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Assolta in appello dopo la condanna all'ergastolo infermiera accusata dei decessi in ospedale

Dall'ergastolo all'assoluzione in appello: questa la vicenda dell'infermiera Fausta Bonino, 58 anni, accusata di omicidio plurimo volontario e finita per essere assolta in appello a Firenze (formula 'per non aver commesso il fatto') dopo la condanna all'ergastolo per 4 dei 10 decessi contestati in primo grado. Qui le motivazioni del primo grado.

I decessi anomali erano avvenuti all'ospedale Villamarina di Piombino tra il 2014 e il 2015. Tuttavia sussiste una condanna, quella per ricettazione per medicinali trovati in casa al momento dell'arresto e della perquisizione, a un anno e mezzo. Pena sospesa.

L'imputata ha accolto la sentenza con le lacrime agli occhi, come per il primo grado di giudizio ma con un sollievo enorme. "Ancora non ci credo, non potevano accusarmi per delle menzogne dette da qualcuno, non c'era altro", ha affermato.

La difesa dell'infermiera assolta: "Grazie alle testimonianze"

L'avvocato della difesa di Bonino, Vinicio Nardo, ha spiegato che le testimonianze di quattro tra medici e infermieri dell'ospedale hanno reso possibile l'assoluzione. Infatti hanno riportato che in ospedale fosse possibile entrare anche senza badge di riconoscimento del personale autorizzato: "Questo è un sassolino che può essere diventato una slavina. Credo che la chiave siano state queste testimonianze e altri elementi che in primo grado erano stati definiti certi ma non lo erano. In questi delitti - ha sottolineato ancora l'avvocato - ci vuole particolare professionalità da parte degli inquirenti perché non bisogna entrare nella cosiddetta visione a tunnel, cioè dare per scontato che alcune parti dei fatti siano accertate perché corrispondono all'imputato. Bisogna invece sempre avere dei dubbi e fare delle indagini su tutti gli aspetti"

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