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Dal Viola Park alla finale di Conference League: lo stadio di Tirana parla fiorentino

L'Air Albania Stadium è stato progettato da Archea Associati, studio di architettura fondato a Firenze da Marco Casamonti

Non sarà il palcoscenico più prestigioso del calcio europeo, ma la Europa Conference League ha guadagnato parecchi estimatori in quel di Firenze, come hanno testimoniato i festeggiamenti a seguito della vittoria in casa contro l’acerrima rivale Juventus. Il successo al Franchi, infatti, ha sancito la partecipazione della Fiorentina proprio all’edizione 2022/2023 della Conference League, un ritorno quanto mai atteso dai tifosi viola, visto che l’ultima esperienza fuori dai confini nazionali è stata l’Europa League 2016-17, interrotta ai sedicesimi di finale contro il Borussia M'gladbach

In attesa della Viola, però, la fiorentinità è già protagonista in Conference e in maniera anche molto prestigiosa: l’Arena Kombëtare di Tirana – più noto per ragioni di sponsor come Air Albania Stadium e che il prossimo 25 maggio ospiterà la prima finale di Conference League tra Roma e Feyenoord – parla con la “C” aspirata in quanto progettato da Archea Associati, studio di architettura fondato proprio a Firenze nel 1988 da Marco Casamonti. Anima e penna del progetto, Casamonti è nato a Firenze il 13 aprile 1965 e ricopre l’incarico di professore ordinario di Architettura all’università di Genova. Anche se lo studio non è specializzato in stadi, oltre al Kombëtare, Casamonti ha firmato anche la Dacia Arena di Udine ed è incaricato della realizzazione del Viola Park, il centro sportivo della Fiorentina a Bagno a Ripoli, il cui cantiere è stato aperto il 16 settembre scorso e che dovrebbe essere inaugurato entro la fine del 2022.

In realtà, tutta la storia dello stadio albanese parla fiorentino: l’Air Albania, inaugurato il 18 novembre del 2019 con la partita Albania-Francia e che può ospitare 22mila spettatori, si erge sulle ceneri del vecchio stadio Kombetare, progettato negli Anni Trenta da Gherardo Bosio, anche lui architetto di Firenze.

"Abbiamo preso uno stadio tradizionale e lo abbiamo trasformato in una struttura composita dalla grande valenza urbana" ha spiegato Casamonti. "Per certi versi si ispira allo stadio di Marassi e alla Bombonera di Buenos Aires, nonché e al tema del teatro Romano, e contiene molte altre funzioni oltre a quella sportiva, altrimenti l’operazione non sarebbe stata sostenibile finanziariamente. Lo stadio era finanziato da i privati quindi dovevamo renderlo profittevole. Potremmo definirlo un grande centro commerciale, in un’area strategica centrale della città, con uffici, una torre-albergo e uno stadio".

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