gonews.it

Tra guerra e pace, il Dramma Popolare presenta la 76esima Festa del Teatro di San Miniato

Il programma degli otto spettacoli, tra giugno e luglio. Al centro "Irma Kohn è stata qui", l'autore Corradini: "Raccontare non è solo salvare la memoria di qualcuno, ma salvare noi stessi da questo presente così complicato"

(foto gonews.it)

Riaffermare, attraverso il linguaggio del teatro, i diritti civili. Questo il filo conduttore che unisce gli spettacoli della 76esima edizione della Festa del Teatro di San Miniato.

Questa mattina la Fondazione Istituto Dramma Popolare, ha presentato il cartellone degli 8 spettacoli che andranno in scena nella città della Rocca, dal 27 giugno al 27 luglio. Presenti nella biblioteca del Seminario Vescovile il presidente della Fondazione IDP Marzio Gabbanini, Laura Baldini del Comitato di Gestione della Fondazione CRSM, il sindaco del Comune di San Miniato Simone Giglioli, il vescovo di San Miniato Monsignor Andrea Migliavacca, Monya Giarnò vice responsabile direzione regionale Toscana-Umbria Crédit Agricole Italia, il direttore artistico del Dramma Popolare Masolino D'Amico e Matteo Corradini, autore dello spettacolo centrale con la regia di Pablo Solari e Woody Neri, frutto della sinergia tra Elsinor Centro di Produzione Teatrale e Fondazione Istituto Dramma Popolare di San Miniato.

E proprio quest'ultimo parlerà al pubblico di resilienza e del passato, per capire meglio il presente, tra guerra e pace. Il libro di Matteo Corradini "Irma Kohn è stata qui" diventa uno spettacolo del Teatro del Cielo, in scena sotto le stelle sopra piazza Duomo dal 23 al 27 luglio 2022. Siamo alla fine della seconda guerra mondiale, Irma Kohn è una giovane ragazza ebrea che ha visto scomparire la sua famiglia e la sua casa. Una partigiana la salverà dalla deportazione, e troverà riparo in una "casa chiusa". La storia, "tra guerra e pace, tra bene e male" rende giustizia a Irma, un personaggio di fantasia creato da Corradini sulla base di documenti storici e storie vere, e con lei alle persone che hanno sofferto a causa della guerra e che oggi, ancora soffrono. Il tema del 2022, che come tradizione del Dramma vuole interroga il cuore dello spettatore chiamandolo a riflettere, diventa così estremamente attuale anche di fronte al conflitto in corso in Ucraina. "Ogni volta che raccontiamo una storia non salviamo solo la memoria di qualcuno, ma ci salviamo anche da questo presente così complicato" ha commentato l'autore Corradini.

Lo spettacolo centrale della Festa del Teatro è dunque una "riflessione collettiva, su quello che è stato - afferma Marzio Gabbanini, presidente della Fondazione IDP - e su ciò che non dovrebbe mai riaccadere". Nella 76esima edizione, "il Dramma affronta la capacità di far fronte a situazioni complesse e delicate come quelle che oggi abbiamo di fronte, la pandemia e la guerra. È importante che ognuno di noi trovi la forza per vincere le paure - continua Gabbanini - con spirito costruttivo, per progettare insieme il futuro". I due anni di pandemia non hanno fermato le attività del Dramma, conclude il presidente della Fondazione, "ci siamo sempre dati da fare attraverso le iniziative culturali. Un impegno perché la parola del teatro non solo fosse costruttiva ma anche consolatoria. Mi auguro che anche quest'anno - dopo i successi dello scorso anno con Simone Cristicchi - i risultati siano importanti, pari alle aspettative di tutti".

"Come comunità ribadiamo il primato della vita anche attraversando le difficoltà. Nutrirci di cultura vuol dire mettere al primo posto la vita" dichiara il vescovo di San Miniato Andrea Migliavacca. "I diritti civili si declinano al diritto a vivere la pace, avremmo voluto che non fosse un tema attuale, ma lo è. Lo spettacolo diventa di particolare attualità anche come appello - aggiunge il vescovo - sarà il nostro messaggio per fare di tutto a cercare la pace, non con la strada delle armi".

