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Assemblea No Keu: "L'accordo Arpat-UniPi è una scusa della politica per non fare niente?"

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Le informazioni che stanno filtrando in queste settimane dal fronte istituzionale sulla vicenda Keu ci preoccupano e non poco. L’ultima notizia in ordine di tempo riguarda la relazione finale della commissione di inchiesta istituita dalla Regione. Una relazione di cui ancora non si conosce il contenuto, che è stata votata solo dalla maggioranza. Mentre le opposizioni in consiglio ne hanno presentata una alternativa, accusando la giunta peraltro di non aver collaborato.

Dopo un anno di lavoro, insomma, uno dei più grossi scandali toscani degli ultimi anni viene affrontato dalla politica in maniera incompleta e parziale. E questo, in attesa di leggere quello che è emerso, la dice già lunga.

Nel frattempo la giunta regionale continua a battere il tamburo sull’accordo stretto tra Arpat e Dipartimento di Scienze della Terra dell’Università di Pisa e finanziato con 97mila euro dalla Regione. Un accordo di collaborazione tecnico-scientifica che si inserisce nell’attività di approfondimento e analisi sul comportamento del Keu non conforme smaltito in 13 siti in tutta la Toscana. L’analisi, a quanto riportato, durerà 12 mesi e permetterà di capire il comportamento del materiale inquinante nelle diverse matrici (acque sotterranee e suolo), studiandone la reattività e applicando i risultati alla pianificazione di esperimenti di microcosmo in laboratorio che riproducano e simulino le condizioni naturali in cui il Keu può trovarsi. Questi dati rappresenteranno, secondo Arpat, DST e Regione, «la base per lo studio della stabilità del Keu e i suoi aggregati in natura, presupposti per i processi di rilascio di cromo esavalente alla fase acquosa e per la pianificazione di azioni di mitigazione».

Ecco, tutto questo ci sembra una cosa buona anche se ci fa sorgere alcune domande su questioni che la giunta regionale si è guardata bene dallo spiegare con chiarezza. Le domande partono dal fatto che le analisi svolte finora hanno individuato la presenza sui terreni contaminati di cromo esavalente e di altri veleni. Le nostre terre sono contaminate e siamo ancora in attesa di capire, a quasi un anno dalla pubblicazione dell’inchiesta e a oltre due mesi dal termine che la Regione si era fissata per comunicare i dettagli del piano di caratterizzazione che dovrà portare alla bonifica, quali passaggi saranno effettuati.

Quello che non ci è chiaro è se dovremo aspettare che l’analisi di Arpat e Dipartimento di Scienze della Terra produca i suoi risultati prima di fare passi in avanti sulla bonifica. Quale è il significato d questo accordo e dove è andato a finire il piano di caratterizzazione promesso dalla Regione?

Non vorremmo che questa operazione, che ha un grande valore in termini di studio e indirizzo, fosse una scusa che la politica ancora una volta utilizza per non fare niente. Perché l’inquinamento sui territori c’è e non attenderemo un altro anno con i teli per terra e con le mani in mano.

Fonte: Assemblea permanente “No Keu”

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