All'Excelsior di Empoli ecco Lello Arena in 'Parenti serpenti'
Una seduta consiliare intrisa di storia e di dolore storico, quella che si è svolta ieri, lunedì 21 febbraio, a partire dalle 17.30.
Il Consiglio Comunale è cominciato con una anteprima dedicata alla commemorazione delle vittime delle foibe, dell’esodo giuliano-dalmata, delle vicende del confine orientale, onorando il Giorno del ricordo, che ricorre il 10 febbraio e di cui quest’anno si celebra il diciottesimo anniversario, nella sala dell’organo istituzionale della massima rappresentanza cittadina. Un momento solenne in un luogo di prestigio dove ricordare con approfondimenti storici la sua complessità come vicenda, arricchito dai contributi, puntuali, dei consiglieri e delle consigliere di maggioranza e minoranza, dall’intervento della professoressa Luciana Rocchi, in collegamento da remoto, alla presenza per l’occasione dell’Anpi, Aned e dell’associazione nazionale dei Carabinieri. È stato osservato anche un minuto di silenzio per commemorare le vittime di quella tragedia. «Quello che stiamo celebrando stasera – ha detto Alessio Mantellassi - è il nostro approccio alla memoria, Empoli ricorda, vuole ricordare questo Giorno di dolore, tutta quell’amara vicenda del confine orientale, lo vuole fare con questo momento e anche con quello che la nostra biblioteca comunale ha organizzato, consigliando letture su questo tema, con le pillole digitali ancora visibile realizzate l’anno scorso a cura dello storico Paolo Santini e il tema è inserito ormai da qualche anno anche nel percorso di Investire in democrazia. La città di Empoli ha una tradizione di grande investimento sulla memoria quindi adempie al suo ruolo di città impegnata nella costruzione della cultura della pace. Chiedo a tutti a dare una mano, a spendere tutte le parole possibili e tutto l’impegno possibile per diffondere la conoscenza di quella storia». Brenda Barnini, sindaco di Empoli, ha spiegato: «il Giorno del ricordo è una solenne data di memoria civile italiana che lo Stato italiano ha voluto giustamente istituire nel 2004. In una comunità come quella di Empoli che tanto ha dato in termini di sacrificio umano a quel pezzo di storia, è evidente che abbia da sempre lavorato sulla costruzione della memoria civile di quei fatti che sono fatti che hanno colpito direttamente tutte le nostre famiglie, tutti i nostri luoghi di lavoro, tutti i pezzi della nostra città. È su questo che noi dobbiamo presidiare con forza la costruzione di una coscienza legata a chi siamo, da dove veniamo e sapere dove vogliamo andare. Per essere forti e autorevoli rappresentanti della memoria civile bisogna avere chiaro quale è stata la storia del nostro territorio». Luciana Rocchi, docente di storia e filosofia, con esperienza di insegnamento, di ricerca, di attività culturale, è intervenuta portando il suo contributo storico alla serata in collegamento da remoto. «Ho lavorato molto sulla storia delle foibe e conosco la vostra sensibilità come territorio. Questa è una data del calendario civile nazionale dove si ricorda e si pone l’attenzione sulla tragedia. È il 18° anno del Giorno del ricordo, abbiamo una conoscenza di questa cultura storica che dobbiamo sempre contestualizzare, che è cresciuta nel mondo accademico, per cui sono state pubblicate opere, studi dolorosi, come quella di Raul Pupo sulla radice dei confini. Conoscere la storia significa comprenderla. Ogni fenomeno storico ha la sua verità e la sua identità e dobbiamo fare in modo che non prevalga più la divisività su questa data». La ‘prima’ parte della seduta consiliare si è conclusa con la presentazione di due rappresentanti dell’associazione ‘Safari Njema’, Chiara e Giulia, giovani attiviste che hanno illustrato e portato all’attenzione dell’assemblea il progetto “Dove hai preso il tuo coltan?”, contro lo sfruttamento nelle miniere della Repubblica Democratica del Congo. Che cosa è il coltan? È un minerale che viene estratto da adulti e bambini, ridotti in schiavitù, indispensabile per i nostri smartphone. Le condizioni di lavoro a cui sono sottoposti sono di grande sfruttamento con una paga di pochi dollari al giorno, scavano con vanghe e, per le donne e i bambini, lavano a mano le pietre che trasportano per chilometri al mediatore più vicino. È un percorso di approfondimento e conoscenza che le due ragazze vogliono divulgare, diffondere nel nostro Paese fino a arrivare a Bruxelles. Il progetto è patrocinato dal Comune di Empoli. Lo hanno presentato a un anno oggi, martedì 22 febbraio, dalla morte dell’ambasciatore nella Repubblica Democratica del Congo, Luca Attanasio, ucciso per le ferite riportate nell’agguato presso il villaggio di Kibumba, vicino alla città di Goma.Fonte: Comune di Empoli - Ufficio stampa