Munzir e Mustafa lontani dalla guerra in Siria: la famiglia riparte da Siena
Sul corpo i segni indelebili della guerra ma nel domani, una nuova storia da scrivere, lontano dalla devastazione.
Munzir e Mustafa, protagonisti della foto "Hardship of Life" che ha fatto il giro del mondo, diventando il simbolo del dramma siriano, stanno per arrivare in Toscana. Padre e figlio inizieranno una nuova vita a Siena e saranno curati al Centro protesi di Vigorso di Budrio, a Bologna.
La notizia arriva dal Siena International Photo Awards, che premiò lo scatto di Mehmet Aslan vincitore assoluto del festival, da dove inoltre fu lanciata una raccolta fondi per aiutare padre e figlio e le vittime del conflitto in Siria.
Un abbraccio, quello tra padre e figlio immortalato nello scatto di Aslan, che va oltre le disabilità provocate dalla guerra. E proprio per sostenere un programma di riabilitazione e aiuto a persone che hanno subito amputazioni, la raccolta fondi ha raggiunto oltre 100mila euro. "La potenza comunicativa di quella foto si è trasformata in un reale sostegno alla famiglia, grazie alla raccolta fondi che abbiamo lanciato, alla quale hanno aderito tante persone" ha commentato Luca Venturi, fondatore e direttore artistico del Siena International Photo Awards.
Dalla Turchia all'atterraggio a Ciampino domani sera, fino a Siena, in un'abitazione della Caritas messa a disposizione dell'Arcidiocesi di Siena-Colle di Val d'Elsa-Montalcino. Da qui, per Munzir e Mustafà, per la mamma e gli altri due figli della coppia, inizierà un nuovo capitolo. Alla famiglia al-Nazzal al completo verrà fornito tutto il necessario, compresa la mediazione linguistica. In seguito la Caritas, come spiegato dalla Diocesi, creerà una rete "per favorire il processo di integrazione della famiglia" e aiutarli nell'apprendimento della lingua italiana.
A febbraio le cure a Bologna
Padre e figlio arriveranno al centro protesi Inail di Vigorso di Budrio, Bologna, verso metà febbraio. A Siena osserveranno la quarantena e saranno sottoposti agli esami clinici richiesti per accedere al percorso protesico-riabilitativo, oltre ad escludere patologie concomitanti. Mustafa, che oggi ha cinque anni, è nato senza arti a causa di un bombardamento aereo con armi chimiche in Siria. Il papà ha invece un'amputazione da trauma.
Al centro bolognese gli specialisti interverranno sul piccolo prima negli arti superiori e poi in quelli inferiori. Come spiegato dall'ingegner Gregorio Teti, direttore tecnico dell'Area tecnica del centro protesi Inail, "per gli arti superiori il percorso è un po' più semplice rispetto alla protesizzazione degli arti inferiori, dove dalle immagini ricevute fino a oggi risulta un'assenza completa di articolazioni dal bacino in giù". Saranno cercate soluzioni per dare al bambino "un'ipotesi di deambulazione anche con l'ausilio delle stampelle". Per il padre è previsto un approccio più semplice rispetto alla malformazione del figlio. Gli interventi sono previsti in trenta giorni per Munzir, nel percorso tecnico e riabilitativo mentre per Mustafa occorreranno dai 45 ai 60 giorni, nei quali sarà quasi sempre nella struttura di Vigorso.
La soddisfazione della Farnesina
Profonda soddisfazione dal Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale per l'imminente arrivo in Italia della famiglia del Signor Munzir al-Nazzal e del piccolo Mustafa. "Nel solco del moto di solidarietà suscitato in Italia, l'Ambasciata d'Italia ad Ankara, in stretto coordinamento con la Direzione Generale per le Politiche Migratorie della Farnesina, si è immediatamente attivata per rintracciare la famiglia Al-Nazzal e per individuare adeguati programmi di accoglienza nel nostro paese".
Il benvenuto di Giani
Commenta l'imminente arrivo in Toscana anche il presidente della Regione Eugenio Giani, tramite facebook. "Munzir e Mustafa, padre e figlio, stanno arrivando a Siena. Dalla città toscana con questo scatto era partita la grande manifestazione di solidarietà internazionale, in Italia riceveranno ora cure e assistenza, benvenuti".