Reddito di cittadinanza, in 29 prendono 300mila euro falsando le informazioni
La Guardia di Finanza della provincia di Massa Carrara, anche a seguito di segnalazioni pervenute dagli organi centrali, ha effettuato numerosi controlli in materia di reddito di cittadinanza al fine di garantire la corretta erogazione del contributo nei confronti di coloro che rispettano i requisiti minimi di accesso.
Nell’ambito dei controlli i finanzieri del Gruppo di Massa Carrara e della Tenenza di Aulla hanno individuato 29 soggetti, di cui 8 di origine straniera, che, pur non avendone diritto, percepivano indebitamente il reddito di cittadinanza facendo figurare una situazione reddituale di bisogno.
Le irregolarità facevano riferimento ad autocertificazioni formalmente compilate in maniera corretta, ma con l’indicazione di informazioni non veritiere e non sono passate inosservate ai finanzieri, i quali hanno accertato un’indebita percezione del contributo per circa 300 mila euro.
Diversi sono stati i metodi adottati per eludere le prescrizioni della norma.
In 16 casi, nelle relative dichiarazioni, è stata omessa l’indicazione di alcuni redditi percepiti che, se considerati, avrebbero comportato il superamento delle soglie massime consentite per l’accesso al beneficio.
Uno di questi ha dichiarato di non aver percepito redditi, quando in realtà era titolare di una ditta individuale che ometteva sistematicamente di presentare la dichiarazione dei redditi. A seguito di una verifica fiscale della sua posizione, è così emerso che aveva nascosto al fisco redditi imponibili oltre 200 mila euro.
Due richiedenti stranieri hanno, invece, indicato nell’apposita autocertificazione di risiedere in Italia da almeno 10 anni, requisito minimo necessario per ottenere il contributo, ma i successivi accertamenti hanno dimostrato una loro permanenza nel territorio nazionale per un periodo inferiore.
Per altri percettori sono state rilevate delle incongruenze nelle autodichiarazioni relative alla composizione del nucleo familiare, come nel caso di madre e figlio conviventi, che, omettendo di indicare tutti i componenti del nucleo familiare, erano riusciti ad ottenere due distinti contributi, in violazione del requisito dell’unicità del beneficio per ogni famiglia.
I soggetti sono stati segnalati alla Procura della Repubblica di Massa per valutare la sussistenza dei presupposti per l’esercizio dell’azione penale, nonché all’INPS per l’immediata sospensione dell’erogazione del contributo e per il recupero degli importi indebitamente percepiti.
Lo svolgimento di tali controlli testimonia l’impegno delle Fiamme Gialle a salvaguardia della spesa pubblica e del bilancio nazionale, nell’interesse di coloro che più necessitano di tali forme di sussidio al reddito e che realmente ne sono destinatarie.