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Stanza multisensoriale al centro Don Gnocchi di Firenze: riabilitazione d'avanguardia

È stata inaugurata oggi, presso l’IRCCS Don Gnocchi a Firenze, la nuova stanza multisensoriale per la riabilitazione dei pazienti in età evolutiva, realizzata dalla Fondazione Tommasino Bacciotti con il contributo di Fondazione CR Firenze.

Questa nuova stanza multisensoriale sarà utilizzata principalmente per la riabilitazione di bambini affetti da patologie oncologiche o colpiti da gravi disabilità. Si andrà così ad ampliare l’offerta di servizi riabilitativi di avanguardia del Centro di Firenze che, insieme all’IRCCS don Gnocchi di Milano, rappresenta un’eccellenza nell’ambito della ricerca traslazionale che ha l’obiettivo di tradurre in pratica clinica studi e sperimentazioni scientifiche.

L’inaugurazione della nuova sala multisensoriale si è svolta a margine del convegno scientifico “La riabilitazione in Fondazione Don Gnocchi: alta complessità, ricerca e innovazione”, alla presenza, tra gli altri, del presidente della Regione Toscana Eugenio Giani.

“Fondazione Don Gnocchi è una realtà che negli anni è divenuta leader nel campo della ricerca scientifica nel settore della medicina riabilitativa e della terapia occupazionale per soggetti con diverse abilità. Neppure la pandemia ha ridotto le attività di ricerca, la produzione scientifica e le sperimentazioni cliniche in corso – spiega Eugenio Guglielmelli direttore scientifico Fondazione Don Gnocchi, a chiusura del Convegno. Solo nell’ultimo anno infatti, sono stati avviati oltre 30 nuovi progetti, in particolare 26 studi clinici nell’ambito dei quali sono stati reclutati 329 pazienti. Sono stati inoltre pubblicati 304 articoli che hanno generato 1.344 punti di Impact Factor normalizzato, oltre il 10% in crescita rispetto al 2020”.

In ambito clinico, ogni anno l’IRCCS Don Gnocchi di Firenze assiste oltre 100 bambini affetti da grave cerebrolesione acquisita per i quali il percorso riabilitativo deve tener conto della presenza concomitante di disturbi sensoriali, disturbi del comportamento, difficoltà di percezione corporea e disorientamento. Inoltre, i pazienti con grave cerebrolesione mostrano ridotte capacità di far fronte a stimoli stressanti e spesso non risultano in grado di beneficiare di un trattamento somministrato in uno spazio aperto e condiviso dove vengono esposti a un sovraccarico sensoriale. È nata dunque da questa esigenza l’dea della realizzazione della stanza multisensoriale, che, inserendosi in un percorso riabilitativo personalizzato, si propone di offrire ai pazienti più piccoli gli ultimi ritrovati della ricerca e dell’innovazione tecnologica.

“La stanza multisensoriale inaugurata oggi – ha commentato Francesco Converti, Direttore Generale della Fondazione Don Gnocchi - è l’ulteriore testimonianza di una partnership, quella tra Fondazione Bacciotti e Fondazione Don Gnocchi, consolidata in circa un decennio di progetti condivisi, sognati, voluti e realizzati in profonda comunione di intenti e vedute, primo fra tutti proprio il reparto di riabilitazione pediatrica dell’IRCCS di Firenze”.

LA STANZA MULTISENSORIALE: CARATTERISTICHE, STRUMENTAZIONE E OBIETTIVI RIABILITATIVI

La stanza multisensoriale è uno spazio di circa 10 metri quadrati, dove il terapeuta riceve i piccoli pazienti dai 3 mesi in su in uno spazio raccolto e accogliente, per sedute individuali di circa 45 minuti. Si tratta di un ambiente concepito per far rilassare il più possibile il bambino e stimolarne i sensi con soluzioni multimodali, controllate e personalizzate tramite l’utilizzo di oggetti sensorizzati, sistemi di proiezione, fasci di luci e amplificatori. L’ambiente creato da questa stanza multisensoriale è uno spazio immersivo, insonorizzato, dotato di strumenti tecnologici capaci di riprodurre stimoli connessi ai sensi, e in particolare:
- stimoli visivi tramite schermi luminosi, colonne di bolle luminose e fasci di fibre ottiche, per favorire la consapevolezza della luce, l’inseguimento dello stimolo e la percezione del colore;
- stimoli uditivi attraverso un sistema audio diffuso, casse subwoofer nascoste sotto superfici di appoggio, per favorire l’orientamento allo stimolo sonoro, lo stato di quiete, la percezione di vibrazioni;
- stimoli tattili e propriocettivi per stimolare la capacità di percepire e riconoscere la posizione del proprio corpo nello spazio e lo stato di contrazione dei propri muscoli, senza il supporto della vista. A questo scopo sono presenti pouf imbottiti, superfici sensoriali, amache, pedane vibranti per stimolare la percezione tattile, l’equilibrio e la percezione del corpo nello spazio.

Sulla base del profilo del paziente il terapeuta attiva, tramite il suo tablet connesso ai dispositivi presenti nella stanza (nascosti e integrati il più possibile nell’ambiente interno), gli stimoli che ritiene più adeguati al percorso di riabilitazione definito.

L’utilizzo della sala, nel contesto di tale percorso riabilitativo, è pensato prevalentemente per i bambini con grave disabilità fisica e psichica, come ad esempio condizioni di minima coscienza in fase post-coma, disturbi sensoriali gravi (ipovisione, ipoacusia), disturbi della coscienza, paralisi cerebrali infantili con disturbi percettivi associati, disturbi del comportamento, disturbi della regolazione, disturbi dello spettro autistico.

Gli obiettivi del percorso di riabilitazione integrato dall’uso di questa sala multisensoriale sono:
- la promozione dell’arricchimento sensoriale nel paziente con grave disabilità attraverso esperienze immersive che stimolino i sensi in maniera integrata e migliorino le abilità percettive;
- il miglioramento della qualità di vita del piccolo paziente e della famiglia attraverso una migliore gestione dei disturbi comportamentali, degli stati di stress acuto e cronico associati alla disabilità e all’ospedalizzazione, del tono dell’umore e della disponibilità al trattamento;
- la facilitazione di strategie per entrare in relazione con il mondo esterno in ambiente favorevole per i soggetti con grave disabilità e/o con disturbi della sfera sociocomunicativa;
- la riabilitazione del paziente con ipovisione severa attraverso un approccio integrato e multimodale.

Fonte: Ufficio Stampa

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