Invasione russa in Ucraina, manifestazioni e commenti dalla Toscana
Questa mattina la Russia ha invaso l'Ucraina. La situazione è in continua evoluzione, ma le notizie e le immagini che arrivano da molte città mostrano lo scenario di una guerra. Forte l'eco di condanna internazionale, così come dalla Toscana. Questa sera, giovedì 24 febbraio, si sta svolgendo il presidio "Uniti per la pace" dalle 19 in piazza Resistenza a Scandicci. Un momento organizzato dalla Regione Toscana, dalla Città Metropolitana di Firenze, da Anci Toscana e da Ali Toscana. Presenti il presidente della Regione Eugenio Giani, il presidente di Anci Toscana Matteo Biffoni, il sindaco Metropolitano Dario Nardella e i sindaci dei Comuni della Città Metropolitana, così come tante associazioni e cittadini.
"Uniti per la pace" a Scandicci
"Devono essere intraprese tutte le azioni per scongiurare una guerra inaccettabile - afferma il presidente di AnciToscana e sindaco di Prato Matteo Biffoni - Quello che sta accadendo alle porte dell'Europa è un passo indietro di 70 anni che non possiamo accettare. Costruire un'Europa di pace richiede l'attenzione costante di tutti e i sindaci toscani ribadiscono la loro contrarietà alla guerra e la necessità di sostegno unanime alle scelte che saranno fatte dal Governo italiano".
"Quanto sta avvenendo in queste ore in Ucraina è una ferita profonda" dichiarano Cgil-Cisl-Uil Firenze. "Abbiamo sempre auspicato la cessazione della guerra in ogni parte del mondo e invece dobbiamo vedere che proprio la guerra torna anche dentro il continente europeo. È necessario che i cannoni tacciano immediatamente e si avvii una soluzione politica e negoziata che porti ad una pace duratura. Sono necessari una politica di disarmo internazionale, una demilitarizzazione diffusa e la distruzione degli armamenti nucleari, unica vera garanzia per una coesistenza pacifica. Invitiamo a partecipare a tutte le iniziative per la pace già messe in campo (a partire dal presidio di oggi - indetto dai sindaci della Città Metropolitana - alle 19 in piazza Resistenza a Scandicci) e che si aggiungeranno nelle prossime ore, e ci impegniamo fin d'ora a promuovere una mobilitazione generale per dire no alla guerra".
Questa sera presente anche Simona Bonafé e una delegazione del Pd toscano al presidio di Scandicci. Mentre lunedì, in diretta sulla pagina facebook "Pd Toscana" sarà approfondito nel ciclo di incontri settimanali "Pd Live" l'argomento sull'invasione dell'Ucraina da parte della Russia. All'incontro parteciperanno Lia Quartapelle, responsabile Affari Internazionali del Pd nazionale e Simona Bonafé, segretaria del Pd toscano ed europarlamentare.
Anche una delegazione del coordinamento metropolitano di Italia Viva Firenze parteciperà alla manifestazione "uniti per la pace" prevista per questa sera in piazza della resistenza a Scandicci. Saranno presenti, tra gli altri, Tommaso Triberti, sindaco di Marradi, consigliere metropolitano e coordinatore provinciale di Firenze, Francesco Grazzini, coordinatore cittadino di Firenze, Marco Ricci, consigliere di Q5 a Firenze e Stefano Pacinotti, capogruppo di Italia Viva in consiglio comunale a Scandicci.
"Non possiamo rimanere in silenzio di fronte a ciò che sta accadendo in Ucraina! Come Collegio dei Geometri della Provincia di Firenze esprimiamo la nostra ferma condanna dell’invasione russa dell’Ucraina, non avremmo mai creduto che nel 2022 si potesse verificare un’azione tanto terribile che sicuramente colpirà tanti civili innocenti, bambini, uomini, donne che non hanno colpe. La nostra istituzione si affianca a tutte le istituzioni cittadine affinché prevalga il buonsenso e soprattutto la pace. Per questo saremo presenti, con alcuni nostri consiglieri, al presidio cittadino, a fianco del popolo ucraino, che si svolgerà giovedì 24 febbraio alle 19.00 al Piazzale della Resistenza nel Comune di Scandicci. Anche nella nostra sede sarà affissa la bandiera della Pace, ogni istituzione deve mettere in campo tutto ciò che è in suo potere per dire a voce alta che la Pace è l’unica soluzione".
