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Niente luci, riscaldamenti spenti o abbassati: come i comuni affrontano il caro bollette

Il caro bollette si fa sentire sia per le imprese sia per le famiglie. Il peso del forte aumento di gas e luce grava anche sulle amministrazioni comunali e le conseguenze si stanno vedendo. La notizia più importante delle ultime ore arriva dalle Metrocittà e riguarda anche l'Empolese Valdelsa.

A Empoli, inoltre, il rialzo delle bollette ha portato alla decisione di chiudere la piscina comunale. Una scelta che ha suscitato polemiche e che, per ora, non lascia intravedere spiragli di luce in fondo al tunnel.

Sono molte le amministrazioni comunali che hanno deciso di intervenire. C'è chi ha abbassato i gradi dei riscaldamenti negli uffici pubblici e chi ha optato per spegnere l'illuminazione pubblica.

Quest'ultimo è il caso di Montaione. Il comune della Valdelsa, guidato da Paolo Pomponi, ha deciso di spegnere i lampioni nelle ore centrali della notte, per poter risparmiare dato che i costi sono raddoppiati. Lo stesso Pomponi qualche giorno fa lo ha reso noto su Facebook: "Con questi aumenti fuori controllo i benefici ottenuti sono stati vanificati e ci vediamo costretti ad attivare delle soluzioni, come spengere alcuni punti luce in talune strade e nei parchi pubblici del territorio comunale, negli orari centrali della notte, cercando di arrecare minori disagi possibili alla cittadinanza e nel contempo limitare il consumo di energia elettrica. Le prime strade interessate dall’intervento sono quelle del centro storico, quelle della zona Terraio, Via Salvadori, Via Berlinguer, Via Donizetti, Via Donatori di Sangue, Frazione di Mura. Successivamente saranno interessate altre zone del capoluogo e altre frazioni. Mi scuso con i nostri concittadini per le eventuali difficoltà o disagi che potrebbero insorgere in conseguenza di queste azioni purtroppo resesi necessarie".

Se Montaione piange, ci sono altri comuni che di certo non ridono. Una misura simile è stata presa in provincia di Siena a Rapolano Terme e anche sulla montagna pratese a Vernio, in entrambi i casi sono stati spenti i lampioni delle viabilità secondarie. A seguito dell'iniziativa di un mese fa di Anci anche il comune di Marciana all'Elba ha scelto di prolungare lo spegnimento dell'illuminazione in alcune strade.

Poi ci sono i termosifoni, altra gatta da pelare. Le ultime due decisioni in ordine cronologico vengono dalla provincia di Firenze e fanno seguito all'ordinanza di fine febbraio a Bagnone, in provincia di Massa Carrara. Bagno a Ripoli e Rignano sull'Arno hanno abbassato di qualche grado i riscaldamenti.

“Il problema energetico è strettamente correlato alla tutela dell’ambiente - hanno scritto il sindaco ripolese Francesco Casini e l’assessore all’ambiente Enrico Minelli -. Spegnendo qualche ora prima del previsto i termosifoni ridurremo i consumi con benefici per l’ambiente e per le bollette, destinate purtroppo ad aumentare a causa del caro energia e alla luce della drammatica situazione internazionale. Inizieremo dai pomeriggi in cui c’è meno affluenza nei pubblici uffici approfittando della stagione mite in arrivo, per non creare disagi al personale e alla cittadinanza. Ma vorremmo estendere l’iniziativa e anzi lanciamo un appello ai cittadini a ridurre, dove possibile, il riscaldamento anche nelle abitazioni private”. 

Mentre Bagno a Ripoli lascia fuori le scuole, Rignano le include. L'amministrazione Lorenzini, infatti, ha disposto la riduzione di due ore dell'orario di accensione del riscaldamento in tutte le sedi comunali, oltre a abbassare di un grado la temperatura. Anche i plessi scolastici nel territorio comunale avranno la riduzione di un grado nella temperatura interna e di un’ora per quanto riguarda l’accensione del riscaldamento.

La buona notizia è che la bella stagione è alle porte e ci sarà molto meno bisogno del riscaldamento o dell'illuminazione. La speranza è che la primavera non tardi a arrivare.

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