Giga Grandi Cucine, Cgil e Fiom Cgil contro la proprietà: "Il piano non è credibile"
I lavoratori della Giga Grandi Cucine si sono riuniti ieri in assemblea, per fare il punto sulla situazione della trattativa e decidere, con la Fiom, come proseguire la mobilitazione a seguito dell'incontro del 15 dicembre scorso in Regione Toscana.
Dopo 30 ore complessive di una trattativa serrata che ha visto impegnate le istituzioni e le parti sociali alla stesura di un piano di salvataggio industriale, i rappresentanti di Middleby Corporation, la multinazionale proprietaria di Giga, hanno comunicato di non essere disponibili a investire le risorse necessarie a rendere il piano credibile ed efficace, bensì una sorta di “presente” che squalifica totalmente lo sforzo di istituzioni e lavoratori vanificando e insultando la dignità e l’intelligenza intellettuale dei partecipanti al del tavolo stesso.
E, come se non bastasse, hanno informato il tavolo di essere già in trattativa riservata per la vendita diretta con i potenziali acquirenti individuati dalla Regione Toscana, eludendo di fatto quanto sottoscritto in sede istituzionale che vede nella Regione il soggetto deputato a tenere la regia delle manifestazioni d’interesse. Middleby ha palesato quindi una trattativa commerciale prioritaria rispetto a quella improntata alla tenuta di un piano sociale, portata avanti con istituzioni e parti sociali: un'anomalia non solo di forma ma anche di sostanza, essendo attualmente Giga Grandi cucine in liquidazione e spettando eventualmente quel ruolo alla liquidatrice.
Per Iuri Campofiloni della Fiom e Mauro Faticanti responsabile di zona per la Cgil di Firenze “tenendo i piedi in due scarpe e dando priorità a massimizzare la vendita piuttosto che a gestire l’impatto sociale di una chiusura, Middleby dimostra ancora una volta la mancanza di rispetto per le istituzioni e per i lavoratori. Elude così le proprie responsabilità verso il territorio puntando a trarre guadagno su una vendita a terzi frutto dello scouting delle istituzioni e viola palesemente l’accordo sottoscritto in Regione e il Codice Civile.
A 33 giorni dai licenziamenti non siamo più disposti a perdere altro tempo e a essere presi in giro da chi sta chiudendo un'azienda storica e mettendo in mezzo di strada 40 famiglie. Un comportamento inaccettabile che farebbe bene a rivedere. Per questo abbiamo chiesto a Middleby di tornare al tavolo lunedì 20 con proposte serie, credibili e coerenti con il piano di salvataggio del sito.
Alla liquidatrice chiediamo di ricordare agli americani che qui siamo in Italia e, piaccia a no, vigono leggi che regolamentano funzioni e ruoli in presenza di una procedura di messa in liquidazione.
Alla Regione abbiamo chiesto ufficialmente di organizzare quanto prima incontri con i soggetti che hanno formalmente manifestato interesse a rilevare l'attività a prescindere dallo stato della trattativa con Middleby, perché nessuno pensi di chiudere una vendita sulla pelle dei lavoratori e non con la condivisione degli stessi, chiedendo a istituzioni e liquidatrice di bloccare immediatamente azioni e comportamenti “furbi” che stanno di fatto ritardando la definizione di un accordo e sono fuori dalle procedure del Codice Civile.
Infine - conclude - a Confindustria Firenze chiediamo di uscire dal letargo dimostrato al tavolo ed di esercitare il ruolo politico di una organizzazione datoriale che prova a tutelare, se non i lavoratori, almeno il tessuto industriale del territorio”.
Fonte: Cgil Toscana e Firenze - Ufficio Stampa