gonews.it

Medici, Dattolo: “Alla Toscana servono 200 milioni per nuove assunzioni"

Pietro Dattolo

“In Toscana nel giro di pochi anni mancheranno circa 4.000 medici: abbiamo chiesto al ministro della Salute Roberto Speranza e al presidente della Conferenza delle Regioni Massimiliano Fedriga investimenti urgenti per assumere personale. Facendo una stima servono circa 300 milioni di euro. In Italia per la sanità sarebbero necessari 65 miliardi: il Pnrr ne porterà 19, poi ne arriveranno due dalla finanziaria per i prossimi due anni, ma queste risorse non bastano. Per questo il ministro Speranza ha promesso finanziamenti vincolati per le assunzioni. E anche il presidente Fedriga si è espresso in maniera favorevole”.

A dirlo è Pietro Dattolo, presidente dell'Ordine dei Medici di Firenze, dopo la conferenza nazionale sulla questione medica che si è svolta ieri a Roma. A latere della conferenza, all’Ordine fiorentino è stato prospettata la volontà di fare assunzioni da parte del governo.

“E' stato detto che il Mes non serviva all'Italia – aggiunge Dattolo – e invece poteva garantire 30 miliardi con un tasso quasi a zero: con quei fondi avremmo risolto molti problemi”.

“La Regione Toscana – spiega il presidente dell'Ordine – dice che non può assumere medici perché il Ministero non dà i fondi, il Ministero dice che i soldi ci sono. Mancano gli specialisti come conseguenza di anni di disastrosa programmazione universitaria e mancato incrocio fra gobba pensionistica degli specialisti ospedalieri e fabbisogni.
Serve alla svelta una soluzione perché le figure professionali mancanti arriveranno solo fra qualche anno. Il ministro infatti ha risolto il cosiddetto imbuto formativo dando quest’anno ben 17400 borse, ma gli specialisti saranno formati solo fra 4-5 anni. E allora? Bisogna trovare soluzioni immediate come quella di assumere gli specializzandi consentendo la formazione negli ospedali.

La legge che ci consente di assumere specializzandi al terzo e quarto anno – conclude Dattolo –, c’è già, allora assumiamoli. Da questo punto di vista è necessaria una collaborazione con l'Università: solo in Italia gli specializzandi sono considerati ancora studenti, in tutte le altre parti del mondo sono medici”.

Fonte: Ufficio Stampa

Exit mobile version