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Fondazione Marino Marini, Tomasi: "Grave tagliar fuori Soprintendenza e Intesa Sanpaolo"

Alessandro Tomasi

«La Fondazione Marino Marini ha modificato il suo statuto dimostrando una totale mancanza di collaborazione verso la città di Pistoia, i membri pistoiesi del Consiglio di amministrazione e la Soprintendenza. Con questa modifica, che segna il passaggio della Fondazione ad Ente del Terzo settore, e la conseguente nuova denominazione di Fondazione Marino Marini – ETS, sono stati tagliati fuori dal Cda due membri fondamentali: il soprintendente  e il rappresentante dell’Istituto bancario Intesa Sanpaolo, espressione del nostro territorio; entrambi erano rientrati all’interno del Cda per disposizione prefettizia. Un componente,  secondo lo statuto modificato, dovrà essere nominato dal Consiglio comunale di Pistoia e scelto tra i cittadini pistoiesi che si siano distinti in Italia e nel mondo per competenza, impegno e valore  nel mondo dell’arte. Si tratta del ruolo che finora ho ricoperto io. I quattro componenti nominati dal Comitato dei Garanti inoltre, in base alla modifica, sono designati a vita. Per noi si tratta di un atto molto grave».

Lo rende noto il sindaco di Pistoia, Alessandro Tomasi, dopo aver chiesto e ricevuto copia dello statuto modificato durante l’ultimo Cda della Fondazione, che per le modalità di convocazione e di svolgimento è stato fin da subito contestato dai tre membri di “parte pubblica” del Consiglio, ovvero sindaco, soprintendente e esponente dell’Istituto bancario.

La Fondazione Marino Marini ha infatti modificato il suo statuto durante una riunione del Cda convocata in tempi strettissimi e senza aver mai fornito ai consiglieri espressione del Comune di Pistoia, della Soprintendenza e dell’istituto bancario Intesa Sanpaolo, alcun documento, nonostante le richieste.

I tre consiglieri, dopo aver ricevuto la convocazione del Consiglio - arrivata solo pochi giorni prima dell’assemblea - hanno più volte chiesto al presidente Carlo Carnacini, visto il poco preavviso, di individuare una nuova data e soprattutto hanno chiesto  di fornire la documentazione necessaria all’espressione di un voto consapevole: una mancanza che è stata determinante nella decisione dei tre di non prendere parte al Cda.

La modifica allo statuto non solo introduce delle differenze sostanziali ma, prima di tutto, segna una difformità rispetto all’atto testamentario e alle volontà di Mercedes Pedrazzini che sono alla base della nascita della Fondazione stessa.

«È questo uno degli elementi più gravi. Il Comune di Pistoia –sottolinea il sindaco Alessandro Tomasi – ha investito risorse per la progettazione degli interventi  necessari alla presentazione della Scia antincendio del Palazzo del Tau. Ha ricevuto il parere positivo dei Vigili del Fuoco ed è pronto a farsi carico di tutti i lavori necessari alla riapertura e anche delle spese di guardiania. Noi siamo in prima linea per riaprire il Museo del Maestro e già da tempo stiamo portando avanti un confronto con la Fondazione che ha come fulcro proprio l’impegno dell’Amministrazione a farsi carico della gestione del museo per poterlo restituire alla città, ai visitatori e alle scuole del territorio che lì svolgevano diverse attività. Il Comune, lo voglio sottolineare, sta facendo tutto ciò che è necessario alla riapertura del Museo impegnandosi non solo con i 269mila euro di lavori che abbiamo in ponte ma anche con la gestione degli spazi. Proprio alla luce di tutto questo, ciò che la Fondazione ha fatto durante l’ultimo Cda è una mancanza di rispetto per la nostra città. Con la qualifica di Ente del Terzo settore – precisa infine il sindaco - di fatto la Fondazione passa dal controllo della Prefettura a quello della Regione. Intraprenderemo ogni azione a tutela del nostro operato e delle volontà su cui si fonda la Fondazione pistoiese».

Fonte: Ufficio Stampa

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