"Essere positive", Sofia e Simona raccontano la quarantena in un video
Essere positive, il video di Sofia Quercetti e Simona De Simone sulla loro quarantena
Molte persone hanno vissuto l’ultimo Natale all’insegna della positività. E questo non è stato un bene, perché come ormai sanno anche i muri il termine “positivo” in questi ultimi due anni ha assunto nel vivere comune un’accezione per nulla allegra. Dopo lunghi lockdown che avrebbero fatto impazzire anche Clint Eastwood, mascherine indossate così spesso da diventate una seconda pelle e continue polemiche social sui vaccini, il 2021 è terminato con un ultimo colpo di coda: la quarta ondata di Covid che alle soglie di Capodanno ha costretto all’isolamento un milione di persone. Per tanti è stata una vera mazzata, poiché ha significato dire addio alle feste in famiglia o al cenone con gli amici e trascorrere le vacanze natalizie confinati in casa.
Tuttavia, in questa “positiva” situazione c’è chi ha voluto cogliere il lato positivo e lo ha fatto attraverso l’obiettivo di una telecamera. Sofia Quercetti e Simona De Simone, 36enni registe e videomaker con alle spalle esperienze documentaristiche – l’ultima (in fase di montaggio) le ha viste impegnante per un mese in Guatemala nelle riprese di un documentario su una guida spirituale maya –, hanno deciso di raccontare la loro quarantena che, iniziata a metà dicembre, è durata fino ad anno nuovo, mangiandosi Natale e Capodanno. Il documentario casalingo si intitola Essere positive, proprio perché la positività al virus non deve essere vissuta con negatività alla vita.
"È una storia. Una storia ambientata tra le colline di Sesto Fiorentino, una storia di quarantena durata due settimane, una storia di un Natale completamente diverso da quello che avevamo immaginato prima che si presentasse il Covid. È una storia d'amore e di positività. È una storia che racconta un tempo, un tempo ormai svanito, ma pienamente vissuto" spiega Sofia Quercetti.
"Io e Simona, la mia compagna, ci siamo contagiate proprio nel momento in cui ci apprestavamo a trascorrere il Natale con le nostre famiglie, io a Firenze e lei in Puglia. È stata davvero una brutta sorpresa: sapevamo che il virus aveva iniziato a galoppare ed esistevano non poche possibilità di contagiarsi, ma quando è effettivamente successo ci è caduto un po’ il mondo addosso. Non potevamo vedere i nostri genitori per Natale. Non era mai successo, nemmeno il lockdown del dicembre 2020 ce lo aveva impedito".
Dopo un attimo di scoramento, però, le due ragazze hanno deciso di dare un senso alla loro clausura e, visto che è il loro mestiere, perché non farlo attraverso ciò che amano, ossia realizzando un video?
"Ci siamo dette: non è il nostro miglior momento, ma fortunatamente stiamo bene e possiamo comunque renderlo speciale. E così abbiamo iniziato a girare un documentario sulla nostra quarantena, trasformando la casa in cui conviviamo in un set ‘domestico’. Iniziata la quarantena in quel di Colonnata, frazione di Sesto Fiorentino ai piedi di Monte Morello, sono partite anche le riprese di queste giornate molto lente, scandite da tempi lenti e prolungati.
Si tratta di un diario di bordo della quarantena – prosegue Sofia – segnato da smart working, cucina e pulizie, passeggiate nel bosco e videocall ad amici e parenti, molti dei quali con il passare dei giorni andavano a infoltire le schiere dei contagiati e a condividere 'spiritualmente e telematicamente' la quarantena con noi. Per certi versi è stata una macchina del tempo che ci ha riportati indietro di un anno. Ho cercato di riprendere Simona nei momenti più naturali, per rendere il racconto più spontaneo e sincero possibile. Volevo mostrare la vita vera, senza trucco, di quei giorni: dai momenti in pigiama alla cena di Natale ‘in ghingheri’. Nonostante fossimo solo noi due, infatti, non è stata una festa trascurata, ma abbiamo acceso il fuoco e le luci, ci siamo impegnate per rendere il momento speciale, senza però scene costruite in base al video.
D’altronde – continua – oltre che raccontare noi, il cortometraggio vuole rappresentare un filo rosso che unisce me e Simona a tutti gli amici e le persone contagiate, attraverso il racconto di una vicenda comune. Vuole esprimere una vicinanza nella lontananza e lanciare un messaggio positivo, nel vero senso del termine. Non a caso, il cortometraggio si intitola Essere positive”.
E di momenti felici, ce ne sono stati: “Le videochiamate con le nostre amiche o i miei colleghi di Riprese Firenze, i quali ci hanno tirato su il morale e spronato a intraprendere questa avventura. Sono molto contenta del video Essere positive, anche perché io e Simona stiamo cercando di lavorare più spesso insieme, soprattutto in progetti che oltrepassino l’ambito commerciale e si concentrino sullo sviluppo del lato artistico della produzione video. E poi, realizzare documentari è il nostro sogno: Essere positive è stato pubblicato sui social – conclude Sofia – ma contiamo di partecipare a qualche festival”.
Giovanni Gaeta