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CambiaMenti: "Ripristinare il Santa Chiara e il vecchio Marconi come sedi scolastiche"

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“E' necessario tornare con insistenza su una risoluzione rapida del tema legato alla sede, che resta fondamentale, accanto al quale però dobbiamo essere in grado di intervenire sulle difficoltà imminenti che sono sorte nel corso del tempo, anche e soprattutto a causa della pandemia”.

A chi sono rivolte queste parole del Sindaco Giglioli nel corso di una visita fatta con l'assessora regionale Nardini e la consigliera provinciale Bibolotti alla sede del Liceo Marconi a La Scala?

Non certo al gruppo consiliare CambiaMenti.

Noi da anni ci battiamo perché venga ripresa in seria considerazione l'ipotesi del polo scolastico a partire dal recupero dell'area della vecchia sede, dall'integrazione delle strutture con quelle dell'IIS Cattaneo, in concomitanza con la messa in sicurezza del versante nord della collina di San Miniato. E pensiamo che anche la soluzione definitiva non possa essere rinviata più che tanto, perché il nuovo piano strutturale non potrà non contenerla.

Abbiamo di recente proposto anche il reperimento in edifici storici adiacenti di altri spazi didattici utilizzabili dall'una o dall'altra delle due scuole autonome a seconda dell'andamento dei flussi delle iscrizioni, che sarà condizionato nei prossimi anni anche dal calo demografico.

E a tale scopo in un documento che abbiamo presentato mesi fa, e poi anche in un'interpellanza, abbiamo proposto “un recupero totale a uso scolastico, fatta eccezione per lo spazio museale attualmente esistente che dovrà essere salvaguardato, del Conservatorio di Santa Chiara, che potrà ospitare strutture didattiche utilizzabili di volta in volta dai due istituti, a seconda delle oscillazioni della frequenza nei vari indirizzi” , e “anche a prescindere dall'impostazione del polo scolastico, già per la prospettiva del prossimo anno scolastico”, di collocare nel Conservatorio di Santa Chiara, oltre alle aule attualmente utilizzate dal Cattaneo, l'intero indirizzo linguistico del Liceo Marconi, in modo da evitare mortificanti e costosi spezzatini.

Ma non è solo sulle scuole medie superiori che vengono al pettine le debolezze della programmazione della rete scolastica nel nostro Comune. Il sindaco, l'assessora regionale e la consigliera provinciale sono andati in visita anche all'asilo nido di Roffia che è uno dei tre che dovranno compensare la perdita di 18 posti che deriverà, almeno per il 2022-23, dalla chiusura per problemi strutturali, dell'asilo nido di Ponte a Elsa.

E sempre a Ponte a Elsa quest'anno ci saranno (anche lì, come da diverse altre parti), difficoltà a formare le prime elementari, cosa particolarmente inquietante perché avviene in coincidenza con la probabile partenza effettiva dei lavori per i cantieri della nuova scuola.

Queste difficoltà derivano dal rifiuto pervicace dell'Amministrazione, nonostante moltissime nostre sollecitazioni, ad affrontare il nodo della programmazione della scuola di base sul territorio puntando sullo sviluppo qualificato di alcuni poli, sull'articolazione della loro offerta formativa (sia in termini di scelta tra tempo pieno e tempo normale sia da altri punti di vista) e sul recupero di strutture scolastiche eventualmente dismesse a fini educativi e sociali.

Si preferisce invece rincorrere le emergenze, mettere le toppe dove si producono buchi strutturali, usare il tempo pieno non come un modello che le famiglie possono scegliere in alternativa ad altri, ma come pronto soccorso per plessi in difficoltà, col risultato di accrescere le conflittualità con la direzione scolastica provinciale, di far saltare qualsiasi stradario e di scontentare le famiglie.

E infine, incredibile ma vero, a una nostra interpellanza del mese di febbraio in cui chiedevamo all'Amministrazione di presentare entro fine maggio un quadro delle situazioni di criticità nel rapporto tra strutture e domanda per quanto riguarda primaria e secondaria di primo grado in vista dell'apertura dell'anno scolastico 2022-23, in modo da evitare rincorse e risposte disorganiche, inadeguate e costose a inizio anno scolastico, ci è stato riposto che ciò non era possibile.

Come se i dati sull'andamento demografico e sulle preiscrizioni non fossero disponibili, e come se non fosse facile ipotizzare, in una fase di regressione della pandemia, che sia possibile fare riferimento alle norme dell'anno precedente. Insomma, se a settembre ci sarà qualche “sorpresa” non si potrà dire che è piovuta dal cielo.

Manola Guazzini, capogruppo gruppo consiliare CambiaMenti

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