier Vantaggio Donna.
“Ulteriore sviluppo di un percorso che inizia da lontano, con la costituzione del Centro Pari Opportunità – ha detto il sindaco David Bussagli nei saluti iniziali – Un impegno che nel tempo ha consentito a questo territorio di rafforzare la propria capacità di farsi carico della violenza di genere con azioni utili a prevenire, conoscere, sensibilizzare, proteggere, accompagnare le donne fuori dalla violenza”.
“Un percorso complesso e anche faticoso che ci ha visto, ci vede e ci vedrà condividere analisi, conoscenze, diverse competenze – ha detto Susanna Salvadori, presidente del Centro Pari Opportunità – La rete di protezione operativa in Valdelsa è un unicum e pone il nostro territorio all’avanguardia proprio per il complesso di azioni coordinate messe in campo e per la manutenzione del sistema rete. Azioni di formazione, di sensibilizzazione, di protezione. Buone pratiche e un agire insieme di cui siamo orgogliosi e che ci sollecita ulteriormente ad implementare questo lavoro per essere sempre più efficaci nella risposta da mettere in campo”.
È stata Angela Gerardi, coordinatrice del CPO, ad entrare nel merito del nuovo protocollo operativo revisionato e integrato rispetto al precedente firmato nel 2013.
“Un protocollo che rafforza la rete e che quindi rafforza la nostra capacità di protezione rispetto ad un problema sociale complesso e prima di tutto culturale. Un percorso che deve continuare e in cui essere rete al fianco delle donne che hanno il coraggio di chiedere aiuto per uscire dalla violenza”, ha detto Gerardi.
Fra le novità evidenziate l’ingresso di nuovi attori nel protocollo, ovvero l’Ordine dei Dottori Commercialisti, e l’introduzione e l’affinamento di strumenti e procedure anche per corrispondere all’evoluzione normativa. Il protocollo integra il Codice Rosa, il 118, la Casa Rifugio, la stanza delle 72 ore a Campostaggia, il SEUS, il protocollo con Prefettura e Procura firmato nel 2019, introduce nuovi strumenti e chiavi di lettura come lo sportello informativo su questioni economiche. Angela Gerardi si è quindi soffermata sui dati per la prima volta raccolti e analizzati dall’Osservatorio.
Delle 87 donne vittime di violenza il 42% ha fra i 30 e 39 anni, il 77% fra 30 e 60 anni. Per il 55% si tratta di donne italiane, in larga parte (88%) sono residenti a Poggibonsi e Colle (comuni più popolosi). Il 50% delle donne vivono con il maltrattante. Il 37% delle donne non hanno reddito o autonomia economica (un dato sottostimato perché c’è un “non riferito” e perché nella categoria delle donne occupate sono ricompresi anche lavori precari e altro). Ed ancora, il 52% delle donne riferisce violenze fisiche e psicologiche, il 16% riferisce unicamente violenza psicologiche mentre il 17% riferisce stalking. Nel 44% dei casi la violenza dura da meno di un anno mentre nel 17% dei casi si tratta di un unico episodio.
Questi due dati indicano una reazione e una capacità di ricercare aiuto prima che il ciclo della violenza vada a cronicizzarsi nel lungo periodo fermo restando che c’è un 23% di donne che hanno atteso un tempo che va da 1 anno a 4 anni prima di cercare aiuto. L’88% degli autori della violenza sono coniugi, conviventi, famigliari, ex coniugi o partner non più conviventi.
L’Osservatorio è lo strumento della rete Altavaldelsa per fotografare il fenomeno per quanto emerge e la capacità della rete di portarlo in superficie. “Abbiamo rilevato – dice Gerardi - che Carabinieri e Polizia non solo sono uno luogo dove emerge la richiesta di aiuto ma sono anche un soggetto che attiva la rete, che invia al Centro Antiviolenza, luogo che ha un esperienza più che decennale nel sostenere le donne in un percorso d’uscita. L’Osservatorio serve per monitorare la capacità della rete di proteggere e mettere in sicurezza in modo multiprofessionale e integrato, per definire i piani annuali di sviluppo in termini di obiettivi e azioni da realizzare. Quella del 2021 è la prima rilevazione, con le prossime potremo iniziare a fare delle comparazione”.
Fonte: Comune di Poggibonsi - Ufficio stampa