Altri eventi
Presidio venerdì 25 in piazza dei Ciompi a Firenze
Venerdì 25 febbraio, a partire dalle 15.00, il gruppo +Europa Firenze ha organizzato un presidio in piazza dei Ciompi per condannare la violazione del diritto internazionale, della sovranità e dell'integrità territoriale dell'Ucraina da parte della Russia di Vladimir Putin. In Ucraina è in corso, da anni, un conflitto tra autoritarismo e democrazia, che vede la Russia come avanguardia della reazione violenta all’affermarsi in Europa di unioni e relazioni tra popoli fondate sulla liberaldemocrazia e sullo Stato di Diritto. Le sanzioni e la risposta del mondo libero e democratico dovranno essere proporzionali alla gravità delle azioni di Putin. La sicurezza dell'Ucraina è la sicurezza dell'intera Europa. Afferma Davide Bacarella, portavoce regionale di +Europa: “Invitiamo a partecipare tutti i democratici, convinti che oggi siamo tutti chiamati a una scelta netta e chiara senza distinguo. Firenze, città gemellata con la capitale ucraina, Kiev, non può tirarsi indietro in un momento difficile come questo”.
Sabato 26 ore 17 presidio in Piazza Garibaldi a Pisa
"Il gravissimo ed ingiustificabile attacco della Russia nei confronti dell’Ucraina, all'interno di una escalation militare che è cresciuta in questi anni fino al tentativo di un'ulteriore e destabilizzante allargamento ad Est della NATO, può avere conseguenze imprevedibili, ma comunque catastrofiche" afferma Diritti in Comune, annunciando il presidio di sabato 26 febbraio.
Manifestazione sabato 26 a Firenze su ponte Santa Trìnita
"Sabato saremo anche noi al presidio su ponte Santa Trìnita a Firenze, alle 10, per la manifestazione della pace e salutiamo ogni iniziativa che recupera la pratica dell'esposizione delle bandiere contro la guerra" affermano Dmitrij Palagi e Antonella Bundu di Sinistra Progetto Comune. "Dobbiamo dare forza ai movimenti che dal basso chiedono di porre fine alla violenza. Pretendere la fine del patto atlantico e chiedere una posizione autonoma dei nostri paesi. Nelle istituzioni è per questo urgente rendersi conto di quanto la politica abbia perso centralità e forza. Ci riguarda tutte e tutti, a ogni livello".
Presidio per la pace, sabato 26 a Prato
Anche a Prato, sabato 26 febbraio, si svolgerà in piazza del Comune un "Presidio per la pace", per dire "no alla guerra, al riarmo e alla militarizzazione". Tra i presenti in piazza:
Comitato 25 aprile - Comitato STOP Razzismo - Rete Studenti Medi Prato - Associazione 6 Settembre di Figline - gruppo EMERGENCY Prato - LeftLab/circolo Orsetti - AltroTeatro - Assemblea #SullaStessaBarca - ass.Porrajmos-Prato - Associazione Sinti di Prato - Alice Cooperativa Sociale - Collettivo QueerRiot - Prato Antifascista - Urban BlackOut - LIBERA Prato gruppo "Calogero e Piera Tramuta" - NonUnaDiMeno Prato - Comitato 11 Giugno di Poggio alla Malva - Coop. Eccoci - Progetto Suellen Onlus - Le Storie della Mippa - Coop. Pane & Rose - Circolo Carlo Giuliani PRC Prato - Priorità alla Scuola Prato - Casa del Popolo di Cafaggio-Partito della Rifondazione comunista Federazione Prato-Circolo Carlo Giuliani Prc Prato-Fisac CGIL Montepaschi Prato-Si Cobas Prato- ANED Sezione Prato
Flash mob all'isola d'Elba
"Siamo dalla parte della Pace, lo siamo stati e continueremo ad esserlo per sempre. Sabato 26 febbraio come Cgil Elba affiancheremo perciò l'Anpi nel flash - mob in Piazza Cavour a Portoferraio per rimarcare ancora una volta la nostra contrarietà alla guerra" così Manuel Anselmi, coordinatore Cgil arcipelago livornese.
Fiaccolata per la Pace, domenica 27 febbraio alle 18 a Bagno a Ripoli
Bandiere di pace ai balconi
A partire da moltissimi comuni toscani, le bandiere della pace sventolano da finestre e balconi. Dai municipi alle case dei cittadini, i colori invocano la fine del conflitto in Ucraina.
