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Licenziati per aver chiesto riposo a Pasquetta: presidio con il sindaco di Campi

Emiliano Fossi

Sciopero e manifestazione del sindacato Sì Cobas a Campi Bisenzio in sostegno dei cinque operai pakistani dello stabilimento tessile Prontomoda, licenziati tramite Whatsapp dopo aver chiesto riposo per il giorno di Pasquetta e il rispetto del contratto collettivo nazionale di categoria.

Circa 80 persone hanno partecipato al presidio, tra cui anche il sindaco di Campi Bisenzio, Emiliano Fossi: “Accompagneremo la rivendicazione dei loro. È inaccettabile ed inumano che si licenzi con questo metodo. Sono metodi mafiosi davanti ai quali le istituzioni non possono voltarsi dall'altra parte".

I sindacalisti hanno inoltre denunciato che i titolari della ditta, di nazionalità cinese, avrebbero diffuso su WeChat un video con i volti dei lavoratori ad altri imprenditori del distretto cinese del tessile a Prato, affinché non venissero assunti da altri colleghi.

Gandola (FI): “Subito il tavolo di crisi in Metrocittà"

“Quanto sta accadendo al Prontomoda di via Carcerina a Campi Bisenzio con 5 operai licenziati in tronco perché si sono rifiutati di lavorare a Pasquetta e solo 8 ore al giorno e non 12 negli altri giorni della settimana, mette in luce l’ennesima vicenda di negazione tremenda dei più elementari diritti dei lavoratori.

Per questo, da consigliere metropolitano, chiedo fin da ora l’attivazione del tavolo dell’unità di crisi della Città Metropolitana di Firenze affinché la vertenza si incardini subito al livello istituzionale”.

Così si esprime Paolo Gandola, consigliere metropolitano Forza Italia - centrodestra per il cambiamento e capogruppo di Forza Italia a Campi Bisenzio.

“Le rivendicazioni poste dai lavoratori appaino giuste e corrette, sostiene Gandola, la loro vicenda mette in luce come sia sempre più urgente garantire maggior rispetto dei diritti all’interno delle fabbriche presenti a Campi Bisenzio, in particolare modo in quelle gestite da titolari cinesi dediti ad aprire e chiudere continuando le partite iva così da sottrarsi dai doverosi controlli fiscali e sulla sicurezza sui luoghi di lavoro.

Aldilà della solidarietà doverosa ai lavoratori è necessario fin da subito attivare tutti gli strumenti possibili per sostenere la loro impugnazione dei licenziamenti ed è necessario che il tavolo di crisi della metrocitta sia subito attivato per dare alla vertenza il risalto e l’assistenza che merita”.

Cobas: "L'azienda non ha risposto, ma tanti adesso conoscono questa storia"

"Dopo sette ore, è finito il presidio al prontomoda di via Cercerina n.4 a Campi Bisenzio. Dall'azienda ancora nessun segnale. Ma abbiamo tanti motivi per tornare a casa contenti". E' soddisfatto della giornata il Sindacato Intercategoriale COBAS Coordinamento Provinciale Firenze-Prato.

"Contenti perchè più di cento persone hanno risposto all'appello alla solidarietà. Da Campi Bisenzio, da Prato, da Firenze. Con una numerosa partecipazione dei lavoratori della GKN. Gli operai che si ribellano non sono soli e mai lo saranno. Siamo contenti come ogni volta che i luoghi e le storie del supersfruttamento escono dall'invisibilità.

La storia dei cinque operai licenziati oggi è su tutti i giornali e TG. E' da ieri che ci sentiamo dire “è una storia assurda!”, “pazzesco!”. Siamo contenti che ci si riesca ancora a sconvolgere ed indignare di fronte a storie come queste. Ma il punto fondamentale è che la storia del prontomoda di via Carcerina è una storia tremendamente normale.

Perchè nel distretto tessile abbigliamento - che da Prato si estende fino a Poggio a Caiano, Campi Bisenzio, Sesto Fiorentino e Calenzano - è normalelavorare 12 ore la giorno; lavorare anche sabato e domenica; non avere diritto a ferie, malattie. E' normalelavorare a nero o con finti contratti part-time per aziende intestate a presta nome che aprono e chiudono per aggirare diritti e fisco. E' normale la negazione quotidiana della dignità umana di chi lavora.

E' su questo stato delle cose che in questo territorio bisogna aprire una riflessione. Una riflessione seria. Nella piana esiste da anni una “zona economica speciale” de facto che continua a permettere a migliaia di aziende di fare profitti in deroga a qualsiasi legge, norma e diritto. Il distretto dell'abbigliamento si continua ad estendere ed attirare investimenti in virtù di questa “zona franca” in cui i contratti nazionali e lo statuto dei lavoratori sono stati ridotti a carta straccia.

Una riflessione seria non può che partire da un dato di fatto: le sanzioni degli enti di controllo sono semplicemente una voce di bilancio per le imprese del supersfruttamento. Si pagano le multe e si continua come prima già dal giorno dopo.

Contro il cancro del supersfruttamento, in questi anni, nel distretto pratese è cresciuta la sindacalizzazione dei lavoratori sfruttati. Ad oggi è questo l'unico antidoto, l'unica cura che si è dimostrata capace di riportare diritti e dignità del lavoro nei capannoni del distretto. E di fare emergere una realtà negli anni si è preferito nascondere.

Oggi il Sindaco di Campi Bisenzio Emiliano Fossi ha partecipato al presidio esprimendo il sostegno della giunta alla lotta dei lavoratori. E' un segnale positivo. Ora al Comune e a tutte le istituzioni locali chiederemo di continuare l'impegno concreto per risolvere la vertenza e sostenere i lavoratori nella loro battaglia.

Ieri il Ministro Orlando ha incontrato il Sindaco Biffoni. All'ordine del giorno ci sono nuove politiche di contrasto allo sfruttamento e alla mancanza di sicurezza nei capannoni del distretto. Un altra volta, senza ascoltare chi in quei capannoni ci lavora e rischia di morirci. Le “soluzioni” che troveranno non potranno che fallire, come sono fallite quelle precedenti. C'è bisogno del coraggio politico di scendere in questi inferni, con umiltà, e venire a sostenere ed ascoltare i lavoratori.

Per oggi siamo contenti. Se non basterà, torneremo a quei cancelli.

Il 1 maggio, ci vediamo tutti e tutte alle 16:00 ai giardini K. Marx a Prato per un corteo che tornerà a rivendicare "8x5": otto ore di lavoro, cinque giorni la settimana.

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