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In nome dei diritti: "Anziani non autosufficienti già vaccinati ma confinati come nel 2021"

Dopo l’isolamento del 2020, durato mesi, da più parti si erano alzate voci concordi sul fatto che mai più i nostri anziani non autosufficienti ed i disabili gravi avrebbero dovuto subire una simile condizione.

Parole, soltanto parole… difatti oggi gli ospiti di Rsa ed Rsd sono nuovamente confinati nelle strutture senza possibilità o quasi di incontrare i propri familiari, nuovamente vittime dei controsensi di una politica incapace di gestire la situazione.

In questo anno trascorso tra i due isolamenti, niente è stato fatto per migliorare il trasporto verso i centri diurni, né per aumentare il personale di queste strutture che anzi è calato nel numero ed è sempre meno qualificato. Come non è stato fatto niente per ampliare gli spazi necessari per svolgere le attività e permettere di muoversi in modo adeguato visto le ore che gli ospiti trascorrono nella struttura.
Isolare quindi, rimane la più semplice delle scelte da prendere, isolarli per proteggerli dal virus si dice, ben sapendo che tutti gli ospiti e gli operatori abbiano ormai la terza dose.

E così, per ordinanza regionale, fino al 31 marzo 2022 sono sospesi i rientri in famiglia e le uscite programmate degli ospiti delle strutture residenziali e le visite nelle Rsa sono rese molto complicate da regole irrazionali quando non impossibili per la decisione delle singole strutture di chiudere del tutto.

È davvero incredibile come si riesca a creare protocolli su protocolli per sigillare ermeticamente queste strutture e non si riesca invece con altrettanta forza a fare rispettare l’obbligo di mascherina nei centri cittadini affollatissimi in questi giorni o sui mezzi di trasporto.

E non si dica, per favore, che questo isolamento sarà rotto dalla tecnologia con l’utilizzo di strumenti quali tablet per le video chiamate, perché la tecnologia troverà sempre più applicazione in tanti campi ma non sostituirà mai una abbraccio, una carezza e la vicinanza fisica di un familiare.

Fonte: In nome dei Diritti onlus

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