La Toscana è la Regione d’onore 2022 per gli italoamericani del Niaf
Si parlerà molto negli Stati Uniti, quest’anno, di Toscana. E dagli Usa si partirà pure per venire a visitare la Toscana. Lo si farà grazie alla National Italia America Foundation, che ha conferito alla Toscana il titolo di Regione d’onore 2022. Ogni anno la fondazione nata nel 1975 con sede a Washington, oltre diecimila soci ma che rappresenta più di 20 milioni di cittadini italoamericani che vivono negli Stati Uniti, sceglie infatti una regione d’Italia da celebrare e promuovere. E quest’anno, per l’appunto, è stata scelta la Toscana.
Così nel corso del 2022 ci saranno incontri a tema, scambi, viaggi ma anche visite ad imprese d’eccellenza, per stimolare o consolidare rapporti economici di qua e di là dall’Atlantico. Ci saranno studenti universitari italoamericani che in viaggi-studio di due settimane conosceranno la Toscana e saranno coinvolti in attività di volontariato nelle comunità locali dove risiederanno. Ci saranno pacchetti viaggio organizzati per promuovere luoghi della Toscana, ma anche iniziative negli Stati Uniti. Attività tutte promosse dalla fondazione, che conta tra i suoi membri personalità come il virologo Anthony Fauci, la presidente della Camera dei rappresentanti degli Stati Uniti Nancy Pelosi o l’oncologo Antonio Giordano.
La Toscana, con uno scorcio dall’Arno di Ponte Vecchio a Firenze, campeggia sulla copertina dell’ultimo numero, fresco di stampa, della rivista della fondazione: la testata si chiama “Ambassador” (ambasciatore ndr), non a caso, perché gli italiani e i toscani nel mondo possono essere davvero ambasciatori di bellezze e relazioni industriali. E membri del Niaf, una delegazione di diciassette persone arrivata giovedì e che ripartirà domenica, sono stati ricevuti oggi dal presidente della Toscana Eugenio Giani e dall’assessore all’economia e al turismo Leonardo Marras a Palazzo Strozzi Sacrati, sede a Firenze in piazza del Duomo della presidenza della giunta regionale toscana. Un abbraccio grande quanto un oceano, vero e non stavolta solo da remoto. Un ritorno alle radici e alle origini per italiani e toscani all’estero di seconda, terza, quarta o quinta generazione, a volte magari con un italiano non più troppo allenato ma con tanta voglia di riassaporare con lo sguardo, il palato e tutti i sensi la terra di nonni e bisnonni.
Nella delegazione c’è chi ha studiato a Firenze e c’è chi ha radici lucchesi. La prima sera in tanti sono letteralmente impazziti di fronte ad un piatto di coccoli, stracchino ed affettati al ristorante e a qualcuno è scesa pure qualche lacrima, durante la cena, gustando piatti che gli ricordavano la cucina della mamma toscana. Sabato saranno a Volterra, per poi cenare in un locale del progetto “Vetrina Toscana”.
“Rappresentate tanti italiani e toscani che si sono affermati e che hanno un ruolo importante nella società americana – ha sottolineato il presidente Giani -. Ma tanti sono stati anche i toscani che hanno contribuito alla scoperta e alla crescita degli Stati Uniti: dagli esploratori Americo Vespucci e Giovanni da Verrazzano a Filippo Mazzei, amico e collaboratore di Thomas Jefferson, fino al fiorentino Antonio Meucci, inventore di fatto del telefono anche se il brevetto lo depositò Bell”.
“Vogliamo rafforzare le nostre relazioni – ribadisce il presidente del Niaf, Robert Carlucci – e vogliamo diventare un partner importante nelle relazioni tra Toscana e Stati Uniti”. Una relazione forte, che il Covid-19 ha negli ultimi due anni un po’ raffreddato. “Nel 2019, prima della pandemia – ricorda l’assessore Marras – i turisti stranieri facevano registrare solo a Firenze tredici milioni di presenze: le restrizioni sui voli per arginare i contagi ne hanno cancellate due terzi, di cui la metà erano americani che però adesso, anche per il lavoro di promozione svolto, stanno ricominciando a tornare. In Toscana ci sono inoltre tantissime università americane e scambi commerciali e relazioni tra aziende. La collaborazione con il Niaf arriva nel momento giusto”. “Il turismo delle radici ha grandi potenzialità” annota John Calvelli, vice presidente della fondazione. “Il nostro orgoglio di essere italiani ha forti legami con la Toscana” confessa Robert Allegrini, direttore del Niaf, con radici lucchesi. Disponibilità dunque a lavorare insieme su più progetti: turistici, di relazioni economiche ma anche culturali.
L’incontro si è concluso con uno scambio di doni e l’invito, da parte della fondazione, a Giani a partecipare al Galà annuale del Niaf che si svolgerà a Washington ad ottobre.
Sono 197 mila i toscani nel mondo (secondo il rapporto Migrantes 2021) iscritti alla speciale anagrafe dei residenti all’estero, pari al 5,4 per cento della popolazione di tutta la regione. Gli italiani nel loro complesso superano i 5 milioni e 562 mila persone (il 9,5 per cento di tutti i residenti). Dodici anni fa i toscani nel mondo erano 77 mila in meno, dunque sono abbondantemente cresciuti. La maggior parte vive in Europa (95 mila) e in centro e sud America (oltre 67 mila): Brasile e Argentina, seguite dal Regno Unito, sono le tre nazioni sul podio. Ma forte, anche se ridotta in numeri assoluta rispetto ad altre regioni, è la presenza di toscani nel mondo anche in America del Nord (quasi 16 mila): ancora di più considerando gli oriundi, ovvero i figli, i nipoti e pronipoti di corregionali a suo tempo emigrati e che oggi non sono più iscritti all’Aire. Nel 2010 erano poco più di ottomila i toscani all’estero negli Stati Uniti iscritti all’Anagrafe dei residenti all’estero: all’inizio del 2021 (fonte ancora Migrantes) avevano superato i 13 mila.
Sono tutti fili di una toscanità diffusa nel mondo che la Regione Toscana ha deciso e si impegnata a riannodare alla fine degli anni Settanta del Novecento, quando non c'erano voli low cost, ma neppure internet e i social media, e attraversare l'oceano (o più oceani), non era uno scherzo, almeno per il portafoglio, e neppure rimanere in contatto era semplice. Da lì le borse di studio Mario Olla, che ancora esistono, per i giovani toscani che vivono all’estero, la nascita di una rete di tante associazioni e la Consulta dei toscani nel mondo, fili di una stessa trama che proprio il sindaco della montagna pistoiese Olla iniziò in quegli anni a tessere.
Fonte: Regione Toscana - Ufficio Stampa