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Marta, a 33 anni esce dal cancro grazie alle cure avute a Grosseto

“Ho scoperto di avere il cancro in piena pandemia Covid, dopo aver perso da poco mia madre. Credevo di non farcela, l'umanità, la professionalità e l'attenzione costante del personale dell'Oncologia medica di Grosseto mi hanno salvata”. Lei è Marta, grossetana che a soli 33 anni ha ricevuto la terribile diagnosi di tumore dell'ovaio in un momento doloroso della sua vita per la perdita improvvisa della madre, mentre il padre era Covid positivo. Oggi Marta è fuori pericolo e il suo attaccamento alla vita è ancora più forte, per questo con gioia ha voluto fare conoscere la sua storia.

Lo fa in occasione della Giornata mondiale per la lotta contro il cancro che dal 2000 si celebra ogni 4 febbraio con l'intento di promuovere la consapevolezza delle persone nei confronti di questo male e l'importanza della prevenzione, ma che quest'anno rappresenta anche un'occasione per ricordare che nonostante l'emergenza sanitaria da Covid, le cure per i pazienti oncologici non hanno mai subito rallentamenti e l'impegno del personale del polo oncologico del Misericordia, diretto dal dottor Carmelo Bengala, così come di tutta la Asl toscana sud est, è rimasto costante nel tempo.

“L'impatto della pandemia nella vita di tutti è stato concreto e le difficoltà che ci ha imposto hanno riguardato tutti i settori, con alcuni cambiamenti innegabili – commenta il dottor Bengala - Anche oggi, però, confermo che le nostre attività al Misericordia hanno proseguito come sempre, senza soluzione di continuità. In questi due anni di convivenza con il Covid, non ci siamo mai fermati e a nessuno nella maniera più assoluta abbiamo fatto mancare le cure necessarie o solo una minore attenzione. Il Covid c'è, ma non ha scalfito il patto di salute con i nostri pazienti che seguiamo in maniera sempre più accurata e puntuale.

Non c'è virus che tenga contro i tumori, la battaglia contro questo male è qui e ora, non può aspettare, va proseguita con la massima dedizione, e Marta, che ha superato la malattia ma è ancora seguita, può testimoniarlo. La mia raccomandazione è quella di controllarsi periodicamente, aderire puntualmente alle campagne di screening messe a disposizione gratuitamente dal sistema sanitario e affidarsi sempre alle cure degli oncologi, senza esitare, dando assoluta priorità alla propria salute e ponendo attenzione ai segnali che arrivano dal nostro organismo”.

Al polo oncologico dell'ospedale Misericordia attualmente sono in cura circa 8000 pazienti, provenienti della provincia di Grosseto, dalle altre province toscane e dall'alto Lazio. Se nel 2020 c'è stata una lieve flessione dei casi, imputabile purtroppo alle remore delle persone di recarsi nei luoghi di cura per timore del contagio da Covid, nell'ultimo anno il numero dei nuovi pazienti ha subito una netta crescita passando da circa 900 a oltre 1200.

"L'incremento dei pazienti registrato nel 2021, nonostante il Covid, è la dimostrazione di un cambiamento di atteggiamento delle persone e del fatto che i servizi dell'Oncologia medica hanno funzionato e lo hanno fatto talmente bene che l'attrattività è aumentata notevolmente e sempre più pazienti hanno scelto di essere curati nel nostro polo Oncologico che garantisce efficienza organizzativa, elevate capacità professionali, moderna dotazione tecnologica e terapie farmacologiche innovative. Questi fattori, insieme a un approccio multidisciplinare e multiprofessionale, sono essenziali per il buon esito del complesso percorso diagnostico-terapeutico oncologico", conclude Bengala.

In provincia di Grosseto, dal biennio 2006-2008 al 2016-2018, il tasso di mortalità per tumore è calato del 14% e il trend è in costante diminuzione ogni anno. Contemporaneamente cresce l'adesione agli screening, per esempio per quello al seno sé stato raggiunto l'85% di partecipazione. Questo elemento insieme a diagnosi precoce, miglioramento delle cure, sviluppo della ricerca, innovazione terapeutica hanno consentito una maggiore sopravvivenza in molti tipi di tumori e soprattutto nel caso dei cosidetti “big killers”, ovvero tumore di mammella, polmone, e colon-retto.

"Ho vinto la mia più grande battaglia, oggi posso dirlo con orgoglio e spero che le mie parole riescano a essere di aiuto a tutte quelle persone che a un certo punto della loro vita si trovano davanti a una sfida del genere che terrorizza e paralizza mente e corpo – prosegue Marta nel suo racconto – La mia fortuna è stata la diagnosi precoce del tumore durante un controllo ginecologico che ha permesso di poter intervenire chirurgicamente in tempo. Quando hanno scoperto il tumore all'ovaio, era già in uno stadio avanzato ma ancora operabile, solo qualche giorno in più e non sarei stata qui adesso.

La prevenzione è indispensabile e salva la vita, ma sono fondamentali anche le cure successive. Sarò per sempre riconoscente ai sanitari del reparto oncologico di Grosseto, che mi hanno curata con grande competenza, assistita con premura e attenzione per tutto il periodo della chemioterapia e tuttora nel follow up.

Mi hanno fatto sentire come in una grande famiglia e nonostante il Covid, sono stata seguita scrupolosamente con la consapevolezza di essere in mani esperte e al sicuro nei percorsi oncologici programmati, anche quando mi recavo in ospedale. Sono stati tutti bravissimi, con una preparazione e un'umanità straordinarie, credo sia giusto rendere noto il grande lavoro svolto da questi professionisti che non hanno mai mollato un attimo, nemmeno nei momenti più critici dell'emergenza.

E' stato un periodo terribile della mia vita, una contestualità di eventi dolorosi che mi ha portato a chiedermi 'perchè tutto questo?', eppure mi sono riscoperta resiliente e il mio attaccamento alla vita è diventato ancora più forte. Questa esperienza mi sta insegnando a non dare più nulla per scontato, ad apprezzare e valorizzare il presente, gli aspetti più importanti della vita, oltre che a volersi bene facendo il possibile per prevenire le malattie.

Adesso guardo al futuro e vedo il mio matrimonio e un figlio che insieme al mio futuro marito abbiamo deciso di adottare; le cicatrici, quella sulla pelle e quella dell'anima, resteranno per sempre, ma se guardo indietro, accanto all'affetto dei miei cari, vedo una squadra unita di ottimi professionisti che ogni giorno si prendono cura delle persone malate di cancro con competenza e gentilezza e mi sento fortunata".

Fonte: Asl Sud Est

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