L'Atletica Pistoia festeggia 60 anni: l'epopea della società arancio-blu
L' Atletica Pistoia sta per compiere 60 anni di storia, un traguardo che la società arancio-blu si appresta a festeggiare con l'orgoglio di chi ha sempre tenuto fede allo spirito degli esordi e la consapevolezza che alla nuova vita del campo di atletica di via dello Stadio potranno corrispondere nuovi stimoli e con essi un contributo più solido alla crescita dell'atletica leggera in città. Lo affermano all'unisono il presidente Remo Marchioni, il suo vice Antonio Nencini e i consiglieri Paolo Romoli, Riccardo Innocenti, Cristina Mannello e Carlo Canaccini.
È proprio al vecchio Campo Scuola del Coni, come ricorda il giornalista e scrittore Gustavo Pallicca, tra i fondatori della società, che tutto è cominciato. Ma la pratica dell’atletica leggera a Pistoia risale addirittura al 1873, anno in cui era stata fondata la Società Ginnastica Pistoiese, nota anche come Francesco Ferrucci. All'epoca erano i sodalizi ginnastici a promuovere molte delle specialità atletiche e fu con la maglia della Libertas, nata nel 1896 (anno delle prime olimpiadi dell’Era Moderna), che avevano iniziato a farsi valere in campo nazionale alcuni atleti pistoiesi molto forti: nel 1909 Ezio Cappellini si era laureato campione italiano dei 5000 metri, mentre il “colosso” Aurelio Lenzi aveva vinto nel 1913 il titolo di lancio del disco. Lenzi era reduce dai Giochi di Stoccolma del 1912 (dove aveva gareggiato nel disco e nel peso) e quindi, in campo atletico, può essere considerato il primo olimpico pistoiese in atletica. Nel giavellotto Ubaldo Bianchi, futuro campione internazionale di lotta, aveva vinto il primo titolo italiano nel 1913.
Nel 1922 Ferrucci e Libertas si fusero dando vita all' Unione Sportiva Pistoiese, per poi fuoriuscirne con la denominazione di Ferrucci Libertas. Nel 1926 l'attuale Fidal, Federazione Italiana Atletica Leggera, si rese autonoma e quindi accorpò tutte le specialità dell’atletica leggera. A Pistoia, anche in considerazione del fatto che non esisteva un impianto per l’atletica, i pochi praticanti si erano dispersi in provincia ed alcuni furono attratti anche da altre società delle regione. Non mancarono tuttavia iniziative locali come quella dell’ U.S. Pistoia (con quella maglia nel 1926 Antonio Capecchi vinse il titolo italiano del giavellotto) e nell’immediato dopo guerra del Circolo Il Canarino. È con questa società che iniziò a farsi notare Artidoro Berti, un eclettico atleta dedito alle ciclo-campestri. Nel 1949 Berti lasciò la bici e passò all'Atletica Sestese dove ottenne i primi successi a livello nazionale, mentre a Pistoia l’atletica entrò in letargo e i pochi volenterosi praticanti furono costretti dalla mancanza di impianti ad emigrare nella vicina Montecatini.
I successi di Berti convinsero i tecnici federali a convocarlo per i Giochi Olimpici di Helsinki ’52. Fu allora che a Pistoia si ricordarono di Artidoro e dell’atletica Leggera. In fretta e furia fu costituita una società denominata Polisportiva Combattenti e Reduci, e Berti, che era veramente un reduce essendo uno dei pochi sopravvissuti alla ritirata di Russia, fu l’unico tesserato del sodalizio. Artidoro con due titoli italiani nella maratona (1954 e 1955) portò Pistoia alla ribalta delle cronache sportive. Berti era un operaio del Comune di Pistoia, addetto alla manutenzione stradale e quindi con poco tempo da dedicare agli allenamenti, per una specialità che richiedeva grande dispendio di energie. Il Comune allora lo destinò alla custodia della palestra attigua al Campo Sportivo di Monteoliveto; contemporaneamente la società di atletica cambiò nome in quello di Dipendenti Comunali.
