L'invasione russa dell'Ucraina è vista con grandissima preoccupazione dalle categorie produttive toscane, già strette nella morsa tra criticità post pandemia e crisi energetica, e le reazioni non si sono fatte attendere.
Coldiretti Toscana: "Questo conflitto danneggia tutti”
La crisi Russia-Ucraina rischia di costare caro all’agroalimentare Made in Tuscany. La guerra tra Mosca e Kiev mette a rischio quasi 30 milioni di euro di esportazioni di cibo, vino, olio ed altri prodotti agricoli regionali. Tanto è il valore dei prodotti agroalimentari esportati nei primi nove mesi del 2021 tra Russia ed Ucraina.
A dirlo è Coldiretti Toscana sulla base dei dati Istat. “C’è molta preoccupazione per l’escalation delle ultime ore per gli effetti su larga scala che questo conflitto rischia di scatenare sulla popolazione, sull’economia, sulla finanza e sul commercio. – spiega Fabrizio Filippi, Presidente Coldiretti Toscana – Il mercato russo è per il nostro sistema agroalimentare, e per molte aziende, un mercato interessante anche se non pienamente maturo proprio a causa dell’embargo dei prodotti alimentari che Putin ha voluto nel 2014 come risposta alle sanzioni dell’Unione Europea dopo l’annessione delle Crimea. Senza le sanzioni Ue e l’embargo del presidente russo che va a colpite proprio i beni alimentari il mercato sarebbe cresciuto in maniera molto più consistente in questi anni rispetto a quello che è poi effettivamente accaduto”.
Dal 2014 al 2020 la Toscana ha esportato in Russia 153 milioni di euro di prodotti alimentari ed agroalimentari con un andamento altalenante passando dai 23 milioni del 2014 ai 15 milioni del 2015 per arrivare ai quasi 27 milioni del 2020 (+15%). Le esportazioni in Ucraina sono state invece di circa 8 milioni di euro nel 2020 (+1,8%).
Ma gli effetti dell’alta tensione tra l’Europa e Mosca, hanno penalizzato molto anche l’economia russa che ha visto ridursi in sei anni dell’82% le importazioni di prodotti alimentari verso la Toscana. Le importazioni complessive da Mosca verso la nostra regione sono state complessivamente di circa 30 milioni di euro passando dagli 11 milioni del 2013 (dato pre-embargo) agli attuali 2 milioni di euro del 2020. “La crisi in atto ha già provocato uno spaventoso aumento dei prezzi del mercato energetico e delle materie prime come il grano di cui la Russia è il principale paese esportatore. Un conflitto rischia di causare il crollo della disponibilità di questi prodotti sul mercato alimentando tensioni sociali e difficoltà di approvvigionamento, speculazioni e rialzo dei prezzi. Questo conflitto non giova a nessuno”.
Coldiretti Pistoia: "Vivaismo, a rischio 13,5 milioni di export"
“La crisi degli scambi commerciali, inevitabile a seguito dell’invasione russa in Ucraina e delle conseguenti sanzioni, avrà conseguenze anche sul nostro polo vivaistico –commenta Fabrizio Tesi, presidente di Coldiretti Pistoia-. Russia e Repubbliche ex Sovietiche, europee ed asiatiche, rappresentano mercati di estremo interesse per l’export di piante vive da parte dei vivaisti ornamentali del polo pistoiese, con un tasso di crescita nei primi tre trimestri 2021, rispetto al 2020 del 72%, considerando sia la parte europea, sia quella asiatica dell’ex impero sovietico –spiega Tesi, analizzando le elaborazioni Coldiretti Pistoia su dati Istat-. Come cittadini e come imprenditori esprimiamo la nostra preoccupazione per le conseguenze a breve, medio e lungo periodo”.
Il conflitto obbligherà anche a ridisegnare le rotte commerciali verso l’Asia, mettendo a rischio le forniture anche verso quei paesi non direttamente coinvolti nella guerra. “Già adesso ci risulta –segnala Coldiretti Pistoia- che si siano alcuni camion nell’area interessata al conflitto carichi di piante, che probabilmente dovranno rientrare a Pistoia per evitare rischi”.
Complessivamente il conflitto russo-ucraino mette a rischio circa 13,5 milioni di export di piante vive.
Scomponendo il dato l’export versi Paesi europei dell’ex Impero (Russia, Ucraina, Repubblica della Moldova, Bielorussia e le tre Repubbliche Baltiche) è cresciuto nel periodo considerato del 20%, la sola Ucraina del 26%. Ancora più rilevante, fatturato triplicato, la tendenza all’aumento dell’export di piante vive da Pistoia verso i Paesi ex sovietici asiatici: Georgia, Armenia, Azerbaigian, Kazakhstan, Turkmenistan, Uzbekistan, Tagikistan, Kirghizistan.
Fedagripesca Confcooperative: “Si rischia nuova mazzata"
“Grande preoccupazione per le conseguenze della guerra in Ucraina: le imprese agricole rischiano un'altra mazzata dopo quella dell'aumento dei costi dell'energia”.
Così il presidente di Fedagripesca Confcooperative Toscana, Fabrizio Tistarelli, commenta le possibili ripercussioni del conflitto russo-ucraino.
“Già l'aumento dei prezzi dei concimi azotati, di cui la Russia è il principale fornitore per quanto riguarda l'Europa, aveva creato problemi concreti e non solo un generico allarme – ricorda Tistarelli -. Ora le ripercussioni della guerra potrebbero aggravare di molto la situazione sia per quanto riguarda il costo del gasolio sia per il possibile collasso dell'export agricolo, anche perché la Russia porta con sé altri mercati. Senza considerare il freno psicologico agli acquisti che un conflitto di questo tipo può portare anche qui da noi”.
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