"Dopo due anni di pandemia stiamo tornando piano piano alla normalità, sebbene il Dramma non si sia mai fermato - dice il sindaco Simone Giglioli - anche nel lockdown ha sempre continuato a fare cultura". La Festa del Teatro "è uno degli eventi clou della nostra estate e porta in alto il nome di San Miniato. L’augurio è che sia un successo, ma ho pochi dubbi".

"Quando l’ho scritto non pensavo che parlare del passato ci facesse ragionare così tanto sul presente" dichiara Matteo Corradini, parlando del suo libro "Irma Kohn è stata qui". "Irma è una persona inventata, anni fa ho fatto ricerche di episodi di antisemitismo negli Stati Uniti e in questo materiale spesso compariva il nome di Irma Kohn. Era la macchietta dell’ebrea immigrata dalla Germania negli Stati Uniti. Quando l’ho scritta l’ho voluta rendere protagonista, volevo salvare il suo nome e tutto il libro è rappresenta questo tentativo. Quando ho saputo che sarebbe diventato spettacolo mi sono onorato ed emozionato, e ho pensato che non avrebbe salvato solo il nome di Irma - aggiunge Corradini - ma il suo corpo, che fisicamente non è mai esistito ma la bellezza del teatro è questo, che i personaggi diventano persone. Sono uno spettatore anche io, e curioso quanto voi".

Festa del Teatro 2022, il programma

(foto gonews.it)

Tutti gli spettacoli, da quello centrale ai sette collaterali spalmati su giugno e luglio 2022, "sono in linea con la tradizione del Dramma", dice il direttore artistico D'Amico, "parlano dei problemi che colpiscono l'individuo nel profondo. Ma quest'anno - aggiunge - in scena ci saranno tutti spettacoli, che possiamo considerare inediti". Una sorpresa dopo l'altra, dunque, per lo spettatore. Le location saranno la Cappella di Sant'Urbano, il Giardino della Cisterna e infine piazza Duomo.

Si comincia il 27 giugno nella Cappella di Sant'Urbano con "Quell'abbagliante assenza di luce", con la voce narrante di Andrea Giuntini e le musiche di Tommaso Nobilio per raccontare del buio penetrante della vita in una prigione e di come fede, sogni ed emozioni siano ancora di salvezza. Il 30 giugno nel giardino de La Cisterna arriva Alex Cendron con il suo "Aquile randagie" a parlare di credere, disobbedire, resistere. Si prosegue il 4 luglio, sempre alla Cisterna con “Il Colloquio" ispirato al sistema di ammissione ai colloqui con i detenuti al carcere di Poggioreale, e poi il 7 luglio con "Gernika", spettacolo che mette a fuoco i momenti più drammatici della guerra civile spagnola. Sempre alla Cisterna l'11 luglio va in scena "Gli alberi muoiono in piedi" di e con Elena Bucci, ispirato alla vita e a alle opere di Oriana Fallaci e Alekos Panagulis. Si prosegue il 14 luglio con "Giacomo", incentrato sulle sedute dell'Assemblea parlamentare che definiscono il rapporto di Giacomo Matteotti con il fascismo, e ancora sipario il 18 luglio con EVA (1912-1945) con Federica Fracassi e la storia del suo amore per Hitler fino all'ultimo istante. Tutti gli spettacoli iniziano alle 21,30.

Il programma completo

Quell'abbagliante assenza di luce
Cappella di Sant'Urbano - 27 giugno 2022 - ore 21.30

Associazione culturale Elicriso - Nexus Arti e Didattica - Fondazione Istituto Dramma Popolare di San Miniato

Voce recitante Andrea Giuntini
Musica dal vivo Tommaso Nobilio
Installazione scenica a cura di Luca Macchi

Un uomo rinchiuso per diciott' anni in una prigione nascosta nel deserto del Marocco, sepolto vivo insieme ad altri prigionieri in un buio impenetrabile. Migliaia di giorni di privazione assoluta, in cui la vita si spoglia di tutto per toccare il punto più estremo dell'esistenza di ognuno. I sogni e le emozioni, le ossessioni, i racconti salvifici, la fratellanza, la fede: nel vuoto della tenebra 'intangibile prende corpo facendo della vita interiore il teatro di molteplici narrazioni. Prendendo spunto da una storia vera e dalla testimonianza di un ex detenuto, lo scrittore franco- marocchino Tahar Ben Jelloun arriva a sfiorare il mistero della sopravvivenza, quando la vita perde ogni appiglio la tensione etica lancia la sua sfida all'annullamento dell'essere umano. La lettura teatrale, mai prima messa in scena, è una riduzione dal romanzo "Il libro del buio" di T. B. Jelloun; per le sue peculiarità di testimonianza e accusa dei trattamenti disumani nei confronti dei detenuti, Amnesty International ha concesso il proprio patrocinio.

