Reduce russo in divisa alla commemorazione della strage nazista: via gonfaloni e fasce tricolori
Ha suscitato molte polemiche l’invito da parte di Anpi di Gavinana alla commemorazione della strage nazista di Pian dell'Albero, nel comune di Figline-Incisa, di un reduce russo all'eccidio, invito che l’associazione dei partigiani ha replicato come ogni anno. Questa volta, però, alla luce della situazione generata dalla guerra tra Russia e Ucraina, la presenza del colonello Damir Kursmador non è stata molto gradita: alla cerimonia gli amministratori locali hanno ritirato i gonfaloni e tolto le fasce tricolori, proprio quando il reduce russo si è presentato in divisa - come sempre, ribadisce Anpi - e con una corona di garofani avvolti da un nastro della Federazione russa, nonché seguito da alcuni operatori video.
I rappresentanti delle istituzioni – di Regione Toscana e dei Comuni di Firenze, Bagno a Ripoli, Sesto Fiorentino, Figline-Incisa e Rignano sull'Arno – per evitare strumentalizzazioni hanno appunto rimosso i gonfaloni, mentre assessori e sindaci non solo si sono tolti le fasce tricolori ma non sono neppure intervenuti o tenuto discorsi.
"Preoccupante la ricostruzione che oggi viene riportata dalla stampa su quanto avvenuto ieri. La politica dovrebbe avere a cuore la diplomazia e la pace, non farsi spaventare dalla propaganda di guerra" hanno commentato Dmitrij Palagi e Antonella Bundu, consiglieri fiorentini di Sinistra Progetto Comune.
In guerra la prima vittima è la verità: sono parole note e spesso abusate, da chi legge complotti a ogni angolo del globo. La necessità di condannare la Federazione Russa per l'invasione Ucraina e la devastazione di interi territori, con morti e atrocità, non è in discussione.
Però non siamo in guerra con quell'esercito, nonostante l'invio di armi e l'aumento delle spese militari, previsto secondo le richieste dei vertici militari e politici degli Stati Uniti. E ci aveva fatto piacere sapere che anche per il Partito Democratico il problema non è con "il popolo russo", ma con i governi di Putin. Governi con cui le forze di governo hanno fatto affari per decenni, mentre le dissidenze finivano in carcere e subivano repressione violenta.
Abbiamo compagne e compagni che pagano da anni il nazionalismo di un governo che tanto è piaciuto a Berlusconi e Renzi, anche in termini di relazioni commerciali.
Troviamo assurdo che ieri ci sia qualcuno della Giunta che avrebbe accusato il "popolo russo" di insanguinare l'Ucraina, facendo venire meno ogni distinzione e scegliendo di ammainare i simboli del Comune perché era presente un addetto militare a ricordare il sacrificio dell'Armata Rossa e dei partigiani sovietici in Italia.
Vuol dire accettare la propaganda di guerra e rinunciare al ruolo della politica. Se ieri si è verificata una situazione simile rispetto agli anni scorsi, davvero creare una notizia e un caso politico era la reazione migliore? Negare la storia e alimentare sentimenti di russofobia è la strada migliore per la pace? Crediamo di no e per questo domani porteremo il tema in aula con una domanda di attualità.