Obbligo vaccinale anche nei campi, Coldiretti: "Toccati 18mila operai agricoli"
Obbligo vaccinale per i braccianti over 50 e rischio carenza manodopera nelle campagne toscane dove molto forte è la presenza di stranieri provenienti da Paesi dove vengono utilizzati sieri non riconosciuti in Italia come Sputnik, Sinovac o Sinopharm. Sono circa 18 mila gli operai agricoli con più di 50 anni in Toscana, tra italiani e stranieri, che dovranno vaccinarsi entro il 15 febbraio ed essere quindi muniti di Green Pass rafforzato per accedere ai luoghi di lavoro. Di questi tra i 7 e gli 8 mila sono stranieri e provengono da 136 paesi diversi. La stima è di Coldiretti Toscana sulla base dei dati Inps all’indomani della pubblicazione del decreto flussi 2021 in Gazzetta.
Il decreto flussi è – spiega Coldiretti Toscana - un provvedimento importante per salvare i raccolti e garantire con la ripresa dei contagi Covid l’approvvigionamento alimentare in un settore che resta ancora fortemente dipendente dal contributo dei lavoratori stranieri nonostante la crescita di interesse tra gli italiani. In Toscana gli operai agricoli stranieri stagionali sono poco più di 21 mila, pari al 42,5% del totale di braccianti. “Riteniamo giuste e necessarie le nuove disposizioni del Governo in materia di Covid che prevedono l’obbligo vaccinale per gli over 50. La nostra organizzazione ha dimostrato con azioni concrete, in più occasioni, di sostenere la campagna vaccinale e la vaccinazione in agricoltura. – precisa il presidente di Coldiretti Toscana, Fabrizio Filippi – Il decreto flussi offre la possibilità di entrare in Italia per motivi di lavoro subordinato stagionale e non stagionale e di lavoro autonomo a circa 70 mila lavoratori di cui una buona parte sarà impegnata in agricoltura. In questo contesto l’apertura delle frontiere agli stranieri rischia però di essere vanificata dal fatto che molti braccianti provenienti da Paesi extracomunitari non possono lavorare in quanto sono vaccinati con sieri non sono riconosciuti in Italia ed in Europa. Prevediamo quindi complicazioni nel momento in cui ci avvicineremo alla stagione dei raccolti e le aziende avranno bisogno di manodopera stagionale che rappresenta, nel contesto toscano, una componente importante. Abbiamo proposto, per arginare questo rischio, che possano lavorare anche coloro che oggi stanno approfittando di norme come gli ammortizzatori sociali, così come gli studenti ed i pensionati, per sopperire alla mancanza di lavoratori stagionali”.
Con la prossima ripresa delle attività agricole, in primavera, è facile dunque prevedere l’accentuarsi della mancanza di lavoratori necessari nelle campagne per garantire l’approvvigionamento alimentare della popolazione in un momento in cui con la pandemia da Covid – continua Coldiretti – si è aperto uno scenario di incertezza, accaparramenti e speculazioni che spinge la corsa dei singoli Stati ai beni essenziali come l’energia e il cibo. In questo contesto – sottolinea Coldiretti – va segnalato che le difficoltà agli spostamenti dei lavoratori alle frontiere per effetto della pandemia, ha ridotto la presenza di lavoratori stranieri ed aumentato quella degli italiani che sono tornati a considerare il lavoro in agricoltura una interessante opportunità.
Secondo Coldiretti per favorire un cambio generazionale in un momento di crescente interesse per il lavoro in campagna a contatto con la natura è importante introdurre strumenti di flessibilità che consentano ai giovani italiani di fare una esperienza in agricoltura dove accanto alle figure tradizionali come potatori di alberi da frutta, olivi e vigne o ai trattoristi e iniziata la sfida della rivoluzione digitale con gli investimenti in droni, gps, robot, software e internet delle cose per combattere i cambiamenti climatici, salvare l’ambiente e aumentare la sostenibilità delle produzioni.
Fonte: Coldiretti - ufficio stampa