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#IpaziaCcm2021, un progetto di prevenzione contro la violenza su donne e minori

Accrescere le capacità di operatori e operatrici, soprattutto della sanità territoriale, per individuare tempestivamente i casi di violenza, favorire l’accesso alle reti territoriali in sicurezza, facilitare percorsi di fuoriuscita dai contesti d’abuso e di violenza e prevenire i casi di re-vittimizzazione. E’ questo uno dei principali obiettivi del progetto “Ipazia Ccm 2021 - Strategie di prevenzione della violenza sulle donne e sui minori”, presentato ufficialmente insieme al logo, nel corso dell’evento nazionale di lancio, tenutosi oggi, nella sede della Regione Toscana in Palazzo Strozzi Sacrati, a Firenze.

Il raggiungimento di questo obiettivo sarà possibile attraverso l’erogazione di un modello formativo a distanza (corso fad) e la costituzione o il rafforzamento di reti tra le strutture sociosanitarie, gli enti, le istituzioni, i centri antiviolenza e le associazioni, che saranno coinvolte anche nella costruzione della formazione sul territorio.

Contemporaneamente, per la prima volta in Italia, vista la centralità e la trasversalità della figura infermieristica, grazie alla collaborazione con il team del professor Maurizio Masini del dipartimento di Scienze sociali politiche e cognitive dell’Università di Siena, verrà realizzata una community infermieristica con una piattaforma dedicata, finalizzata alla creazione di una rete professionale dinamica attraverso la condivisione rapida di idee, progetti e criticità.

Il progetto #IpaziaCcm2021, della durata di due anni, è finanziato dal Ministero della Salute nell’ambito della linea 4 del Programma Ccm 2021 (Centro nazionale per la prevenzione e il controllo delle malattie) ed ha l’obiettivo di rafforzare i servizi di assistenza e supporto a donne e minori vittime di violenza attraverso la formazione di operatrici e operatori di area sanitaria e socio-sanitaria, con particolare riguardo agli effetti del Covid-19.

Capofila del progetto è la Regione Toscana - Asl sud est, gli enti partecipanti sono: l’Istituto Superiore di Sanità, l’Istituto nazionale per la promozione della salute delle popolazioni migranti e il contrasto delle malattie della povertà, la Fondazione Irccs Cà Granda ospedale maggiore policlinico di Milano e le Aziende sanitarie locali del Friuli Occidentale, dell’Umbria 1, di Lecce e di Matera. Il logo del progetto, presentato oggi nel corso dell’evento di lancio rivolto al personale sanitario e socio-sanitario, ha un grande valore simbolico a partire dal nome (Ipazia) e dal colore, sintesi di varie sfumature (glicine).

La coordinatrice scientifica del progetto #IpaziaCcm2021 è Vittoria Doretti (dell’Asl Toscana sud est) responsabile della Rete regionale Codice Rosa.

“Il progetto Ipazia è la perfetta sintesi del percorso realizzato a oggi, a partire dall’esperienza del nostro Codice Rosa avviato nel 2009 e che negli anni è cresciuto e si è evoluto - commenta il presidente della Regione Toscana Eugenio Giani -. Il nostro auspicio è quello di creare un modello operativo che rafforzi la cultura e la formazione in ambito sanitario per il contrasto alla violenza contro le donne e i minori, sperimentando anche nuove modalità, che possano poi essere diffuse anche a livello nazionale. In quest'ottica, l’azione di formazione delle operatrici e degli operatori del servizio sanitario nazionale, rappresenta una priorità e costituisce la prima importante azione da intraprendere, in collaborazione con i centri antiviolenza, gli enti e le istituzioni presenti nei territori. Durante la pandemia, le misure restrittive anti-Covid hanno contribuito ad aumentare il rischio di violenza di genere per la maggiore difficoltà di accesso alle reti sociali protettive e ai servizi. Una lezione, questa, che può aiutarci a far fronte al nuovo scenario, considerando strategie alternative di assistenza e di supporto alle donne e ai minori vittime di violenza, pur garantendo continuità alle politiche di prevenzione e protezione esistenti. Ringrazio tutti gli attori di questo straordinario progetto a partire dalla responsabile della Rete regionale Codice Rosa, Vittoria Doretti”.

