Invasione in Ucraina, Lega San Miniato: "Sforzi diplomatici dovevano essere massimizzati"
L’aggressione alla nazione e al popolo dell’Ucraina è un’ azione folle messa in atto da uno Stato, la Russia, legata all’Ucraina da secolari vincoli storici e culturali. Sono due stati che per secoli hanno rappresentato il cuore della Russia e ciò rende questa guerra ancora più incomprensibile.
La Russia con l’invasione in atto non ha derogato ad alcuni accordi internazionali, li ha letteralmente stracciati tutti. Elementari principi di convivenza civile come la autodeterminazione, la libertà di ciascun popolo di scegliersi il proprio Governo sono stati messi in discussione e schiacciati con i carri armati.
Quali che siano le motivazione che hanno mosso la Russia a intraprendere questo tragico passo, esse non possono essere tali da giustificare una simile azione, tanto più se compiuta per privare della libertà una moderna e civile nazione collocata nel cuore dell’Europa.
In questi giorni si è sovente parlato di indebolimento della sfera di influenza russa, e questo è comprensibile. Ma la sfera di influenza economica e politica si ottiene e si difende con il dialogo, con la diplomazia, offrendo opportunità di pace e benessere, non con la forza delle armi. Non è possibile pensare di applicare oggi la funesta dottrina brezneviana della “sovranità limitata” con la quale nel 1968 la Unione Sovietica volle giustificare una analoga aggressione alla Cecoslovacchia. Sono trascorsi oltre 50 anni da quei tragici e sanguinosi avvenimenti, i popoli nel frattempo hanno maturato una più spiccata sensibilità verso valori fondamentali come la libertà e la democrazia, e nessuno è più disposto a giustificare come avvenne per la Cecoslovacchia atti di prevaricazione nei confronti di popoli il cui desiderio è solo quello di voler scegliere il proprio destino nella libertà e nella democrazia..
Putin dovrebbe domandarsi per quali motivi quasi tutti i Paesi che fecero parte del Patto di Varsavia anelano ad entrare nell’orbita dell’Europa e della Nato lasciandosi alle spalle vecchi schemi di cooperazione che caratterizzarono la Unione Sovietica dei quali non vogliono sentire più parlare. Il desiderio di libertà, la voglia di democrazia per 50 anni negata, il timore di dover sopportare imposizioni economiche e sociali sotto la costante minaccia delle armi e della polizia politica, sono stati i fattori che hanno attratto gli ex paesi satelliti di Mosca verso l’ area geopolitica occidentale. Putin e la Russia si lascino alle spalle le anticaglie del passato, e non avranno più necessità dei carri armati per catalizzare intorno alla Russia simpatie ed alleanze.
Detto questo è necessario anche chiedersi se in questi ultimi anni e mesi sono state adeguatamente coltivate le vie della diplomazia, sapendo bene – da parte del mondo occidentale – che in caso di mancato accordo quasi certamente la Russia sarebbe passata alle maniere forti e quindi all’uso delle armi. Alla diplomazia occidentale non poteva sfuggire che in analoghe situazioni, nei confronti dei paesi limitrofi la Russia ha sempre risolto le questioni di questa natura con la forza. Carri armati in Ungheria nel 1956, carri armati in Cecoslovacchia nel 1968. Ci domandiamo se era proprio così difficile ipotizzare una analoga cosa nel 2022.
Era evidente che in caso di aggressione russa l’Ucraina non avrebbe potuto ricevere aiuti militari diretti dell’Occidente, come era noto che numerosi paesi europei sono dipendenti dalla Russia per fondamentali fonti energetiche e che quindi l’arma delle sanzioni sarebbe stata complicata, come i fatti poi hanno dimostrato. Avendo ben presente queste cose gli sforzi diplomatici dovevano essere massimizzati. Probabilmente ciò avverrà in queste ore, ma allora è anche giusto chiedersi se non sarebbe stato più opportuno farlo prima per evitare tanti lutti e sofferenze, e una crisi internazionale fra le più gravi dopo la seconda guerra mondiale.
Nel riaffermare la nostra forte condanna a questa insensata aggressione rivolta ad un paese amico e democratico che vuole rimanere libero, deprechiamo anche l’atteggiamento giustificazionista assunto in queste ore da paesi come Cuba, Venezuela, Corea del Nord, Iran e Bielorussia.
Inviamo infine un commosso pensiero di solidarietà alla nazione Ucraina, al suo coraggioso popolo, alla numerosa comunità ucraina che risiede e lavora in Italia, qualunque lavoro essa svolga.
Fonte: Lega San Miniato