Ritorna la tradizionale processione del Corpus Domini con il Cardinale Ernest Simoni
Pomeriggio di grandi emozioni alla parrocchia di San Donato a Livizzano e Santa Maria a Pulica, dove centinaia di fedeli e pellegrini giunti da tutta la Toscana hanno accolto il cardinale Ernest Simoni, accompagnato dal parroco Don Cristian Meriggi, nella solennità del Corpus Domini.
Il Porporato ha presieduto la solenne Santa Messa nel parco parrocchiale, al termine della quale si è svolta la tradizionale processione del Corpus Domini nelle vie della frazione, dopo due anni di sospensione per via della pandemia.
In vari punti nel tragitto della processione eucaristica sono stati preparati tappeti di fiori, infiorate con richiami eucaristici ed evangelici, nel giorno per eccellenza dedicato al Corpo e Sangue di Gesù.
Il cardinale Simoni, non sottraendosi alle fatiche dell'età, sotto il sole e le torride temperature di questi giorni di fine primavera, ha percorso tutta la processione, che ha avuto inizio dalla parrocchia di San Donato a Livizzano e si è conclusa presso la parrocchia di Santa Maria a Pulica; don Meriggi, giungendo la processione al “Tempietto del Gregorio”, per non affaticare il quasi novantaquattrenne cardinale, dopo avergli proposto di lasciare la processione per far rientro a Firenze, tra lo stupore dei tanti fedeli presenti, si è sentito rispondere con fermezza e determinazione: “Assolutamente! Io rimango alla processione con il popolo, accompagnando il Signore Gesù nelle strade ”.
Durante il tragitto erano stati preparati alcuni “altarini”, presso i quali ha sostato il Santissimo e dove il cardinale ha impartito la benedizione eucaristica.
Erano presenti a garantire la viabilità e lo svolgimento in sicurezza della processione di operatori della Polizia Municipale, dell'Unione dei Comuni dell'Empolese Valdelsa ed il volontari dell'Associazione Nazionale Carabinieri sezione Montespertoli.
Il parroco, al termine della processione, ha salutato con affetto il Porporato albanese tra i vari e scroscianti applausi dei presenti.
Don Ernest è conosciuto in tutto il mondo per i suoi quasi 30 anni di ingiusta prigionia subita durante gli anni bui del regime ateo comunista d'Albania; in carcere ai lavori forzati nelle miniere e nelle fogne rischiando ogni giorno la vita riusciva clandestinamente a celebrare la santa messa a memoria in latino con dei chicchi d'uva che di nascosto venivano forniti al religioso dalla moglie di un intellettuale musulmano anch’esso in prigione e con delle particole che riusciva a cuocere su dei fornelli di fortuna con un po di farina ed acqua, tutto questo nello scorso secolo, 30 anni fa fino al 1991, quando il religioso fu definitivamente scarcerato.
Commovente vedere oggi il presule albanese alla sua veneranda età nelle strade di Montespertoli con il suo incedere sicuro, nelle strade della parrocchia di San Donato che sempre ha visitato con tanto piacere, portare con infinito amore e dedizione il Santissimo Sacramento a vessillo, senza mai abbandonare con gli occhi quella “Reale Presenza” del Signore che anche durante la prigionia dove tutto mancava in primis la libertà, gli affetti le sostanze, non l'ha mai abbandonato.
Unico sacerdote di quella martoriata “Chiesa del Silenzio” perseguitata in Albania, che riusciva a nutrirsi di nascosto del “cibo spirituale” del Santissimo Sacramento, che ora a riscatto di tutti gli anni di sofferenza durante la persecuzione in odio alla Fede subita nel “Paese delle aquile”, rivestito ora della porpora cardinalizia da Papa Francesco che lo ha definito “Martire Vivente”, porta nelle strade dei nostri martoriati giorni.
Fonte: Ufficio Stampa