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Pietrasanta non revoca la cittadinanza a Mussolini: è polemica

(foto Bundesarchiv)

Pietrasanta non revoca la cittadinanza a Benito Mussolini e scoppia la polemica. Nel consiglio comunale del 4 maggio FI, Lega e Pietrasanta Prima Di Tutto hanno votato contro la richiesta firmata da Insieme Per Pietrasanta, PD e M5S. FdI non ha preso parte alla votazione. Dopo un'accesa discussione e molte critiche sui social e in città, la cittadinanza per il Duce è rimasta.

"Difficile commentare la scelta della maggioranza che vede ancora oggi Mussolini affiancato a nomi come quelli di Pascoli, Mitoraj, Botero, Sepulveda e altre illustri persone - scrivono Pd e Insieme per Pietrasanta -: non si trattava di cancellare la storia bensì di scrivere una nuova pagina per la città".

"Quanto condanniamo e quanto siamo distanti dalla barbarie fascista e dall'ideologia di questo e di tutti i regimi totalitari, non dobbiamo certo affermarlo oggi" la replica di Fi, Lega e Pietrasanta Prima Di Tutto che rilevano come "finora, nessuno degli amministratori che si sono succeduti alla guida del nostro Comune aveva sentito la necessità di procedere alla revoca della cittadinanza onoraria a Mussolini. E neppure noi, la sentiamo".

“La maggioranza che guida Pietrasanta ha deciso di scrivere una brutta pagina nella storia dell’amministrazione comunale. Ci auguriamo che possa tornare sui suoi passi e riveda questa scelta inaccettabile”. Il presidente della Regione Eugenio Giani e l’assessora alla cultura della memoria Alessandra Nardini commentano la decisione del Consiglio comunale di Pietrasanta di bocciare la proposta di revoca della cittadinanza onoraria conferita nel 1924 a Benito Mussolini.

“Mentre infuria una guerra sanguinosa alle porte dell’Europa voluta da Putin , mentre assistiamo a numerosi casi di rigurgito nazifascista e a pochi mesi dal centenario della marcia su Roma, - proseguono – da Pietrasanta, terra di cultura, sarebbe potuto arrivare un segnale di amore per la democrazia e la pace, e invece giunge un segnale completamente opposto, che ci lascia dispiaciuti e indignati”.

“La Toscana – concludono Giani e Nardini – è terra di antifascismo, solidarietà, uguaglianza, sin dal suo simbolo, il Pegaso alato che fu del Comitato toscano di liberazione nazionale. Gli attuali amministratori di Pietrasanta ne prendano definitivamente atto. Il nostro auspicio è che Pietrasanta possa arrivare al più presto alla cancellazione dall’elenco dei cittadini onorari di una figura che ha portato il nostro Paese al punto più basso della vicenda nazionale e alla vergogna delle leggi razziali”.

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