A Greve in Chianti, Tiravento e le associazioni del territorio invitano tutti a fare lo stesso. "Abbiamo il dovere di mobilitarci a sostegno di ogni iniziativa che sarà intrapresa per fermare il conflitto e invitiamo tutti i cittadini del nostro comune ad esporre fin da subito una bandiera di pace alla finestra delle nostre case. È un piccolo gesto collettivo e simbolico ma che, se condiviso da tanti, può avere una grande forza di denuncia e di speranza. Grazie a tutti coloro che vorranno esprimere il loro appello alla pace con qualsiasi modalità e grazie in particolare a chi, non solo in queste ore ma ogni giorno, lavora e si impegna per costruire la pace fra i paesi del mondo". L'iniziativa di: Associazione culturale Tiravento, Coordinamento Greve per la Pace, Arci Casa del Popolo Greve, Arci Casa del Popolo Panzano, Presidio Libera contro le mafie di Greve, SPI CGIL Greve e Strada, Proloco Panzano, Società Mutuo Soccorso Greve, Biblioteca di Strada in Chianti, Cooperativa Italia Nuova Greve e Panzano.
Gonfalone d’argento a Rondine, cittadella della Pace
Saranno il presidente del Consiglio regionale Antonio Mazzeo e il cardinale Gualtiero Bassetti, presidente della Conferenza Episcopale Italiana, a conferire il Gonfalone d’argento a Franco Vaccari, presidente di Rondine cittadella della Pace, per l’impegno profuso per la riduzione dei conflitti armati nel mondo. La cerimonia si terrà lunedì 28 febbraio alle 15 nella sala Gonfalone a palazzo del Pegaso (via Cavour 4).
Il presidente aveva annunciato la volontà di conferire il prestigioso riconoscimento dell’Assemblea legislativa, proprio nel corso di una visita, lo scorso 18 febbraio, nel piccolo borgo medioevale non lontano da Arezzo, insieme ad una delegazione dell’Assemblea toscana. "In queste ore di tensione e preoccupazione a livello internazionale per l'escalation del conflitto Russia-Ucraina - spiega il presidente Antonio Mazzeo - il riconoscimento a 'Rondine Cittadella della Pace' è un segnale che il Consiglio regionale della Toscana vuol lanciare per ribadire i valori su cui è fondata la nostra regione: libertà e rispetto dei diritti altrui".
I commenti
L'appello di Dario Nardella e dei Sindaci della Città Metropolitana di Firenze
"C'è sempre lo spazio per una trattativa se davvero lo si vuole aprire. Se si ha cuore la vita dei figli degli altri come dei propri - perché nè gli uni nè gli altri sono invulnerabili - si è sempre in tempo a fermarsi. La risposta non è mai nella guerra, nell'attacco armato, nell'illusione di poter dirigere i conflitti come da una cabina di regia che ci porta sullo schermo un terribile spettacolo visto dall'alto, ma senza entrare nella carne, nel cuore, nella mente delle persone.
Come Sindaci della Città Metropolitana di Firenze ci rivolgiamo alle autorità russe perché sospendano l'invasione dell'Ucraina, un Paese che ha profonde ferite nella sua storia, e i bombardamenti. Tutti si fermino in presenza di gesti di buona volontà e ascolto.
Una grande potenza che si è sentita umiliata dall'aggressività di una parte del mondo che ha puntato ad arricchirsi anche su di lei e ancora di più dopo il 1989 e la fine dell'Unione Sovietica, rischia ora di dissipare un capitale di cultura, amicizia, rispetto che ha sempre legato l'Italia alla Russia e all'Est europeo. Per noi Russia e Ucraina sono Europa e c'è bisogno di tutti per fermare un'involuzione legata ovunque all'accaparramento del risorse e delle fonti energetiche, con disprezzo per la vita umana. Non sarà un'altra guerra a risolverla, semmai l'approfondirà. I problemi tra Russia e Ucraina e il loro rapporto con l'Occidente si è aggravato negli ultimi anni nell'insensibilità generale - bisogna riconoscerlo - ma si può tornare sui propri passi dando prospettiva a tutti. Nei nostri territori vivono più di 2330 ucraini, più di 800 russi e di 100 bielorussi. Vivono con noi, molti e molte di loro aiutano i nostri anziani, altri si sono inseriti in tante altre attività delle nostre comunità. Facciamo nostra la loro angoscia e chiediamo a tutti di non credere alla presunta forza risolutiva della guerra. Da queste nostre città, in questi giorni impegnate a dare un futuro pacifico al Mediterraneo, scongiuriamo di abbassare le armi, di non avvelenare la terra, di fare respirare i cieli, di sentire il pianto dei bambini, di salvare tutti".
