Concluso il restauro della Madonna dell'Immacolata Concezione nella Collegiata di Empoli
Si è concluso poco prima del Natale appena passato, uno dei più importanti restauri che la Collegiata di Empoli ha visto negli ultimi anni. L’intervento è stato possibile grazie al contributo dell’Ente Cassa di Risparmio di Firenze che, con il bando “Firenze Restaura”, interviene sul territorio della Città Metropolitana, finanziando il restauro di opere presenti nelle chiese e nei musei di proprietà ecclesiastica. Il restauro ha avuto anche il contributo del Lions Club Empoli Ferruccio Busoni, che continua il suo impegno per restaurare opere d’arte nelle chiese empolesi.
La storia
Si tratta di una scultura in terracotta policroma della fine del Quattrocento, alta 93 cm. e proveniente dall’Oratorio dell’Immacolata Concezione di Santa Maria a Ripa. Nel 1524 l’Oratorio minacciava di crollare e i confratelli della Compagnia decisero di trasportare la Madonnina presso la Compagnia di San Lorenzo nella Pieve di Empoli. Valfredo Siemoni, ha ritrovato e pubblicato i documenti di questo importante passaggio nell’Archivio Parrocchiale. Dopo essere stata sull’altare della Compagnia, l’attuale Sagrestia, la Madonnina fu collocata in una nicchia sopra la porta di ingresso, ancora visibile. Fu nel 1717, il 6 di maggio, che la venerata statua dell’Immacolata, accompagnata da una processione solenne a cui parteciparono “ tutte le Compagnie del Piviere e con tutte le fraterie e ceri e grandissimo concorso di popolo”, venne trasferita sull’altare della Cappella a lei dedicata nel braccio sinistro del transetto della Collegiata, completamente rinnovata da Martino Portogalli in stile rocaille, tipico dell’epoca. Da sempre venerata dal popolo, è stata più volte esposta sull’altare maggiore e portata in processione in occasione di pestilenze e siccità, così come è avvenuto per l’altro simbolo religioso della nostra comunità, il Crocifisso dei Miracoli.
Il restauro
Dopo aver terminato il restauro della Pietà “Bandini” di Michelangelo, al Museo dell’Opera di Firenze, Paola Rosa ed Emanuela Peiretti si sono prese cura della piccola terracotta policroma e della sua base. Il restauro, iniziato a Ottobre, è terminato a Dicembre del 2021, ed è stato effettuato sotto l’alta sorveglianza della dott.ssa Anna Floridia, della Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per la città metropolitana di Firenze e le province di Pistoia e Prato. E’ stata effettuata un’accurata pulitura delle superfici, recuperando in particolare la cromia dei raffinati “incarnati” del volto, delle mani e della veste bianca, consolidando localmente la terracotta e integrando le parti perdute sulle quali è stato eseguito un minuzioso ritocco pittorico. Il manto della Madonna non è stato riportato alla sua cromia originaria perché molto lacunosa. D’altronde, considerando il discreto stato di conservazione delle ridipinture effettuate nel corso degli anni, è stato deciso di mantenerle conservando l’aspetto ormai acquisito dalla Madonnina nell’immaginario collettivo. Una cura particolare ha richiesto il basamento in terracotta dorata, che rappresenta l’incontro dei genitori di Maria, Gioacchino ed Anna, alle Porta Aurea di Gerusalemme. Interessante è stato scoprire (indagando la datazione con la termoluminescenza) che in realtà si tratta di una formella in terracotta realizzata probabilmente nel 1700, quando la Madonnina è stata collocata nell’attuale cappella e quindi non è coeva alla statua. Si è fermato il degrado in parte dovuto all’umidità e si è recuperato, per quanto possibile, il modellato dei personaggi rappresentati, grazie anche a una foto degli anni ’70 che ha fatto da riferimento certo per le restauratrici. Le analisi diagnostiche sono state effettuate dalla ditta ADARTE di Firenze, i ponteggi dalla ditta Saccenti di Prato e le fotografie da Alena Fialová. Tecnico progettista e direttore dei lavori: ing. Emilio Cioni e arch. Silvano Salvadori.
L’autore della Madonnina
Recentemente (2015) Alfredo Bellandi ha riferito la terracotta policroma a Leonardo del Tasso, scultore attivo a Firenze fra i ‘400 e il ‘500. In precedenza Francesco Caglioti (2007) ha attribuito la scultura alla bottega di Benedetto da Maiano. Queste due autorevoli attribuzioni già avevano rilevato l’importanza della nostra Madonnina, togliendola dall’oscurità di un generico riferimento a “bottega dei Buglioni” dove l’avevano relegata le pubblicazioni d’arte precedenti. Questo restauro appena concluso permetterà agli storici dell’arte un più attento studio dell’opera, grazie anche alla campagna fotografica particolarmente ricca e alle analisi diagnostiche, i cui risultati saranno resi noti in un prossimo convegno in corso di preparazione.
Due curiosità
Sulla testa della Madonnina sono stati ritrovati dei grumi di collante applicato per fissare una corona, oggi andata perduta, come confermato da una vecchia immagine ritrovata in archivio…. Durante il restauro, inoltre, è stato rinvenuto, all’interno dell’incavo del braccio destro, un piccolo rosario d’argento, probabilmente del ‘700, ricordo e testimonianza della devozione popolare che da sempre ha accompagnato la presenza di questo vero e proprio simbolo nella nostra comunità.
Fonte: Parrocchia di Sant'Andrea a Empoli