Da allora Artidoro Berti fu un punto di riferimento sicuro per i ragazzi di quella generazione, tanto da adoperarsi per allestire quattro rudimentali corsie (non più di 50 metri) davanti alle tribune dei “popolari” dello stadio di calcio, sulle quali i ragazzi si cimentavano in gare di velocità. Nel frattempo Berti, che non aveva abbandonato l’attività agonistica, si allenava correndo intorno al campo di gioco, lungo un piccolo sentiero sul quale anche i ragazzi lo seguivano.
Nel frattempo la Fidal nazionale, che si stava riorganizzando dopo i disastri bellici con alla sua guida il dott. Bruno Zauli, aveva iniziato a promuovere l'atletica partendo dalle scuole e costruendo numerosi campi scuola fra cui quello di Pistoia. Nel frattempo erano apparsi sulla scena dell’atletica pistoiese alcune figure di sportivi destinati a fare la storia di quello sport nella nostra città, e non solo. Con i lavori ancora in corso, il dott. Enzo Melani, un medico che vantava esperienze con il Centro Sportivo Italiano, supportato da Giampiero Mariani, un pesciatino con un passato di atleta di buona levatura, coagularono una serie di interessi e di aspettative sopite per anni, e promossero la nascita nella nostra città di un vera e propria società, che non fosse un organismo creato apposta per permettere a Artidoro Berti di continuare a gareggiare: il CSI Atletica Pistoia. La nomina di Berti a custode del nuovo Campo-Scuola fu il compimento di una operazione determinante perché anche Pistoia potesse finalmente vantarsi di una società agonisticamente operativa.
Nel 1962 il CSI Atletica Pistoia lasciò la sua denominazione per fare posto ad una società completamente autonoma, che scelse i colori arancione-blu per la sua divisa. Era nata così l’ Atletica Pistoia, che in quello stesso anno si affiliò alla Fidal. A Melani e Mariani si affiancarono altri appassionati che orbitavano a vario titolo nel mondo sportivo pistoiese: Aldo Rosa, Rinaldo Giovannini, Gustavo Pallicca, Agostino Chini, Vittorio Ercoli, Sergio Ulivi, Alberto Pacetti, ai quali poi si aggiunse Emilio Niccolai, al quale si deve nel 1964 la nascita dell’Atletica Pistoia Femminile. Con il tempo, tanto altri atleti che fino ad allora avevano gareggiato per altre società aderirono al nuovo sodalizio. I capo fila erano Artidoro Berti e Roberto Del Coro, ma oltre a loro emersero anche altri tecnici come Fabrizio Dalla Rosa, Roberto Capecchi e Antonio Batacchioli. Il Campo-Scuola CONI affidato alle cure di Artidoro Berti ben presto si creò la fama di un impianto efficiente e funzionale: la sua pista, alla quale Artidoro dedicava ore e ore di appassionato lavoro, venne presto considerata una delle più veloci della Toscana.
In breve la società progredì in maniera impressionante. Fiorirono campioni che tutti le invidiavano e che ben presto vestirono la maglia azzurra della nazionale: Giorgio Ballati, Claudio Cialdi, Giorgio Berto, Daniela Capecchi e Tiziana Ponsicchi. Furono queste le punte di un diamante che a fine anni ‘60 era annoverato fra i dieci più preziosi in campo nazionale.
Questa è la storia della società che oggi si avvia a festeggiare i 60 anni di vita. Molti dei nomi citati non ci sono più. Dal ceppo dell’Atletica Pistoia sono germogliati altri rami che hanno continuato a far praticare l’atletica con lo spirito di un tempo. La stessa Atletica Pistoia ha scelto altre strade ma quella società, nata dalla passione di pochi, continua anche oggi a portare avanti il nome di Pistoia sportiva nello sport più bello del mondo.
Fonte: Atletica Pistoia - Ufficio Stampa