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Pasqua di speranza per turismo e ristorazione pisani. Ma il futuro fa paura

Roberto Tommasoni

La Pasqua riesce almeno ad addolcire un 2022 finora amarissimo per strutture ricettive, ristoranti e locali di Pisa e provincia. La guerra e l'aumento dei prezzi delle materie prime e dell’energia non fanno dormire sonni tranquilli agli operatori del turismo e ai pubblici esercizi, che vedono nel week-end pasquale soprattutto un segnale di speranza in grado di portare un pizzico di ottimismo per il futuro.

“Temevamo che la guerra fosse ancora più impattante sui flussi turistici” ammette il presidente ConfAlberghi Confcommercio Pisa, Roberto Tommasoni. “Per la prima volta dopo mesi invece vediamo finalmente segnali positivi. Le prenotazioni per le festività di Pasqua fortunatamente non mancano, sia da parte dei turisti italiani che stranieri. Parliamo di pernottamenti brevi, ma in linea con la media del periodo. Quello che ci preoccupa sono soprattutto i rincari. Per gli alberghi tutte le spese sono aumentate, e alla fine dell'anno andremo a pagare almeno il 50% in più di luce e gas e il 10% in più per le spese di lavanderia rispetto all'anno scorso. Con spese così alte, pur cercando di non ritoccare i prezzi, diventa difficile sopravvivere”.

Un quadro confermato dal presidente FederAlberghi Pisa, Andrea Romanelli: “Per Pasqua prevediamo un'occupazione dell'80-90% nelle strutture di Pisa e provincia, trainate dal turismo italiano e da un volume di prenotazioni in aumento anche da parte di visitatori stranieri. Ci prendiamo i numeri positivi di questo aprile ben consapevoli che continueremo a navigare a vista. Mancano infatti le prenotazioni di medio e lungo periodo, con l'estate e l'ultimo trimestre 2022 che restano ancora un punto interrogativo. Gennaio e febbraio sono andati persi e speriamo davvero di ricominciare a lavorare seriamente, anche auspicando un definitivo abbandono delle misure restrittive a partire dal 1 maggio”.

Dopo mesi di lockdown e restrizioni, dove delivery e asporto hanno rappresentato le uniche occasioni di lavoro per molti locali, tornano a riempirsi le tavole dei ristoranti per il pranzo di Pasqua. “Poter tornare ad accogliere i clienti per Pasqua dopo due anni ci permette finalmente di respirare un'aria di normalità” afferma la presidente di ConfRistoranti Confcommercio Pisa Daniela Petraglia. “Il 2021 è stato un anno nero per i ristoranti pisani, con la chiusura di 243 imprese di ristorazione a Pisa e provincia e quasi 1.000 attività in tutta la Toscana. Nonostante l'incertezza portata dalla guerra e i rincari sempre più gravosi speriamo davvero che il peggio sia alle spalle. Le prenotazioni di questi giorni ci portano ad essere ottimisti, l'atmosfera spettrale che circondava la città sta lasciando il posto a un flusso sempre più consistente di persone e turisti e speriamo che il trend continui anche nei prossimi mesi”.

“Le presenze in aumento registrate già dallo scorso week-end ci fanno ben sperare” conferma il presidente Fipe Confcommercio Pisa Alessandro Trolese. “Purtroppo vivremo una ripresa a piccoli passi, condizionata dall'assenza del turismo russo e ucraino e dal nuovo lockdown imposto in Cina che frenerà ulteriormente gli arrivi. Dovremo contare soprattutto sulla domanda interna, che rischia di essere insufficiente per fronteggiare i rincari con cui titolari e gestori di bar e locali fanno i conti dall'inizio dell'anno. Parliamo di bollette di gas e luce salite fino al 50%, e dei prezzi di prodotti alimentari e materie prime aumentati in media del 25%. In questo contesto incerto e complicato è davvero difficile tenere in piedi un'attività”.

Fonte: Confcommercio Pisa - Ufficio Stampa

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