Accoglienza, l'esempio del sindaco Spinelli: "Accolgo quattro persone, ma non sono un eroe"
Quando ci ha risposto al telefono stava terminando di montare la cucina. Già, a volte i piccoli ma grandi gesti hanno ancora la magia di scaldarci il cuore, di regalarci un sorriso commosso. E badate bene, sia chiaro, a chi prova a raccontare questa storia proprio non interessa che a rendersene protagonista sia stato un sindaco. Non si amano i lustrini, ma i gesti veri. Dicevamo appunto, stava sistemando i mobili in cucina Alessio Spinelli, primo cittadino di Fucecchio che ha messo a disposizione un piccolo appartamento di proprietà per ospitare i piccoli Denis e il fratellino Antov, rispettivamente di 6 mesi e 14 anni di età, insieme alla mamma Anna e alla nonna paterna Raisa: tutti e quattro profughi ucraini in fuga dalla propria patria devastata dalla guerra.
La famiglia per il momento si trova in alloggio presso un albergo di Santa Croce sull'Arno, ma a breve si trasferirà proprio nella casa messa a disposizione da Spinelli, che ci tiene a precisare: "Voglio dire una cosa, lo faccio rivolgendomi ai miei amici, a tutti i concittadini - esordisce il sindaco -. Presti aiuto chi davvero se la sente, soltanto coloro i quali provino la stessa necessità fiorire dalla coscienza come è successo a me. Ritengo che in una situazione simile non ci si possa voltare dall'altra parte, ma siano atti sentiti, coinvolti e coinvolgenti. A me non interessa nemmeno che tutto questo faccia notizia. Io, mia moglie e i miei figli lo abbiamo fatto perché ce lo siamo sentiti".
Ricordiamo che il sindaco di Fucecchio era stato ad inizio marzo proprio al confine tra Polonia e Ucraina per portare soccorso alla popolazione martoriata da bombardamenti e colpi di artiglieria. "Ci siamo fermati nella località polacca di Przsemys io e gli amici con cui ho intrapreso il viaggio, tra i quali c'erano il presidente della Pubblica Assistenza di Fucecchio Luigi Checchi, l'assessore Valentina Russoniello e la signora Anna, madrelingua ucraina - sottolinea Spinelli - Eravamo a circa 10 chilometri dal confine ucraino, a 70 da Leopoli. In quell'occasione abbiamo portato con noi in Italia sei persone e ci siamo attivati perché la Pubblica Assistenza di Fucecchio potesse andare a prendere una madre, un padre e tre bambini uno dei quali tetraplegico".
Il video del viaggio della delegazione fucecchiese in Polonia
Ma aiutare si può davvero tutti, anche a migliaia di chilometri da Kiev. Nell'Empolese Valdelsa, ad oggi, sono 211 i profughi che trovano rifugio dalla guerra, di cui 40 nel solo territorio comunale di Fucecchio. "Ci è sembrato corretto appellarci alla buona volontà delle persone - conclude Alessio Spinelli - abbiamo pubblicato un avviso pubblico sul nostro sito che invita, chi volesse e ne fosse in grado, a mettere a disposizione case e strutture volte all'accoglienza di chi arriva, stremato, alla ricerca di una vita migliore in un momento così tragico".
Il sogno di tutti, d'altronde, è che anche il piccolo Denis e suo fratello possano presto tornare a casa a giocare sereni, intanto, però, pensare un uomo tra bulloni e viti intento a creare una cucina o una cameretta accogliente, ci fa sperare ancora nell'umanità.
Gianni Capuano