Aumenti carburante, l'allarme dalle associazioni di categoria: "Utenza e gestori in crisi"
Carraresi, CNA Fita: "Il costo dei carburanti deve essere calmierato"
1,60 euro/litro alla metà di gennaio, 1,7 alla metà di febbraio e 2,006 in questi giorni, per un aumento complessivo del gasolio del 47% rispetto al 2020. Situazione ancora più pesante per gli autotrasportatori che hanno effettuato investimenti green: un camion a metano deve sopportare un rincaro del carburante di quasi il 90% che si traduce in un aumento di spesa di oltre 18mila euro l’anno.
"Il costo dei carburanti deve essere calmierato: ci aspettiamo risposte, che per altri settori sono già state individuate. Caro-energia per noi vuol dire caro-carburanti" spiega Marco Carraresi, presidente Unione Fita Trasporti merci e persone di CNA Firenze.
Il “noi” si riferisce alle 2.608 imprese attive (dati Camera di Commercio di Firenze, 4° trimestre 2021) nel settore trasporti/magazzinaggio nella Città Metropolitana di Firenze. Un comparto, per il 66% artigiano, in sofferenza negli ultimi due anni di pandemia in cui ha perso il 5% delle proprie imprese.
Il problema, però, non è solo quello, enorme, del costo dei carburanti, ma anche quello della loro difficile reperibilità.
"Le compagnie petrolifere stanno tagliando le forniture di oltre il 50% e, a catena, tutti gli utenti finali iniziano a subirne conseguenti ed allarmanti ripercussioni. Una situazione che deriva dalla crisi internazionale ma, probabilmente, anche da sacche di speculazione senza scrupoli" prosegue Carraresi.
Tagli e aumenti che colpiscono non soltanto gli autotrasportatori che stanno iniziando ad avere difficoltà nella programmazione dei loro servizi, ma anche Ncc, bus operator e tassisti che hanno visto aumentare esponenzialmente i costi fissi della propria attività (di cui i carburanti rappresentano circa il 30%) a fronte di tariffe, invece, ferme da anni.
Una platea di interessati finisce per allargarsi ad interi settori dell’economia che rischia così di spegnersi ancor più: idraulici, elettricisti, falegnami, padroncini, agenti di commercio.
"Chiediamo al Governo un maggiore ed immediato sforzo per contenere queste difficoltà e contribuire a rassicurare gli operatori del settore. Tra le misure, una riduzione delle accise che gravano sui carburanti: da una parte l’estensione del credito di imposta come rimborso anche per chi ha automezzi sotto le 7,5 tonnellate, dall’altra l’innalzamento del livello massimo consentito dall’Unione Europea per tale credito, ormai raggiunto dagli autotrasportatori che già adesso possono richiederlo" conclude Carraresi.
Confesercenti Toscana Nord, Faib scrive ai parlamentari e lancia una locandina da esporre ai distributori
"La situazione di questi ultimi giorni è davvero preoccupante per il dramma umanitario a cui stiamo assistendo. I risvolti sono ovviamente gravissimi anche dal punto di vista economico finanziario. La nostra categoria oggi assiste ad una crescita esponenziale dei prezzi che crea enormi difficoltà sia alle nostre attività ma allo stesso tempo influisce pesantemente sulla produzione e sul commercio. La Faib Confesercenti si sta adoperando per far comprendere alla politica che dove intervenire con misure di contenimento dei prezzi e al contempo con misure che aiutino le gestioni a sopportare i crescenti costi che mettono a serio rischio la tenuta delle nostre attività". Inizia così la forte presa di posizione di Faib Toscana Nord, con il suo presidente Alessandro Vietina, all’aumento esponenziale del carburante con conseguenze sull’utenza ma anche sui gestori. Faib Toscana Nord che ha deciso di lanciare un segnale forte chiedendo ai propri associato di esporre sugli impianti una locandina (anche da condividere sui canali social) e scrivendo una lettera ai parlamentari eletti nel proprio territorio affinchè si facciano portavoce, nei confronti del governo, del disagio della categoria sostenendo la necessità azioni di sostegno concrete e immediate.
"I listini dei prodotti petroliferi e i conseguenti prezzi di vendita al pubblico continuano a crescere, confermando un trend su cui gravano pesantemente i nefasti scenari geopolitici – si legge nella lettera a firma del presidente Alessandro Vietina ai parlamentari del territorio -. Una condizione che prima ancora di pesare sull’automobilista, grava sui gestori chiamati a una maggiore esposizione finanziaria per l’acquisto dei prodotti petroliferi, a sostenere un incremento dei costi della moneta elettronica oltre a una contrazione dei consumi che, seppur nel 2021 avessero in parte recuperato i volumi rispetto al drammatico anno precedente, non si sono più attestati sulle quote del 2019. In questo contesto ci preme sottolineare come l’utile lordo del gestore sia un margine pro litro, svincolato dal prezzo di vendita del carburante al pubblico, che si attesta mediamente intorno ai 3,5 centesimi pro litro. Margine, per dinamiche contrattuali non incrementabile, con il quale sostenere tutti i costi di gestione, dal personale, alle utenze, ai costi bancari e oneri finanziari".
Da qui le richieste di Faib Toscana Nord. "Chiediamo l’apertura di un Tavolo di crisi del settore presso il Ministero e l’immediata sterilizzazione dell’Iva sui rialzi dei listini dei prodotti petroliferi. Un modo che riteniamo possa contenere, almeno in parte, i costi del carburante, che altrimenti si trasferirebbero su tutte le filiere movimentate su gomma, dall’alimentare di prima necessità a qualunque servizio che implichi una mobilità pubblica o privata. E ancora il credito d’imposta sulla parte eccedente di sovrapprezzo di energia elettrica rispetto alla media corrisposta nel 2019 e l’abbattimento del 100% delle spese per le transizioni elettroniche a favore di banche e circuiti".