Donazione al Meyer e tanti omaggi spontanei: Staffoli ricorda Stefano Masi
Passando da via delle Macchie, una strada sterrata che collega via Porto alle Lenze a via Livornese, ci si imbatte in una sedia di legno. La leggenda che si porta dietro ormai è nota, i fiori messi lì accanto sono invece un doveroso omaggio a chi quella storia l'ha inventata e adesso non c'è più. A un anno di distanza dalla scomparsa di Stefano Masi, Staffoli non smette di ricordarlo, vuoi con iniziative organizzate vuoi in modo spontaneo, come accaduto alla sedia di legno. Accanto alla famigerata sedia e al qr code che rivela la sua natura, qualcuno ha deposto fiorellini o mazzi di fiori lungo un anno costellato da lacrime e memoria.
Era il 20 gennaio 2021 quando Stefano Masi è venuto a mancare a causa di un malore. Da quel giorno Staffoli, frazione di Santa Croce sull'Arno, ha perso una delle sue anime più gioiose, un ragazzo - perché a 37 anni si è ancora ragazzi - in grado di connettere le generazioni più anziane e quelle più giovani. Una personalità istrionica, che sapeva destreggiarsi alla brace come sul palcoscenico. E per questo gli amici, i compagni di una vita, i compaesani, hanno deciso di devolvere a suo nome un'importante somma all'ospedale Meyer.
Lo hanno fatto sfruttando uno degli eventi in cui Masi era sempre presente, la Sagra dell'Arrosticino. La festa cade a ottobre, vicina al compleanno dello staffolese. Durante la sagra è stata organizzata una raccolta per il Meyer. L'idea del crowdfunding ha coinvolto tutto il paese, partendo da Avis e Pro Loco. L'annuncio della donazione dell'Avis staffolese è arrivato a pochi giorni dall'anniversario della scomparsa, corredato da una targa in cui agli occhi di Stefano Masi erano aggiunte le parole di Ligabue, uno dei suoi cantautori preferiti. Quella immagine, realizzata dalla Bottega del tatuaggio staffolese, è diventata una altro segno indelebile per omaggiare il 37enne.
Era infatti una vera e propria colonna di Avis Staffoli, sempre attivo quando c'era da organizzare qualcosa per il suo paese. Era un amante della musica e lavorava come impresario, per questo l'idea degli staffolesi è di ricordarlo a dovere con un evento musicale. Il pensiero c'è, per la realizzazione bisognerà attendere che la situazione Covid-19 si plachi un po'. Non è stato possibile organizzarlo proprio a causa della pandemia, anche se le iniziative spontanee, come detto, non sono mancate.
La Sagra della Pappardella alla Lepre, evento staffolese doc di luglio, lo ha visto protagonista sui grembiuli dei suoi colleghi alla brace, così come nella mente di chi ha condiviso per anni l'esperienza della sagra con lui. E poi i fiori alla sedia di legno, il viavai alla sua lapide al cimitero dove ogni staffolese ha portato un fiore o una carezza, le scritte giocose sui muri fatte anni fa e che adesso strappano un sorriso amaro. La leggenda di Stefano Masi continua.
G.L.