Pietre d'inciampo nell'Empolese per i deportati della Taddei
Un inciampo emotivo e mentale, non fisico, per non dimenticare il nome, l’anno di nascita, il giorno ed il luogo di deportazione, la data della morte della persona deportata, contribuendo pertanto a mantenere viva la memoria delle vittime dell’ideologia nazi-fascista nel luogo simbolo della vita quotidiana – la loro casa – invitando al tempo stesso le persone che passano a riflettere su quanto accaduto in quel luogo e in quella data.
Questo è l’obiettivo delle ‘”Pietre d’Inciampo” per cui il Consiglio Comunale di Empoli, ha approvato con 23 voti favorevoli, 0 contrari e 0 astenuti, la convenzione fra i Comuni di Capraia e Limite, Cerreto Guidi, Fucecchio, Montelupo Fiorentino e Vinci ed ANED – associazione nazionale ex deportati nei campi nazisti - per il loro acquisto.
A Empoli saranno messe in posa le prime 21 in memoria dei deportati empolesi lavoratori della Vetreria Taddei che non fecero ritorno a casa l’8 marzo 1944. Un percorso che proseguirà anche nel 2023 con la messa in opera delle pietre restanti a memoria di tutti i deportati.
Empoli aderisce insieme agli altri 5 Comuni che hanno avuto deportati residenti nei propri territori a questa iniziativa che si inserisce in un grande circuito culturale europeo.
«Sono felice che le “Pietre d'Inciampo” arrivino ad Empoli e nell'Empolese. Sono una forma di memoria pubblica estremamente precisa e prossima alla vita di tutti i giorni – spiega Alessio Mantellassi, presidente dell’assemblea consiliare empolese -. È un modo per "inciampare" metaforicamente nella storia ogni giorno, nella nostra quotidianità, mentre facciamo le tante cose della nostra vita di tutti i giorni. La pietra attira la nostra attenzione rispetto alla storia di una persona che ha perso la vita ingiustamente lontano da casa. È una forma di memoria umana e piena di sentimento – prosegue -: non si parla di numeri ma uomini. Si rammenta il nome, l'età, il giorno dell'arresto, dove viveva. Perché non si deve mai dimenticare che i grandi numeri delle stragi o delle grandi catastrofi, sono in realtà costituiti da singole vite, rapporti, relazioni, famiglie spezzate.
Sono contento che si riesca a fare questa iniziativa con una regia ed un intervento pubblico. Vogliamo garantire a tutte queste persone e alle loro famiglie la stessa memoria, lo stesso diritto al ricordo con una iniziativa pubblica, senza lasciarlo ad iniziative private. In questo modo vogliamo dire che il ricordo dei singoli deportati – conclude Mantellassi - non è una questione privata ma un impegno della città. Sono inoltre soddisfatto che lo si faccia insieme agli altri 5 Comuni interessati e all'ANED facendo un bel gioco di squadra a livello di territorio. Nei prossimi giorni daremo conto anche del lavoro che faremo per la loro messa in opera insieme a cittadini, scuole, studenti e anche insieme alla COOP».
COSA SONO LE PIETRE D’INCIAMPO - Un piccolo blocco quadrato di pietra (10×10 cm), ricoperto di ottone lucente, posto davanti la porta della casa nella quale ebbe ultima residenza un deportato nei campi di sterminio nazisti: ne ricorda il nome, l’anno di nascita, il giorno e il luogo di deportazione, la data della morte. In Europa ne sono state installate già oltre 70.000, la prima a Colonia, in Germania, nel 1995; sono le “Pietre d’Inciampo”, Stolpersteine, in tedesco, iniziativa creata dall’artista Gunter Demnig (nato a Berlino nel 1947) come reazione a ogni forma di negazionismo e di oblio, al fine di ricordare tutte le vittime del Nazional-Socialismo, che per qualsiasi motivo siano state perseguitate: religione, razza, idee politiche, orientamenti sessuali.
Grazie a un passa-parola tanto silenzioso quanto efficace, oggi si incontrano “Pietre d’Inciampo” in oltre duemila città in Austria, Belgio, Croazia, Francia, Germania, Grecia, Italia, Lituania, Lussemburgo Norvegia, Olanda, Polonia, Repubblica Ceca, Romania, Russia, Slovacchia, Slovenia, Spagna, Svizzera, Ucraina e Ungheria.
In Italia, le prime Pietre d’Inciampo furono posate a Roma nel 2010 e attualmente se ne trovano a Bolzano, Genova, L’Aquila, Livorno, Milano, Reggio Emilia, Siena, Torino, Venezia oltre ad altri numerosi centri minori.
Per spiegare la propria idea, Gunter Demnig – che posa personalmente le “Pietre d’Inciampo” – ha fatto proprio un passo del Talmud: “Una persona viene dimenticata soltanto quando viene dimenticato il suo nome”.
Fonte: Comune di Empoli - Ufficio stampa