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Covid, 'libero' dopo 30 giorni. Confartigianato Firenze gli organizza festa di bentornato

Coronavirus

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L'incubo è cominciato lo scorso 6 dicembre: figlio positivo ad un tampone fai da te in casa. A quel punto Giovanni, dipendente di Confartigianato Firenze e vaccinato con due dosi con la terza già fissata, esce da lavoro e corre a casa ad isolarsi, con tutta la famiglia. Il 10 dicembre verdetto ufficiale per tutti e 4 i componenti del nucleo familiare: tampone molecolare positivo. La Asl emette il decreto di isolamento e quarantena. Da quel momento trascorrono 18 giorni prima che il Ministero della Salute revochi il Green Pass di Giovanni, che però rimarrà attivo altri due giorni. Ma dopo la beffa sarebbe venuto il danno: Giovanni il 31 dicembre riceve il risultato negativo ad un tampone effettuato nei giorni antecedenti ma per una settimana, fino alla svolta di stamani 7 gennaio, è stato prigioniero in casa, tra burocrazia, inefficienze, ritardi. E adesso Confartigianato invoca una svolta: “Situazione assurda e per certi versi drammatica. Non possiamo tenere dipendenti segregati in casa. Si accelerino le procedure o il sistema salta” denuncia Jacopo Ferretti, segretario generale di Confartigianato Firenze.

Il racconto di Giovanni fa ben capire tutto il caos di questo periodo: “Non siamo stati affatto bene all'inizio, poi via via siamo migliorati. Ma fin da subito abbiamo temuto di rimanere intrappolati nella burocrazia. E puntualmente è accaduto. Il 28 dicembre ho ricevuto l'sms del Ministero della Salute che mi annunciava la sospensione del Green Pass, che tuttavia rimasto attivo per altri 2 giorni, come ho avuto modo di controllare con la app C19. Una volta che è stato realmente sospeso è cominciato un altro calvario. Il 31 dicembre ricevo il risultato negativo del tampone molecolare. Con l'esito del tampone inizio le procedure per la mia “liberazione”. Il 10 dicembre avevo ricevuto il decreto di isolamento e quarantena dalla Asl, valido fino a nuovo decreto di fine isolamento. Ho prima provato, come da procedura, ad inviare una mail all'indirizzo dedicato dell'Asl per chiedere la fine isolamento, però è tornata indietro perchè la casella era piena. Quindi ho compilato l'apposito form sul sito internet. Nessuna risposta. Ho rimandato mail, ricompilato il form. Preso dalla disperazione ho mandato anche una Pec alla Asl chiedendo il fine isolamento dato che il numero di telefono dedicato era impossibile da contattare, con le linee intasate”. E quindi si arriva alla svolta finale, non prima di un altro rimpallo di burocrazie: “Siamo a venerdì 7 gennaio. Chiamo l'Urp dell'azienda sanitaria di Firenze che mi avverte che non c'è bisogno di un decreto di fine isolamento e che basta tampone negativo. Faccio presente che non è così, perchè per lavoro sono a conoscenza della procedura, per avere Green Pass da guarigione la Asl deve generare un codice che serve al Ministero per emettere il nuovo Green Pass. L'Urp mi fa chiamare il 1500, il numero del Ministero, che conferma la mia convinzione. Preso dalla disperazione ho mandato una nuova Pec mettendo a conoscenza l'ufficio legale della azienda sanitaria della situazione, dicendo che mi sarei rivolto alle forze dell'ordine se non fossi stato liberato. Non so se la Pec sia stata decisiva ma dopo qualche minuto è arrivato il fine isolamento per tutti” esulta Giovanni, ringraziando il medico di famiglia “che ci è sempre stato vicino” e la rete di amici, parenti e colleghi”.

Ma il detto “tutto è bene quel che finisce bene” non vale: “Siamo di fronte ad una situazione imbarazzante perchè oltre alla beffa del contagio purtroppo bisogna districarsi in una giungla burocratica che rischia di generare il caos. Un tampone negativo non è sufficiente per rientrare in comunità e nemmeno a lavoro con il Green Pass nuovamente attivo e questo è un problema enorme. Ci si ritrova non più malati perchè si è superato il Covid ma non si può lavorare perchè manca lo svincolo dell'Asl. Troppi giorni passano dalla negatività alla liberazione. E i dipendenti sono costretti a prendere ferie per stare a casa, beffa assurda. Chiediamo un'accelerazione, non possiamo permetterci tempi così lunghi altrimenti il sistema salta” denuncia Jacopo Ferretti, segretario generale di Confartigianato Firenze.

Fonte: Confartigianato Firenze

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