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Caro prezzi, Panchetti (CNA): "Settore agroalimentare artigiano colpito"

Andrea Panchetti (foto gonews.it)

“Gli aumenti di materie prime, degli imballaggi, del costo del lavoro e dell’energia stanno mettendo a dura prova il settore agroalimentare artigiano. Si tratta di piccole imprese che hanno i loro punti di forza nella produzione (rigorosamente artigianale e di alta qualità) e nelle persone. Aziende che, proprio per queste caratteristiche, hanno margini limitati e, al contrario, tassi di reinvestimento elevatissimi. Imprese che, a malincuore, sono costrette, ad aumentare i prezzi di listino, solo per mantenere economica l’attività. Ed è qui trovano che l’opposizione della grande distribuzione organizzata”.

Gli aumenti cui si riferisce Andrea Panchetti, presidente dei Panificatori e dolciari di CNA, sono impietosi. Dal 2020 al 2021: +280% il noleggio di un container; +70% per l’olio di semi di girasole e +50% per quello di oliva; +40% per gli imballaggi in plastica; +40% per l’alluminio; +40% per carta e cartone.; +40% per il pomodoro; +35% per i formaggi (pecorini); +40% per il burro; +35% per la pasta; +35% per farine e semole; +30% per il manzo; +15% per il suino; +20% per le uova; +10% per il latte; +29% per lo zucchero; +55% per l’elettricità e +40% per il gas); +15% per il gasolio; +2,5% per la manodopera con il rinnovo contratto collettivo artigiani alimentaristi.

Ma le richieste dell’artigianato trovano un muro di gomma nella grande distribuzione organizzata, quella stessa, dalla Coop all’Esselunga, dal gruppo Pam alla Conad, che continua a ripetere, grazie a massicce campagne pubblicitarie, di non aver aumentato i propri prezzi, nonostante il caro vita, ma che si rifiuta di concedere ai produttori artigiani, quelli stessi di cui si serve per incrementare qualitativamente la propria offerta, aumenti, se non (e solo in taluni casi) irrisori.

Insomma, campagne pagate da e a spese di produttori artigiani.

“Non ci sono i margini per politiche di prezzo cosi aggressive, per noi pochi centesimi sono significativi nella copertura dei costi di produzione, e la GDO deve riconoscere questi aumenti a monte della filiera. È un momento delicato che va gestito con responsabilità, la soluzione non può e non deve essere la sospensione della fornitura - precisa Giulia Biagioli, presidente della produzione alimentare di CNA - Dobbiamo porre fine con determinazione a pretese ingiustificate e indebite, vigilando sul rispetto delle regole per un mercato più equilibrato e trasparente, visto anche il recepimento della direttiva UE 2019/633. È urgente l’attivazione di un tavolo di filiera, ricordiamoci il peso che la filiera agroalimentare ha a livello socioeconomico. Da un lato occorrono provvedimenti per la salvaguardia delle nostre imprese, dall’altro va tenuto conto del potere d’acquisto delle famiglie”.

CNA chiama la GDO alle proprie responsabilità e ad un confronto urgente per individuare di concerto, produttori artigiani e distributori, una soluzione che abbia un’incidenza il più limitata possibile sui consumatori (cui tengono anche gli artigiani), ma che consenta all’artigianato di poter rimanere sul mercato e ai prodotti artigiani di qualità sugli scaffali dei supermercati. In ciò indispensabile anche l’intervento del Governo perché gran parte degli aumenti delle materie prime sono a carattere speculativo.

Fonte: Cna - Ufficio stampa

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