Condanna dal Consiglio Comunale di Lucca
"Impotenza, rabbia e, nonostante tutto, speranza. Come Ufficio di Presidenza del Consiglio comunale di Lucca, sono questi i sentimenti che ci sentiamo di esprimere. Impotenza e rabbia, davanti all'immenso orrore della guerra, con il suo carico di sofferenza, paura e morte, e sempre a carico dei più deboli. La guerra è una parola che volevamo solo nella storia, ma ci sono tante guerre, dimenticate perchè, in teoria, lontane. Oggi la guerra è qui, in Europa, vicina. E ci fa paura, anche. Pensavamo che nel 2022, nel cuore della civiltà, le questioni geo politiche non si affrontassero più uccidendosi. Ma abbiamo anche speranza, che le menti tornino a ragionare, che la Politica torni protagonista, che la Pace ritorni. Ognuno faccia la sua parte, noi ci siamo e faremo quanto è nelle nostre possibilità, perchè si fermino i cannoni e non i cuori". Francesco Battistini, Maria Teresa Leone e Massimiliano Bindocci.
Di Giorgi (Pd): "Rispondere con fermezza all'attacco della Russia"
"L'attacco della Russia all'Ucraina è ingiustificabile e va condannato in maniera inequivocabile. Come ha detto il presidente Draghi l'Occidente e la Nato devono dimostrare fermezza e rispondere compattamente al fine di evitare che l'azione di Putin porti alla destabilizzazione dell'intera regione. Le armi della diplomazia sono chiamate ad un ulteriore sforzo per ritrovare le ragioni della pace. Ma è chiaro che alla Russia dobbiamo mandare un messaggio risoluto di condanna. Il mio pensiero va innanzitutto ai cittadini ucraini, agli uomini e alle donne di quel Paese amico dell'Italia , in cui vive una folta comunità di loro connazionali, che sono alle prese con una situazione di gravissimo pericolo. Fedeli all'articolo 11 della nostra Costituzione confidiamo che il nostro Paese e gli alleati sappiano trovare anche in quest'ora difficilissima, le ragioni e le azioni necessarie ad una soluzione che sia di soddisfazione per tutte le parti in causa" Così Rosa Maria Di Giorgi, Capogruppo Pd in Commissione Istruzione e Cultura.
COSPE, "Fermare la guerra e prenderci cura del nostro mondo"
COSPE aderisce all’appello della Rete Pace e Disarmo e si attiverà con i suoi soci e i suoi gruppi territoriali per manifestare in varie città italiane. Da Giorgio Menchini, Presidente del COSPE, ONG che interviene per la giustizia sociale in 25 paesi, un accorato appello alla Pace. "Da Firenze, dalla città di La Pira, che ospita in questi giorni 60 vescovi e 60 sindaci del Mediterraneo per parlare di pace, arrivano parole forti e chiare sull’Ucraina, che COSPE condivide e rilancia "Vi scongiuriamo di fermarvi. C’è sempre lo spazio per una trattativa se davvero lo si vuole aprire. Salvare la vita di tutti". Va fermata subito questa guerra insensata, che come un brutto film, ci riporta all’indietro, in pieno secolo scorso: la Russia e l’America, la peste dei nazionalismi, i blocchi militari e ideologici contrapposti. In un mondo che intanto è profondamente cambiato, ed è alle prese con sfide epocali che colpiscono in modo durissimo i popoli e le persone in ogni sua parte, e ne minacciano il futuro: le disuguaglianze sociali fuori controllo, la crisi ambientale e climatica, la negazione dei diritti umani per miliardi di donne, bambini, uomini. Fermare la guerra e prenderci cura del nostro mondo, invece di caricarlo di altre ferite: è la responsabilità che dobbiamo assumerci oggi, senza esitazioni e timori, andando a testimoniarla e a gridarla nelle vie e nelle piazze, dietro le nostre bandiere della pace, della giustizia, dei diritti, dell’ambiente, dell’uguaglianza fra i generi. Da Firenze, dalla città che attende domenica la visita di Papa Francesco, alle tante città italiane, europee, del mondo, con le reti, le associazioni, i movimenti, le istituzioni che in queste ore si stanno mobilitando".
