Shock a Barga: studenti 'donano' a scrittrice foto con svastica e disegno sessista
Hanno avvicinato la scrittrice e le hanno consegnato una foto di una ragazza sorridente su cui erano stati disegnati una svastica e una figura oscena a sfondo sessuale. Il caso è avvenuto i primi di giugno a Barga, quando due giovani hanno fatto il 'dono' a sfondo razzista alla scrittrice Clementine Pacmogda, linguista alla Normale.
Stando alla ricostruzione della stessa Pacmogda, un 15enne un 16enne si sono avvicinati a lei durante un incontro con gli studenti a Barga. La scrittrice è originaria della Costa d'Avorio, vive a Borgo Val di Taro (Parma) ma è conosciuta in Val di Serchio, dove spesso partecipa a incontri sul razzismo e sul rispetto delle donne.
I due giovani le hanno consegnato la foto con la svastica e Pacmogda è rimasta turbata. "Mi hanno detto 'ti vogliamo fare un regalo'. Mi hanno affrontato a viso aperto e ridevano, avevano una faccia strana. Per loro ero un'immigrata che non conosce il senso di una svastica, il pensiero di quanto accaduto mi faceva male. Non si può lasciar perdere" ha confessato a La Nazione.
Mazzeo: "Vicini a Clementine Pacmogda, mai indifferenti all'odio"
Quanto denunciato da Clementine Pacmogda, non deve passare nel silenzio e nell’indifferenza. Il presidente del Consiglio regionale della Toscana, Antonio Mazzeo, interviene, appresa la notizia del gesto di due ragazzi, probabilmente quindicenni, che hanno avvicinato la studiosa per consegnarle un finto dono: una foto di una ragazza deturpata con un disegno a sfondo sessista e con una svastica disegnata su un braccio. La studiosa conosciuta per il suo impegno nel coinvolgere i giovani contro il razzismo, contro l’orrore del nazismo e per il rispetto delle donne, aveva passato la mattinata con gli studenti di Barga.
“Voglio esprimere tutta la vicinanza mia e dell'intero Consiglio Regionale della Toscana a Clementine Pacmogda. L'episodio che ha raccontato attraverso le pagine della stampa mi turba molto, deve turbarci tutti e porci delle domande. Stiamo facendo abbastanza per trasmettere alle nuove generazioni la cultura del rispetto? Una domanda alla quale dobbiamo rispondere con i fatti”.
“Un segnale forte contro i linguaggi d’odio - ha aggiunto il presidente dell’Assemblea legislativa - lo abbiamo voluto dare lo scorso 30 novembre in occasione della Festa della Toscana che celebra l’abolizione della pena di morte. Partendo da quel gesto rivoluzionario, avvenuto nel lontano 1786 e voluto dal Granduca Pietro Leopoldo, abbiamo sottoscritto un impegno preciso: il manifesto per la comunicazione non ostile. Un chiaro segnale a tutti, ma soprattutto alle nuove generazioni che le istituzioni e la Pubblica Amministrazione vogliono promuovere nei fatti l’integrazione e il rispetto nei confronti degli altri e al tempo stesso condannare ogni gesto razzista e discriminatorio. A maggior ragione dopo il fatto raccontato da Clementine il mio appello ai giovani, alle loro famiglie e alla scuola, è quello di non ‘non essere mai indifferenti all’odio’. Ha fatto bene lei a raccontare quello che è accaduto. Mai essere indifferenti, mai voltarsi altrove di fronte ad episodi di violenza, di qualunque tipo. La Toscana è e sarà sempre terra di diritti, di inclusione e di solidarietà".