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Orti in carcere, a Massa Marittima formazione e socialità per i detenuti

Nella prima fase del progetto sono state messe a dimora 20 piante di olivo ed è iniziata la coltivazione delle piante aromatiche

Si chiama "Orti in carcere" ed è il progetto partito a febbraio grazie ad un finanziamento della Cassa Ammende ottenuto dal Comune di Massa Marittima nell’ambito del progetto della Regione Toscana per la formazione dei detenuti. Un’esperienza applicata alla realtà della Casa circondariale di Massa Marittima dove stamani è andata in visita la vicepresidente e assessora all’agroalimentare Stefania Saccardi, accompagnata dal sindaco Marcello Giuntini, dall’assessore alle politiche sociali di Massa Grazia Gucci e dalla direttrice del carcere Maria Cristina Morrone.

"Coltivare un orto è un po’ coltivare noi stessi grazie alla capacità che hanno le piante di riportarci alle radici del nostro essere. Trovo pertanto straordinaria per la sua ricchezza l’iniziativa della casa circondariale di Massa Marittima, un esempio senza dubbio da replicare, – ha detto Saccardi – Questo progetto rappresenta tra l’altro una seria occasione di riqualificazione professionale per persone sottoposte a provvedimenti dell’Autorità giudiziaria, valorizzando competenze già acquisite, da acquisire o da accrescere. Crediamo che sia una buona misura capace di offrire maggiori e diverse opportunità occupazionali. E mi fa particolarmente piacere che abbia un legame con un bel progetto della Regione Toscana come i Centomila orti che è stato capace di coinvolgere nel corso del tempo cittadine, cittadini e numerose amministrazioni locali e istituzioni presenti sul territorio regionale".

Nella prima fase del progetto sono state messe a dimora 20 piante di olivo ed è iniziata la coltivazione di piante aromatiche in cassone, oltre alla potatura delle piante da frutto e degli olivi già presenti nei terreni del carcere e alla predisposizione un impianto di irrigazione basato sul recupero dell’acqua piovana.

I possibili sviluppi del progetto, nella seconda fase, saranno la raccolta delle olive e la produzione interna di olio evo aromatizzato. Ma la finalità principale è quella di garantire ai detenuti una formazione professionalizzante, da spendere nel mercato del lavoro una volta scontata la pena. La logistica del progetto, dalla creazione delle superfici ortive alla formazione dei detenuti è stata curata dalla Cooperativa Melograno.

Orti in carcere ha ottenuto l’interessamento e l’attenzione di Amnesty International.

All’inizio della mattinata si è fatta anche la benedizione dell’olivo centenario, donato da Terre dell’Etruria e Boscaglia e messo a dimora all’ingresso del carcere.

È stato il vescovo di Massa Marittima e Piombino, monsignor Carlo Ciattini, ad impartire la benedizione. Ai piedi dell’olivo è posizionata una targa che ricorda i 60 anni di attività di Amnesty International per la difesa dei diritti umani.

Fonte: Regione Toscana - ufficio stampa

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