Commissione pari opportunità, presidente Basanieri: "Vicinanza alle donne ucraine che vivono per lavoro nel nostro Paese"
La presidente Francesca Basanieri e la commissione regionale per le Pari opportunità della Toscana esprimono ferma condanna per ciò che sta accadendo in Ucraina. Lo fa “contro la guerra, perché a pagarne le conseguenze saranno sempre e comunque i civili, e fra questi tante donne e tanti bambini”. Condannano “i bombardamenti da parte dell’esercito russo avvenuti in spregio ad ogni regola del diritto internazionale, contro uno stato libero e sovrano, rifiutando ogni tentativo d’intesa diplomatica”. Condannano “la minaccia all'Europa, al suo assetto democratico, che ha garantito sicurezza e pace negli ultimi decenni”. Sul palazzo del Consiglio Regionale della Toscana, ricorda la commissione Pari opportunità, svetta già da giorni la bandiera della pace e molte sono le iniziative per far sentire al popolo ucraino la reazione e la solidarietà delle cittadine e i cittadini italiani e la più forte condanna morale e politica a questa azione di guerra. “Noi saremo insieme a loro. Esprimiamo vicinanza alle tante donne ucraine che vivono nel nostro paese per motivi di lavoro e che hanno lasciato la famiglia nel loro paese di origine”.
Conseguenze economiche, i commenti
Coldiretti Toscana: "Crisi Russia-Ucraina rischia di costare cara al Made in Tuscany"
La crisi Russia-Ucraina rischia di costare caro all’agroalimentare Made in Tuscany. La guerra tra Mosca e Kiev mette a rischio quasi 30 milioni di euro di esportazioni di cibo, vino, olio ed altri prodotti agricoli regionali. Tanto è il valore dei prodotti agroalimentari esportati nei primi nove mesi del 2021 tra Russia ed Ucraina.
A dirlo è Coldiretti Toscana sulla base dei dati Istat. "C’è molta preoccupazione per l’escalation delle ultime ore per gli effetti su larga scala che questo conflitto rischia di scatenare sulla popolazione, sull’economia, sulla finanza e sul commercio. – spiega Fabrizio Filippi, Presidente Coldiretti Toscana – Il mercato russo è per il nostro sistema agroalimentare, e per molte aziende, un mercato interessante anche se non pienamente maturo proprio a causa dell’embargo dei prodotti alimentari che Putin ha voluto nel 2014 come risposta alle sanzioni dell’Unione Europea dopo l’annessione delle Crimea. Senza le sanzioni Ue e l’embargo del presidente russo che va a colpite proprio i beni alimentari il mercato sarebbe cresciuto in maniera molto più consistente in questi anni rispetto a quello che è poi effettivamente accaduto".
Dal 2014 al 2020 la Toscana ha esportato in Russia 153 milioni di euro di prodotti alimentari ed agroalimentari con un andamento altalenante passando dai 23 milioni del 2014 ai 15 milioni del 2015 per arrivare ai quasi 27 milioni del 2020 (+15%). Le esportazioni in Ucraina sono state invece di circa 8 milioni di euro nel 2020 (+1,8%).
Ma gli effetti dell’alta tensione tra l’Europa e Mosca, hanno penalizzato molto anche l’economia russa che ha visto ridursi in sei anni dell’82% le importazioni di prodotti alimentari verso la Toscana. Le importazioni complessive da Mosca verso la nostra regione sono state complessivamente di circa 30 milioni di euro passando dagli 11 milioni del 2013 (dato pre-embargo) agli attuali 2 milioni di euro del 2020. “La crisi in atto ha già provocato uno spaventoso aumento dei prezzi del mercato energetico e delle materie prime come il grano di cui la Russia è il principale paese esportatore. Un conflitto rischia di causare il crollo della disponibilità di questi prodotti sul mercato alimentando tensioni sociali e difficoltà di approvvigionamento, speculazioni e rialzo dei prezzi. Questo conflitto non giova a nessuno".
