Transizione ecologica, la Toscana punta alle comunità energetiche
Creare nuovi modelli di produzione energetica basati sul decentramento della produzione, con cittadini, attività commerciali e produttive elementi centrali in grado di produrre, consumare e scambiare energia in un’ottica di autoconsumo e collaborazione. Sono le cosiddette comunità energetiche, potenziali protagonisti per accelerare la transizione ecologica. Se n’è parlato oggi nel corso del webinar orgnizzato da Università di Pisa (attraverso il progetto Autens, Autarchia energetica sostenibile) in collaborazione con la Regione. Tra gli interventi, anche quello dell’assessora all’ambiente Monia Monni.
"Avviare una transizione energetica effettiva – ha detto l’assessora - necessita l’attivazione di cambiamenti culturali basati su risparmio energetico ed efficienza dei consumi. Forme di azione collettiva ed economie collaborative, unite alle opportunità generate dalle nuove tecnologie digitali, rappresentano i punti focali della transizione energetica e una sicura opportunità per la creazione di nuovi modelli di Green Economy. La comunità energetica si basa sul decentramento della produzione energetica, con un ruolo centrale affidato a cittadini, attività commerciali e produttive che possono essere in grado di produrre, consumare e scambiare energia in un’ottica di autoconsumo e collaborazione, condividendo un insieme di principi, regole e procedure".
"Dare impulso alla transizione ecologica – ha proseguito Monni - è una scelta che non ci chiede soltanto l’Europa, ma è anche di interesse: tutti gli studi dimostrano i vantaggi che deriverebbero per l’Italia da scelte più ambiziose rispetto agli obiettivi climatici. Una ricerca di Elemens evidenzia benefici fino a 5,5 miliardi di euro all’anno e la creazione di 2,7 milioni di posti di lavoro qualificati. Si ridurrebbero le importazioni di combustibili fossili dall’estero, i consumi energetici e i costi indiretti sulla salute, elemento questo assolutamente non secondario".
Un processo complesso nel quale le Pubbliche amministrazioni potrebbero svolgere un ruolo di accompagnamento. "Fungere sicuramente da soggetti aggregatori – ha concluso Monia Monni - all’interno delle proprie comunità, per assistere cittadini ed imprese nella redazione degli accordi per creare cooperative di comunità. Ma anche produttori di energia rinnovabile da fornire alle comunità. La Regione è disponibile. Già oggi con i nostri uffici e le nostre partecipate stiamo studiando la possibilità di affiancare comuni e cittadini in questo percorso".
Anci Toscana: "Fare della Toscana la regione più green d’Italia"
"I Comuni vogliono essere al centro della rivoluzione verde del paese, per fare della Toscana la regione più green d’Italia. E su questo obiettivo sfidante noi ci siamo, per essere al fianco delle amministrazioni, soprattutto quelle più piccole, per partecipare ai bandi della missione 2 per la creazione di comunità energetiche". Sono le parole del direttore di Anci Toscana Simone Gheri, che stamani ha partecipato al webinar “Verso le comunità energetiche sostenibili” organizzato dall’Università di Pisa per un confronto tra i diversi attori coinvolti a vario titolo nello sviluppo del settore: istituzioni, aziende, associazioni di cittadini, Accademia.
"Abbiamo già una buona collaborazione con la Regione: dobbiamo incrementarla, facendo rete anche e con il sistema delle università e delle imprese, per dare un contributo concreto allo sviluppo delle fonti rinnovabili e per continuare nell'azione dell'efficientamento energetico" ha proseguito Gheri, che ha ricordato gli esempi virtuosi di Prato, Manciano e Collesalvetti. "I Comuni possono e devono avere un ruolo centrale per lo sviluppo delle comunità energetiche, che nascono per dare una risposta innovativa e diversa al modo di produrre e consumare energia, mettendo i cittadini al centro del progetto di transizione ecologica ed energetica. E in questo quadro Anci Toscana si sta organizzando per costruire una rete di soggetti, pubblici e privati, che possa offrire un supporto efficiente e strutturato - ha precisato il direttore - L’energia non va intesa solo come bene economico, ma come un tramite per consentire alle comunità locali di rispondere alle esigenze che vengono individuate sul territorio per promuovere lo sviluppo locale con particolare attenzione a quelle aree in cui si presentano difficoltà nella fornitura di energia elettrica e di gas".