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Adolescenti e pandemia, convegno con UniFi

Più di due anni sono passati dall’inizio della pandemia da Covid-19 e dalle conseguenti misure restrittive a tutela della salute.  Il periodo ha rappresentato un fattore di stress, soprattutto per ragazzi e rag­azze che vivono una fase evolutiva in cui è rilevante il bisogno di socializzare e di misurarsi con compiti di crescita come la scuola.

Quali fattori hanno reso alcuni adolescenti più vulnerabili? E quali sono state invece le risorse su cui hanno potuto contare alcuni di loro per mantenere un buon equilibrio psicologico? Che aiuto è venuto da famiglie, scuole e servizi del territorio?

Su questi temi domani, mercoledì 18 maggio all’Università di Firenze si tiene il convegno “L’adolescenza al tempo della pandemia: solitudine, stress e opportunità di crescita” (ore 14 – Aula Magna, piazza San Marco, 4 – necessaria prenotazione per la presenza; trasmesso anche in diretta online su www.unifi.it/webtv ), il cui comitato scientifico è costituito dalle docenti di Psicologia dello sviluppo e psicologia dell’educazione Ersilia Menesini, Annalaura Nocentini e Benedetta Emanuela Palladino.

Porteranno il loro saluto la rettrice Alessandra Petrucci, la direttrice del Dipartimento Forlilpsi dell’Ateneo fiorentino Vanna Boffo, il presidente dell’Associazione Italiana Psicologia Santo Di Nuovo, il direttore dell’Ufficio Scolastico Regionale Ernesto Pellecchia e l’assessora regionale ai rapporti con l’Università Alessandra Nardini.

Il convegno presenterà i risultati derivanti da ricerche condotte  dal Laboratorio di Studi longitudinali in Psicologia dello sviluppo dell’Università di Firenze con studenti delle scuole secondarie di secondo grado della regione Toscana (oltre mille studenti partecipanti a due diverse ricerche) e seguiti per due anni scolastici prima e dopo la pandemia.

“I risultati – spiegano  Ersilia Menesini e Annalaura Nocentini - evidenziano un aumento di coloro che hanno riportato problemi di natura emotiva, dal 17% in una fase pre-pandemica (gennaio 2020) al 24% l’anno successivo. Anche per il comportamento di autolesionismo non suicidario si evidenzia che gli adolescenti coinvolti sono passati dal 14.3% (gennaio 2020) al 17.5% (dicembre 2020)”.

Si sono ridotti, ma non sono scomparsi durante la pandemia, i problemi legati al bullismo. “I ragazzi che riportano di aver subito attacchi dai compagni in modo occasionale e/o  sistematico sono passati dal 34% al 30% nel primo anno di pandemia – sottolineano Menesini e Nocentini -. Anche per il cyberbullismo si registra una lieve riduzione con valori che passano dal 13% al 10%.   Nel complesso possiamo constatare la presenza di una percentuale significativa di adolescenti in difficoltà, che hanno presentato e presentano a più riprese segnali di insofferenza e di irrequietezza”.

Il convegno nasce a seguito di un premio nazio­nale, Premiati – attività di terza missione e impatto sociale 2020, che il gruppo di ricerca Unifi ha ricevuto dall’Associazione Italiana di Psicologia per l’impegno nel trasferimento delle conoscenze sul piano degli interventi nell’area del bullismo e del cyberbullismo. L’appuntamento è patrocinato da Associazione Italiana di Psicologia, Regione Toscana e Ufficio Scolastico Regionale per la Toscana.

Fonte: Università di Firenze - ufficio stampa

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