AQUILE RANDAGIE
credere disobbedire resistere
Giardino della Cisterna - 30 giugno 2022 - ore 21.30

Arca Azzurra

di e con Alex Cendron
Regia Massimiliano Cividati

Storia vera, storia vissuta in una lunga notte dell'umanità dove le tenebre sembravano ormai avere vinto, e dove i cavalieri lottavano contro il drago perché la luce tornasse al mondo. Tanti sono stati i cavalieri, alcuni più noti, altri sono e rimarranno più o meno nell'ombra. Quelli che qui ho deciso di narrare hanno i pantaloni corti e un fazzoletto al collo. Il 9 aprile 1928 Mussolini firma il decreto 696 di modifica alla legge sull'Opera Nazionale Balilla e dichiara la soppressione totale dello scautismo in Italia. A Milano, una manciata di giovani e adolescenti scout decidono di disobbedire ad una legge che sente ingiusta e inizia un lungo periodo di attività clandestina, una vera e propria resistenza giovanile. L'avventura, lunga 17 anni, porterà il gruppo a mantenere accesa la fiamma dello scautismo in Italia e li farà diventare giovani uomini di pace: dopo l'8 settembre 1943 diventeranno promotori di un gruppo di aiuto per ricercati ebrei, prigionieri politici e renitenti alla leva, che sotto il nome di OSCAR salverà migliaia di persone dalle grinfie dal drago del Nazifascismo. Una storia semplice, una storia coinvolgente, una storia di ragazzi che quando tutto sembrava perduto hanno deciso di non abbassare la testa difronte al drago, perché tutti, tutti possono dare il loro contributo.

IL COLLOQUIO
Giardino della Cisterna - 4 luglio 2022 - ore 21.30

Collettivo lunAzione

Premio Scenario Periferie 2019 - Premio Fersen alla regia 2021 - Spettacolo finalista INBOX 2021 con Renato Bisogni, Mario Cangiano, Alessandro Errico aiuto regia Cecilia Lupoli, costumi Federica Del Gaudio, organizzazione Martina Di Leva
Regia Eduardo Di Pietro

'Il Colloquio' prende ispirazione dal sistema di ammissione ai colloqui periodici con i detenuti presso il carcere di Poggioreale, Napoli. Tre donne, tra tanti altri in coda, attendono stancamente l'inizio degli incontri con i detenuti. Portano oggetti da recapitare all'interno, una di loro è incinta: in maniera differente desiderano l'accesso al luogo che per ognuna custodisce un legame. La vita quotidiana della città non si è ancora risvegliata e dalla sospensione onirica della situazione, dagli scontri e dagli avvicinamenti reciproci, emerge la visione brutale di una realtà ribaltata. La galera, un luogo alieno, in larga parte ignoto e oscuro, si rivela un riferimento quasi naturale, oggetto intermittente di desiderio e, paradossalmente, sede di libertà surrogata. In qualche modo la reclusione viene condivisa all'esterno dai condannati e per le tre donne, che se ne fanno carico, coincide con la stessa esistenza: i ruoli maschili si sovrappongono alle vite di ciascuna, ripercuotendosi fisicamente sul corpo, sui comportamenti, sulle attività, sulla psiche. Nella loro realtà, la detenzione è una fatalità vicina - come la morte, - che deturpa l'animo di chi resta. Pare assodato che la pena sia inutile o ingiusta. Nel corso delle ricerche ci siamo innamorati di queste vite dimezzate, ancorate all'abisso, dispostelungo una linea di confine spaziale e sociale, costantemente protese verso l'altrove: un aldilà doloroso e ingombrante da un lato e, per contro, una vita altra, sognata, necessaria, negata. La mancanza, in entrambe le direzioni, ci è sembrata intollerabile.

