Arrivati a Siena due studenti afghani: incontro con il rettore Frati
Sono finalmente a Siena Sayeeda e Edriss, i due giovani afghani, fratello e sorella, che dall’agosto scorso stavano provando a venire a studiare in Italia. Li ha accolti, nel palazzo del rettorato, il Rettore Francesco Frati per esprimere loro la vicinanza e l’affetto di tutta la comunità accademica.
La catena della solidarietà si è ancora una volta attivata ed ha permesso ai due giovani di raggiungere prima Roma e poi Siena, dove adesso stanno perfezionando le pratiche di iscrizione all’Università di Siena. Proseguiranno gli studi, interrotti all’Università di Kabul, iscrivendosi ai corsi dell’area ingegneristica e informatica.
La complessa macchina organizzativa è in moto da molti mesi ed ha coinvolto numerosi enti e associazioni in uno sforzo comune per consentire ai due studenti di intraprendere il viaggio in sicurezza, attraverso un programma di protezione internazionale che ha permesso loro di ottenere il visto per studiare in Italia.
Tutto è partito dalla sorella dei due giovani, che lavora a Roma presso l’Associazione Gustamundo, impegnata nella “casa-cucina” multietnica. Parwana, questo il suo nome, si è attivata con la stessa associazione Gustamundo, che opera in progetti di inclusione di rifugiati e richiedenti asilo, per realizzare il sogno dei ragazzi di poterla raggiungere in Italia e qui iniziare una nuova fase della vita iscrivendosi ad un ateneo italiano.
Sono stati molti gli attori coinvolti, fra i quali l’Associazione Gustamundo, la Comunità di Sant’Egidio, il Consiglio Italiano per i Rifugiati (CRI); e con il supporto di Giovanna Romano presidentessa del Gruppo stampa autonomo Siena. Oltre ai professori Federico Lenzerini e Fabio Mugnaini che si è attivato per l’iter di protezione internazionale.
Tale sinergia ha consentito ai due giovani di lasciare l’Afghanistan dove, dopo il ritiro delle forze internazionali, sono diminuite le possibilità di accesso agli studi, specialmente per le ragazze.
Secondo le stime dell’Agenzia delle Nazioni Unite per i Rifugiati (UNHCR) solo il 3 per cento dei rifugiati a livello globale ha accesso all’istruzione superiore; mentre scuola e università offrono una importante opportunità per percorsi di crescita culturale e inclusione sociale.
L’Azienda Regionale per il Diritto allo studio universitario (DSU Toscana) e l’Amministrazione comunale di Siena stanno già fornendo il supporto necessario; i due studenti sono infatti ospitati presso la residenza universitaria di Uopini e possono già usufruire dei servizi della ristorazione universitaria. Risultano inoltre assegnatari della borsa di studio DSU per frequentare l’Università di Siena.
Edriss e Sayeda hanno espresso grande soddisfazione e gratitudine verso tutti coloro che si sono adoperati per il loro arrivo in Italia e all'Università di Siena per l’accoglienza. Edriss ha affermato che si impegnerà al massimo negli studi universitari e Sayeda ha dichiarato la sua soddisfazione per poter proseguire gli studi in Italia, in questo momento nel quale, nel suo Paese, tale diritto per le ragazze non è del tutto riconosciuto.
“Sono contento di accogliere Sayeeda e Edriss, che da oggi diventeranno parte della nostra comunità universitaria - ha detto il Rettore Francesco Frati - . Siamo anche orgogliosi degli sforzi fatti dalle nostre articolazioni dell’Ateneo e dai numerosi partner che abbiamo incontrato lungo questo percorso di solidarietà e accoglienza. Un percorso a cui ci onoriamo di aver partecipato e che offre una nuova prospettiva di studio e formazione a due giovani afghani”.
“Quello che è nostro dovere come amministrazione comunale è garantire agli studenti provenienti dall’Afghanistan un percorso di integrazione sociale e culturale in linea con il programma di protezione internazionale a cui devono sottostare. Questo l’obiettivo della convenzione stipulata con l’ateneo senese - ha spiegato l’assessore al Sociale del Comune di Siena Francesca Appolloni - oltre al contributo economico che garantisce loro il diritto allo studio sarà fondamentale il loro inserimento all’interno del tessuto cittadino nel pieno rispetto della storia dalla quale provengono”.
"Nell'agosto 2021, a pochi giorni dalla partenza degli ultimi ponti aerei, alcuni colleghi della Rai mi hanno chiesto un aiuto per mettere in contatto Gustamundo con i referenti giusti all'interno dell'Università e consentire ai due fratelli di lasciare l'Afghanistan con un permesso di studio - ha detto Giovanna Romano, presidentessa del Gruppo stampa autonomo Siena - . Abbiamo costruito una vera e propria catena umana di solidarietà che ha legato Kabul, Siena e Roma: non è stato facile tenere alta l'attenzione e la speranza in questi lunghi mesi segnati da tante avversità e contrattempi. Siamo felici del network creato e che finalmente Edriss e Sayeeda possano ripartire dalla nostra città con un nuovo capitolo della loro vita".
“Sono soddisfatto per la felice conclusione di questa vicenda che ci ha tenuti con il fiato sospeso fino alla fine - ha dichiarato Pasquale Compagnone dell’Associazione Gustamundo - . Abbiamo riacceso le loro speranze di continuare a studiare e siamo contenti per aver contribuito alla realizzazione del loro sogno di un riscatto. Speriamo che adesso si concretizzi lo stesso percorso anche per le altre due sorelle bloccate a Kabul”.
Adesso Edriss e Sayeeda inizieranno la loro vita universitaria a Siena; sono cosi già dieci gli studenti afghani arrivati a Siena con i corridoi umanitari, e per i quali si è aperta proprio a Siena una nuova prospettiva di studio e di integrazione.
All’incontro di oggi erano presenti Letizia Marsili e Luca Verzichelli, delegati del Rettore, il Direttore Generale dell’Università di Siena Emanuele Fidora, Angelita Campriani e Katia Di Rienzo dello sportello “Just Peace”, il progetto che predispone e sviluppa politiche attive di accoglienza e inclusione delle studentesse e degli studenti sotto protezione internazionale.
Oltre che al network Crui RUniPace, l’Università di Siena aderisce anche al Manifesto per l’Università inclusiva, promosso da UNHCR, per favorire l’accesso dei rifugiati all’istruzione universitaria e promuovere l’integrazione sociale e la partecipazione attiva alla vita accademica.
Fonte: Università di Siena - Ufficio stampa