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Latte San Ginese, un anno di cassa integrazione e cessione del marchio

Si erano lasciati lo scorso 10 marzo con una stretta di mano virtuale per concretizzare in breve tempo un accordo che scongiurasse i licenziamenti dei lavoratori della San Ginese, l’azienda di lavorazione del latte nel comune di Capannori (LU). Ieri - al tavolo convocato da Valerio Fabiani, consigliere del presidente Giani per lavoro e crisi aziendali, per la prima volta in presenza presso la presidenza regionale -, i rappresentanti di Arborea, la proprietà, i sindacati e le rsu, l'Unità di crisi e Arti, hanno sottoscritto il patto che conferma la cassa integrazione per 1 anno per i 24 lavoratori attualmente in carico all'impresa e un percorso per la reindustiralizzazione del sito.

"Nel dettaglio l'accordo prevede lo stop ai licenziamenti con il ricorso ad un ammortizzatore sociale", ha detto Valerio Fabiani. "Allo stesso tempo sono stati definiti gli impegni finalizzati alla reindustrailizzazione del sito: Arborea si impegna, fra le altre cose, a incaricare un advisor specializzato con la missione di fare scouting e favorire e supportare il possibile processo di reindustrializzazione; per chi acquisisse l'azienda verrà inoltre messa a disposizione una dote economica, insieme ai vari asset aziendali, compreso il marchio. Abbiamo compiuto un passo decisivo ma il nostro impegno continua", ha concluso.

Il sindaco di Capannori, Luca Menesini, esprime soddisfazione per l’accordo raggiuto al tavolo regionale sulla vertenza San Ginese.

“Il risultato raggiunto dal tavolo regionale è di grande importanza perché con lo stop ai licenziamenti, l’attivazione degli ammortizzatori sociali, e l’impegno concreto per la reindustrializzazione del sito produttivo San Ginese attraverso un advisor qualificato vengono tutelati i lavoratori, il marchio, la storia dell’azienda e più in generale, il territorio. Ringrazio la Regione Toscana e in particolare il consigliere delegato per lavoro e crisi aziendali del presidente Giani, Valerio Fabiani, per l’impegno e la tenacia con cui hanno condotto insieme a noi la trattativa. Questa vicenda ci conferma che il gioco di squadra fra i livelli istituzionali è fondamentale per raggiungere obiettivi importanti per lavoratori, cittadini e imprese".

“Ora che i licenziamenti sono stati scongiurati, l’attenzione va necessariamente rivolta alla tutela della filiera del latte. Senza adeguati sostegni la filiera del latte sparisce, si devono tutelare allevatori, stalle e aziende” lanciano l’appello il Consigliere regionale di Fratelli d’Italia, Vittorio Fantozzi, vicepresidente della Commissione Sviluppo economico, il consigliere provinciale e capogruppo in consiglio comunale a Capannori, Matteo Petrini, ed il coordinatore comunale di Fratelli d’Italia, Paolo Ricci.

“La priorità deve essere adesso quella di mettere nelle condizioni gli allevamenti di ottenere una giusta remunerazione. Non possiamo non tener conto della crisi della zootecnica nella provincia di Lucca con una stalla su tre già chiusa, come sottolinea Coldiretti, alla luce anche degli insostenibili costi di produzione. A settembre 2020 le stalle che fornivano il latte ad Arborea non furono difese e da allora il latte lavorato nello stabilimento di Capannori non è lucchese. Regione e Governo devono mettere in campo gli strumenti e le risorse necessarie a tutela delle stalle, dei lavoratori e del territorio, se la filiera non regge le conseguenze per le aziende del latte sono immediate. Il prezzo del latte non può essere inferiore ai costi di produzione” ricordano gli esponenti Fdi.

“Alla Regione e al Comune di Capannori chiediamo di istituire un tavolo con le associazioni degli allevatori ed i lavoratori con l’obiettivo di creare un soggetto di filiera corta che torni a riprendere le vecchie quote del mercato locale. Per quanto ci riguarda, incontreremo gli allevatori e le associazioni di categoria per raccogliere suggerimenti così da presentare adeguati atti nelle opportune sedi istituzionali” sottolineano Fantozzi, Petrini e Ricci

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