GERNIKA
Giardino della Cisterna - 7 luglio 2022 - ore 21.30

Atelier Mamot

con Alay Arcelus Macazaga
Arrangiamenti composizioni e musicista Selene Framarin, Costumi e scenografia Atelier Mamot,
Maschera Matteo Destro, Foto di scena Sofia Nosellotti
Regia e drammaturgia Matteo Destro

Lo spettacolo mette a fuoco gli avvenimenti storici che vedono il bombardamento di Guernica come uno dei momenti più drammatici della guerra civile spagnola. Racconta anche tutta la censura e la manipolazione dell'informazione sui fatti accaduti che il franchismo ha portato avanti negli anni seguenti, fino all'arrivo nel '77, pochi anni dopo la fine della dittatura, del "Pacto del Olvido", il patto dell'oblio, sancito dall'appena insediato parlamento democratico con la "Ley de Amnistia" Non dimenticare e ripercorrere la storia attraverso il racconto è una necessità sociale per apprendere, per farci riflettere e per orientarci in un fuggevole e involuto presente, e questo diventa il grido della nostra protagonista, un'affermazione vitale che le permette di innalzare il proprio dolore per la morte dei suoi cari e per gli anni di soprusi subiti ad una prospettiva di speranza e giustizia. "lo sono qui, viva e non voglio dimenticare", dice María Ángeles, "e finchè avrò fiato, racconterò".

GLI ALBERI MUOIONO IN PIEDI
Giardino della Cisterna - 11 luglio 2022 - ore 21.30

Compagnia Le belle bandiere

fantasia in musica di e con Elena Bucci
ispirata all'incontro, alla vita e alle opere di Oriana Fallaci e Alekos Panagulis
tratta dallo spettacolo 'Nella lingua e nella spada' con musiche di Luigi Ceccarelli
una produzione Ravenna Festival, Campania Teatro Festival, Teatro Piemonte Europa
elaborazione drammaturgica, regia e interpretazione Elena Bucci
musica in playback di Luigi Ceccarelli con registrazioni di Michele Rabbia e Paolo Ravaglia
luci Loredana Oddone, Max Mugnai
cura e regia del suono Raffaele Bassetti
assistente all'allestimento Nicoletta Fabbri

Questo melologo di più anime si ispira alla storia del poeta e rivoluzionario greco Alekos Panagulis e della giornalista e scrittrice Oriana Fallaci: si incontrano per un'intervista il giorno in cui Alekos, incarcerato per un attentato al dittatore Papadopoulos, viene liberato grazie ad un forte movimento internazionale e restano allacciati, fra discussioni, lotte per la libertà, allegria, solitudini e speranze, fino alla morte di lui per un misterioso incidente, nel 1976. Alekos trova nella poesia una cura per resistere alla violenza della tirannia e del carcere: Oriana fa del suo lutto un libro. Irriducibili, spesso isolati e solitari, mai vinti nella vitalità e nell'energia, trasformano il dolore in scrittura, memoria di tutti, un tesoro al quale attingere quando manca il coraggio. Proverò a raccontare con le mie povere parole di lei e di lui, di quell'epoca, di quella terra e della mia, dell'entusiasmo per alcuni artisti - eroi? - che vissero l'orrore della dittatura senza piegarsi, cantando: nella lingua e nella carta è la loro spada. Grazie a loro allargo il mio sguardo di fortunata nata in tempo di pace fino al limite del buio che si avvicina.

GIACOMO
parole di Giacomo Matteotti con interruzioni d'Aula
Giardino della Cisterna - 14 luglio 2022 - ore 21.30

Teatro dei Borgia

con Elena Cotugno
costumi Giuseppe Avallone
scene Filippo Sarcinelli
Regia Gianpiero Borgia
in coproduzione con Artisti Associati Gorizia

Un intervento d'arte drammatica in ambito politico. Nel caso di "Giacomo" il fantasma che vogliamo far apparire non è Matteotti ma il discorso politico, quello vero, incisivo, che si fa destino nella vita degli uomini e storiain quella dei popoli. II lavoro è incentrato sui verbali integrali di due sedute dell'Assemblea parlamentare che definiscono il rapporto di Giacomo Matteotti con il fascismo: quella del 31 gennaio 1921 in cui il parlamentare socialista denuncia le connivenze tra le forze politiche borghesi guidate da Giolitti e le squadracce fasciste; quella del 30 maggio 1924, l'ultima seduta a cui Matteotti partecipò prima del suo rapimento e del suo brutale assassinio.

