Tennista ucraina al “Città di Santa Croce”: "Papà è al fronte, gioco per onorare i miei cari"
“Mio padre è un soldato impegnato al fronte. La mia famiglia e i miei amici sono sparsi per l’Ucraina. Per me in questo momento è difficile pensare al tennis, ma lo devo fare. È il mio lavoro e la mia vita. Per certi versi giocare mi rafforza, sento di doverlo fare per rispetto nei confronti di chi mi vuole bene…”.
Inizia così la testimonianza di Kateryna Lazarenko, tennista ucraina di Dnipropetrovsk e numero 88 delle classifiche mondiali under 18, impegnata nel Torneo ITF giovanile “Città di Santa Croce” Mauro Sabatini.
La celebre competizione tennistica organizzata dal Tennis Club Santa Croce sull’Arno è da sempre coacervo di storie personali e racconti che vanno al di là dello sport, portate in Toscana dai tantissimi ragazzi provenienti da ogni angolo del mondo (quest’anno sono 40 i paesi rappresentati in tutto). La guerra scoppiata nel cuore dell’Europa sembra lontana anni luce da qui, ma non lo è per alcuni di loro. Non per Kateryna.
La sua vicenda della giovane atleta - sconfitta in singolare al primo turno e ancora in gara nel doppio - si intreccia a quella dei tanti atleti professionisti ucraini in giro per il mondo, costretti a seguire da lontano le notizie di guerra provenienti dalla madrepatria, con il cuore pieno di preoccupazioni.
“Il 23 febbraio, il giorno prima dell’inizio dell’invasione russa, mi trovavo con mia madre a Porto Alegre, in Brasile, per un torneo e sarei dovuta ripartire per l’Ucraina il giorno seguente. Da allora – prosegue Lazarenko - non sono più tornata, faccio base in Germania, muovendomi ogni settimana per giocare: la mia casa è diventata ogni circolo tennis che mi ospita, come questa settimana lo è Santa Croce. La reazione d’istinto è stata dire smetto, di fronte a quello che sta succedendo non ha senso continuare. Ma poi ho capito che il tennis è la mia vita, questo è l’unico modo che conosco per dare un significato al periodo storico che stiamo vivendo e per lanciare un messaggio alle persone che mi vogliono bene. Se avessi mollato adesso, con quale coraggio potrei chiedere ai miei amici e parenti in Ucraina di resistere?”
La delicata situazione internazionale ha avuto conseguenze tangibili sul circuito professionistico, con la decisione da parte di alcuni tornei (come Wimbledon) di non accettare tennisti russi. Anche a Santa Croce si trova un atleta bielorusso, Erik Artunian, sconfitto oggi negli ottavi di finale dallo slovacco Krajci, costretto a scendere in campo in base alle regole imposte dall’ITF senza poter rappresentare la propria nazione. “Sono dispiaciuta a livello umano per i tennisti russi penalizzati dalle sanzioni – conclude l’ucraina - e non credo che personalmente essi abbiano dalle colpe, ma se questi provvedimenti servono per dare un segnale importante e accendere i riflettori su quanto sta accadendo in Ucraina allora è giusto così…”.
I risultati
Intanto il programma degli incontri si è allineato ai quarti di finale dei singolari e alle semifinali dei doppi. Prosegue senza indugi il cammino dei due favoriti Bor Artnak (61 61 su Minighini) e Celine Naef (62 62 su Ahlawat), così come della testa di serie numero 2 del tabellone maschile Lautaro Midon (61 61 su Carboni) e della numero 3 Rodrigo Pacheco Mendez (61 26 46 su Ciavarella).
Si assottiglia ai minimi termini la pattuglia di tennisti italiani: nei quarti di finale rimangono in corsa i soli Georgia Pedone, vittoriosa con il punteggio di 60 al terzo sulla turca Aysegul Mert, e Federico Bondioli, bravissimo a uscire indenne da una maratona di tre ore contro il croato Luka Mikrut. L’ingresso al circolo è libero per tutta la durata della manifestazione.