Confindustria Toscana Nord, gli effetti sul manifatturiero di Lucca, Pistoia e Prato
L'export manifatturiero verso la Russia - paese per il quale sono in corso di definizione le sanzioni europee e internazionali - dell'area di riferimento di Confindustria Toscana Nord vale 103,64 milioni, un quarto del totale toscano (420,84 milioni di euro); percentualmente la quota della Russia sul totale delle esportazioni sono l'1,3% per Lucca-Pistoia-Prato e l'1% per la Toscana. Ancora più esiguo l'import (4,29 milioni Lucca-Pistoia-Prato, 104,35 milioni la Toscana). L'export di Lucca-Pistoia-Prato verso la Russia è rappresentato per un terzo da macchinari e per un quarto da prodotti del settore moda, soprattutto tessile; inferiore ma rilevante (17%) la quota dei prodotti farmaceutici. L'import di prodotti manifatturieri vede al primo posto legno e prodotti in legno, carta e stampa; a seguire prodotti farmaceutici e alimentari (anno di riferimento 2019). Per quanto riguarda l'Ucraina, paese verso il quale non esiste il problema sanzioni ma che la guerra colpirà inevitabilmente anche nei suoi assetti produttivi e commerciali, l'export manifatturiero dell'area Lucca-Pistoia-Prato si colloca storicamente a quote inferiori ai 20 milioni, mentre l'import è di 3 milioni (elaborazioni Centro studi Confindustria Toscana Nord su dati Istat).
"La guerra Russia-Ucraina avrà effetti limitati sull'interscambio commerciale del manifatturiero della nostra area con questi paesi, dato che è già oggi molto esiguo - commenta il presidente di Confindustria Toscana Nord Daniele Matteini -. Ciò non significa che per alcune singole imprese che hanno in questi paesi loro riferimenti importanti non possano innescarsi difficoltà anche gravi. Ma non è in questo aspetto che consiste il problema principale legato al conflitto. Anche auspicando che questo non si estenda ad altri paesi, si tratta di un elemento di grave perturbazione degli assetti politico-economici internazionali, oltre che, prima di ogni altra considerazione, di un evento gravissimo sul piano umano. Dal punto di vista economico a preoccupare sono soprattutto le forniture di gas metano: quasi il 40% di quello che arriva in Italia proviene dalla Russia. Il gas aveva già registrato negli ultimi mesi impennate particolarmente rovinose per il nostro paese, che dal metano dipende anche per la generazione di energia elettrica: con questa guerra, il blocco del Nord Stream 2 e le sanzioni alla Russia si temono inasprimenti che potrebbero essere gravissimi. L'Unione Europea ha dato rassicurazioni nei giorni scorsi circa una più accentuata diversificazione delle fonti di approvvigionamento: paesi diversi dalla Russia e ricorso al gas naturale liquefatto dovrebbero assicurare disponibilità, ma per quanto riguarda i prezzi è verosimile che la situazione, già pesante, peggiori ancora. Questo non solo per il gas: già oggi il petrolio sta toccando quotazioni elevatissime. Soprattutto se il conflitto dovesse prolungarsi, sarà indispensabile un rapido e radicale ridisegno delle politiche energetiche nazionali ed europee, con forti spinte alla produzione interna e al ricorso ad altre fonti, rinnovabili e non".
Confesercenti Toscana Nord: "Rischio turismo"
"ll comparto turistico sperava di recuperare con la prossima apertura delle frontiere anche ai viaggiatori dotati di green pass base, ma con la crisi Ucraina è a rischio tutto il settore". A lanciare l’allarme per le conseguenze che potrebbero ricadere sul turismo pisano dal precipitare degli eventi in Ucraina è Ilaria Merlin, responsabile settore turismo area pisana di Confesercenti Toscana Nord. “Dopo un evento epocale come la pandemia con due anni praticamente di azzeramento dei flussi turistici, speravamo di poter ripartire nel nostro settore alla luce di un calo evidente e costante dei contagi e dell’ormai imminente fine dello stato di emergenza. I numeri sono eloquenti per quantificare le conseguenze di questa crisi: nel 2019, prima della pandemia, le presenze turistiche nella nostra città e provincia, sono state di oltre 3.5000.00 e tra i Paesi non europei i primi sono Russia (con il 6,6%) seguiti da Stati Uniti e Cina. La presenza dei turisti russi è una percentuale importante nel nostro territorio, gli effetti di una tale crisi contribuiranno ad affossare ulteriormente il nostro comparto. La maggior parte del settore turismo locale è stremata da una crisi pandemica ancora in atto – conclude Merlin -, e speravamo di essere giunti al momento di rinascita tanto atteso. Ci auguriamo che presto si risolva la crisi internazionale, abbiamo bisogno di rinascere e di pace”. Secondo i dati diffusi da Confesercenti Toscana Nord “gli effetti della crisi ucraina si sentiranno già dalla prossima primavera: il 24 aprile cade la Pasqua ortodossa, che solitamente generava in Italia 175.000 pernottamenti di turisti russi e quasi 20 milioni di euro di fatturato per le attività ricettive. Presenze che, probabilmente, non si concretizzeranno sull’onda delle crescenti tensioni internazionali".