EVA (1912 -1945)
da "Innamorate dello spavento" di Massimo Sgorbani
Giardino della Cisterna - 18 luglio 2022 - ore 21.30

Teatro i

con Federica Fracassi
regia Renzo Martinelli
produzione Teatro i
con il patrocinio di Next/Laboratorio delle Idee

La fine della guerra, la fine di Hitler. Si è consumata un'enorme tragedia e, nello stesso tempo, la tragedia stessa non riesce a compiersi. Eva, sola in scena, aspetta questa fine, un personaggio tragico a cui è preclusa la dimensione del tragico. Eva è una donna che sta per morire ed è una donna innamorata. Innamorata di Hitler, fedele al suo amore fino all'ultimo istante. In questa tragedia mancata Eva è un'eroina per cui non si può non provare tenerezza, nonostante tutto, proprio come se l'oggetto del suo amore potesse essere dimenticato. Eva confonde la sua storia con quella di Rossella O'Hara: c'è desiderio, ammirazione, battaglie da vincere e da perdere, fedeltà, fino alla fine. Eppure, da questinfinito amore, al di là del bene e del male, affiora la paura. Paura dell'abbandono, paura dello strapotere dell'amato, paura della propria fragilità di amanti, paura che l'amore finisca, paura che l'amore si realizzi, paura dell'amore stesso e di quello che l'amore può chiedere Innamorate dello spavento è un progetto di Teatro i in cui l'autore Massimo Sgorbani cattura le voci di alcune figure femminili legate al Führer che precipitano inarrestabili verso la fine del Reich.

IRMA KOHN È STATA QUI
Piazza Duomo - dal 23 al 27 luglio - ore 21.30

Elsinor Centro di Produzione Teatrale e Fondazione istituto Dramma Popolare di San Miniato

di Matteo Corradini
Trattamento drammaturgico Tatjana Motta e Pablo Solari
con (cast provvisorio) Francesco Aricò, Luca Mammoli, Stefania Medri, Giuditta Mingucci, Woody Neri, Valeria Perdonò, Emilia Scarpati Fanetti, Maria Caggianelli Villani
Regia Pablo Solari e Woody Neri

Irma Kohn è stata qui è l'intreccio di tre linee narrative. Ispirate a storie vere. È la fine della Seconda Guerra Mondiale. Ci troviamo a Königsberg, un luogo di confine dove avviene la ritirata tedesca, spinta dall'avanzata russa. Nella "città dei sette ponti" una partigiana salva una sedicenne dalla deportazione e la porta in un bordello perché venga tenuta nascosta. La ragazza si chiama Irma Kohn, e vivrà alcune settimane in compagnia delle ragazze nella "casa chiusa". Irma ha visto scomparire la sua famiglia e la sua casa, sta crescendo, è una adolescente moderna e irrequieta. La seconda linea narrativa è condotta da Kat, ebreo come Irma ma impegnato nello Judenrat, il consiglio ebraico che riceve ordini dai nazisti e compila elenchi di deportati. Kat si muove su un crinale tra vita e morte, obbedienza e rivalsa, sensi di colpa e autoassoluzione. Kat frequenta il bordello. Kat sa che dall'ultimoelenco manca una deportata, fuggita. Se non la trova, sono guai seri. La terza linea narrativa è occupata da Wolf. Ufficiale nazista della prima ora, ha la missione di deportare gli ebrei del luogo per poi guadagnarsi il ritorno a casa. Spietato contro coloro che odia, ha nostalgia della moglie. Cerca Irma Kohn, va a caccia di animali nel bosco e di ebrei in città, frequenta il bordello. Irma Kohn è una storia che parla di confini. Il primo confine è quello temporale: la storia è collocata nelle ultime settimane della Seconda guerra mondiale, in quei giorni che separano il caos del conflitto dal caos più felice della ricostruzione. Il secondo è quello fisico: la città che ospita il dramma è Konigsberg, luogo affascinante e allucinante insieme, dove i nazisti perseguono la deportazione e lo sterminio degli ebrei, e verso dove l'esercito sovietico avanza inesorabilmente. Il terzo confine è un confine intimo, è tutto interno a Irma, la protagonista, ragazza sedicenne il cui nome riecheggia la discriminazione ebraica, lo stereotipo del "giudeo" ben al di là della violenza nazista. Il quarto confine è l'identità dei protagonisti, sempre sul limite tra male e bene, in una situazione dove tutto si confonde.

Margherita Cecchin

Exit mobile version