“Il progetto Ipazia svolgerà una funzione importante nella lotta alla violenza contro donne e minori, un’emergenza del nostro tempo che richiede lavoro costante e azioni concrete, di cui occuparsi quotidianamente e non solo in occasione di giornate dedicate o dopo fatti tragici - afferma l’assessore regionale al diritto alla salute Simone Bezzini -. Con questo progetto, grazie ad una formazione dedicata, verranno trasmesse conoscenze e competenze puntuali alle operatrici e agli operatori dell’area sanitaria e sociosanitaria dei servizi territoriali, che ringrazio di cuore per il lavoro svolto, al fine di intercettare precocemente le vittime, costruire reti interdisciplinari, garantire equità di cura e diffondere la cultura della non violenza. Ciò è tanto più necessario alla luce degli effetti della pandemia non solo sanitari, ma anche economici e sociali, in relazione anche all’attenzione che il dibattito pubblico ha richiamato sulle difficoltà, che le donne hanno avuto in una situazione di convivenza forzata con un partner maltrattante. Come assessorato stiamo lavorando anche per rafforzare ulteriormente il progetto Codice Rosa, un’intuizione avuta 13 anni fa da professioniste e professionisti che avevano colto la necessità di garantire anche in pronto soccorso la presenza di personale con le capacità, le competenze e le sensibilità necessarie a riconoscere un caso di violenza e a saperlo gestire in modo adeguato e condiviso con tutte le istituzioni e i centri antiviolenza di riferimento. Negli anni 2012-2020 sono stati registrati un totale di 23.786 accessi per Codice Rosa nei pronto soccorso, ora i tempi sono maturi per dare ancora più corpo al progetto e Ipazia è una tappa cruciale di questo percorso”.

“L’Istituto superiore di sanità, a partire dal 2014 - dichiara Silvio Brusaferro, presidente dell’Iss - ha sviluppato percorsi di formazione blended e fad sul tema della prevenzione e del contrasto della violenza di genere. Grazie ai corsi sono stati raggiunti tutti i 651 pronto soccorso italiani e formati oltre 18.000 operatrici e operatori sanitari e sociosanitari. L’inclusione massiva dei pronto soccorso ha evidenziato con forza la necessità di coinvolgere, con le medesime metodologie formative, i servizi territoriali, in quanto rappresentano nodi cruciali della rete di prevenzione e contrasto della violenza su donne e minori. Pertanto, con il progetto #IpaziaCcm2021, il metodo formativo del 'problem based learning' si amplia ulteriormente. Si orienta sulle competenze, così come proposto dall’Iss nel corso dei lavori del G-20-2021 guidato dal nostro Paese, per offrire una visione comune a partecipanti con diverso background formativo. L’obiettivo è quello di accrescerne le capacità di individuazione, diagnosi, gestione e trattamento della violenza di genere, prevenire i casi di re-vittimizzazione e favorire la costituzione di reti territoriali tra i pronto soccorso e le strutture sociosanitarie, gli enti, le associazioni, i centri antiviolenza presenti sul territorio”.

“Come succede spesso nei lunghi viaggi, Codice Rosa in oltre 10 anni ha navigato molto, affrontando continue nuove sfide, ma sempre in squadra - spiega Vittoria Doretti -. Si è evoluto e rafforzato anche attraverso nuove e preziose alleate come, in primis, le altre aziende sanitarie, enti e istituzioni regionali, nazionali e internazionali. Centrali sono stati soprattutto il dialogo e la formazione con la rete dei centri antiviolenza e delle associazioni. Codice Rosa ha allargato il proprio network di riferimento e pian piano è progredito, ampliando il proprio raggio di azione e con una continua revisione attraverso l’ascolto, le relazioni e la formazione, che ne hanno progressivamente accresciuto l’orizzonte e la cultura. Oggi, grazie alla volontà del Ministero della salute, insieme a colleghe e colleghi prestigiosi delle nostre direzioni e Regioni coinvolte, affrontiamo con #IpaziaCcm2021 una grande sfida, quella di portare tutte le nostre esperienze pregresse, attraverso anche il vissuto di questi 2 anni di pandemia, a elaborare nuove metodologie e modelli per la formazione in particolare di operatrici e operatori della sanità territoriale in profondo raccordo con la parte ospedaliera, ambulatoriale, e in stretta sinergia con tutti gli altri attori di questo nuovo straordinario viaggio”.

Fonte: Regione Toscana

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