Strage del Duomo, un 'giallo' per il Comitato Gori: nuove ricerche con il superperito
Dopo 78 anni, le responsabilità della strage del Duomo di San Miniato continuano a provocare dubbi e divergenze. Era il 22 luglio 1944 quando 55 persone persero la vita nella cattedrale a causa di un esplosione. Furono i tedeschi a radunare nel Duomo i civili quando ad un certo punto, il fuoco colpì prima il paese, poi la chiesa. Inizialmente la strage fu attribuita alle truppe tedesche fino agli anni 2000 quando dopo inchieste, perizie e ricostruzioni, un risvolto giudiziario ribaltò la responsabilità. Fu stabilito che la granata venne sparata dagli americani ed accidentalmente colpì la chiesa. Ma "i fatti del Duomo" ancora oggi accendono interrogativi nella comunità sanminiatese. Per questo, il Comitato Giuseppe Gori di Cigoli vuole ancora scavare nella storia.
Questa mattina, riuniti nella frazione di San Miniato, i componenti del Comitato e il suo presidente Giampiero Montanelli hanno annunciato alla stampa l'intenzione di voler tornare ad indagare sull'eccidio del 22 luglio. Per riuscire nell'intento il Comitato si avvarrà della consulenza di Danilo Coppe, esperto di esplosivi e stragi italiane, incaricato recentemente dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Firenze per riaprire il capitolo Moby Prince.
"Il nostro intento non è quello di schierarsi in una responsabilità, ma avere informazioni nuove che ci auspichiamo possa fornire l'esperto - precisa Montanelli - per ricongiungere la popolazione di San Miniato su una vicenda in qualche modo strumentalizzata politicamente per anni".
Coppe, "superperito esplosivista", docente universitario e presidente dell'IRE Istituto Ricerche Esplosivistiche, vanta numerose partecipazioni a indagini nazionali e collaborerà con il Comitato di Cigoli mettendo a disposizione la propria competenza gratuitamente. Come dichiarato questa mattina, Coppe a giorni dovrebbe arrivare a San Miniato per un primo sopralluogo. In seguito partirà il nuovo lavoro di approfondimento, un'indagine tecnica che il gruppo impegnato nella memoria vuole portare avanti nell'obiettivo di reperire ulteriori elementi sulla verità e la dinamica della strage.
"Favorire una visione collettiva più armonica", un'ambizione che il gruppo ambisce a coronare con il lavoro di Coppe. "Abbiamo deciso di riaprire le indagini perché abbiamo trovato una persona competente - aggiunge Delio Fiordispina - un esperto che con il suo sapere scientifico può capire verità nascoste".
Una tragedia, inserita nel contesto della Seconda Guerra Mondiale, che ha ricevuto attenzione mediatica anche molti anni dopo. Prima con le inchieste, poi con le due lapidi dalle verità contrapposte. La prima che scandiva la responsabilità tedesca, la seconda statunitense, entrambe inizialmente sul municipio e oggi una accanto all'altra sotto i Loggiati di San Domenico all'ingresso del Museo della Memoria, con annessa polemica sullo spostamento voluto dall'allora sindaco Vittorio Gabbanini. Un episodio che è stato archiviato definitivamente, ma che continua a suscitare domande. La strage del Duomo per il Comitato "è un giallo - concludono - per questo vogliamo iniziare un percorso nuovo con un esperto" a cui sarà fornito dal gruppo il materiale a loro disposizione, come documenti e foto.
Margherita Cecchin