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Il comitato Salviamo il teatro di Gambassi continua la propria attività

Il Direttivo del Comitato “Salviamo il Teatro” si è riunito per decidere del proprio destino. La frustrazione generale indotta dal mancato riscontro di ogni finalità che ci caratterizzava ha avuto una corrispondenza unanime fra i presenti. Abbiamo riflettuto ancora una volta sul totale rifiuto di dibattito e di interlocuzione da parte dell’attuale amministrazione comunale; sulla furbesca negazione di un referendum risolutivo.

L’abbattimento dell’ex teatro e i lavori della nuova edificazione sono, di fatto, un epilogo finale che, oltre a sancire la sconfitta delle nostre proposte, potrebbe rappresentare l’azzeramento di ogni motivazione a esistere come soggetto associativo.

Il Comitato Salviamo il Teatro ha condotto una battaglia culturale in difesa dell’idea che la memoria, la stratificazione di una storia centenaria, l’identità comunitaria potessero fare breccia in amministratori locali chiamati a decidere del destino di un monumento che aveva conquistato, a nostro parere, per la sua origine e per la sua storia, il diritto ad essere conservato.

Il potere decisionale ha invece marcato l’inconsueta, assurda, scelta della sostituzione di una emozione collettiva con un «centro polifunzionale» anonimo, banalmente moderno. Ha cancellato una porzione importante dell’identità locale con una infrastruttura dominata da un pensiero minimalista, che non solo testimonia banalità architettoniche, ma che ha già segnato, nella sua progettazione, di superficialità e inconcludenza anche il suo destino d’uso.

Esonerata dalle pratiche democratiche, sempre più imbrigliata e ottusa dall’arroganza del proprio monopolio politico, la rappresentanza istituzionale del nostro comune ha deciso, con la vicenda dell‘ex teatro, che la libertà di critica e di proposta, il diritto alla partecipazione civile e responsabile dei cittadini è ormai da ritenersi un'attività negletta, inutile, da rifiutare a priori.

Ci siamo indignati, ci siamo scandalizzati; sconcertati abbiamo sofferto l’ipocrisia indecente di un’amministrazione che non è voluta uscire dal circolo della propria autoreferenzialità.

Ci siamo confrontati fra di noi e siamo ancora più convinti che sia urgente rigenerare a Gambassi una prassi politica che esprima finalmente rappresentati, amministratori, che accettino il dialogo, siano disponibili ad ogni discussione, siano in grado di gestire confronti fra la pluralità di idee e proposte, e che ottengano il consenso rispettando partecipazione e democrazia.

Perciò abbiamo deciso di non cancellare questa esperienza, ma, anzi, di indirizzare le nostre passioni in futuri impegni che, ci auguriamo, ridiano dignità alla pratica politica locale.

Fonte: Salviamo il Teatro di Gambassi

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