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Nuova tecnologia per la cura del Parkinson dagli USA: Rotary Club Firenze protagonista

Si tratta dell’ultima frontiera di ricerca e terapia promossa dall’associazione “Un gancio al Parkinson” che ha usato questa strumentazione per la prima volta in Italia grazie al sostegno del Rotary Club Firenze.

Miglioramenti nell’equilibrio, nella reattività occhio-mano e nelle capacità visive dei pazienti. Sono gli effetti riscontrati su una ventina di pazienti affetti dal morbo di Parkinson sottoposti al “trattamento” della Sensory station, una batteria computerizzata di test e training che permettono di migliorare le capacità visio-motorie in tutte le sue caratteristiche e l’equilibrio.

Si tratta dell’ultima frontiera di ricerca e terapia promossa dall’associazione “Un gancio al Parkinson” che ha usato questa strumentazione per la prima volta in Italia grazie al sostegno del Rotary Club Firenze. Sensory Station è da tempo in uso negli Stati Uniti presso centri di ricerca universitari e presso Società sportive professioniste di Foot-Ball, Basketball o Baseball. Viene usata per migliorare la capacità visive degli atleti e la loro reattività visio-motoria o per recupero funzionale dopo episodi di concussion. I risultati sono emersi al temine di uno studio condotto in associazione con la Università di Firenze, la Università dell’Ohio e l’Università della California a San Diego, il primo al mondo con l’uso di questo strumento.

“Abbiamo riscontrato uno scenario in parte sorprendente – spiega Maurizio Bertoni, Presidente dell’associazione - Al termine della prima fase i risultati dei test registrati sono stati migliori di quelli iniziali, anche se con magnitudo differenti, evidenziando come il protocollo di lavoro Boxe per il Parkinson abbia effetti positivi su alcuni dei sintomi. I test finali hanno evidenziato come l’allenamento specifico con Senaptec abbia portato a un ulteriore miglioramento nei tempi di reazione e nella coordinazione occhio mano”.

L’associazione Un Gancio al Parkinson si conferma così una realtà di livello assoluto nel panorama nazionale. “Grazie alla boxe abbiamo intrapreso un percorso virtuoso per frenare gli effetti del morbo – sottolinea Bertoni –. Ormai assistiamo più di ottanta persone e siamo diventati un punto di riferimento per altre realtà in Italia”.

Fonte: Ufficio Stampa

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