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Arpat, sì del Consiglio regionale al bilancio 2020. FdI torna sull'inchiesta Keu

Consiglio regionale della Toscana (foto di archivio)

È stato approvato durante la seduta del Consiglio regionale della Toscana di oggi il bilancio di esercizio 2020 di Arpat, Agenzia regionale di protezione ambientale. Il sì a maggioranza è stato ottenuto con 21 voti favorevoli, 12 contrari e 2 astenuti. Approvata la proposta di risoluzione di Irene Galletti (Movimento 5 stelle) per incrementare risorse, strumenti e personale  mentre è stato respinto l'ordine del giorno presentato da Fratelli d'Italia. Quest'ultimo, come dichiarato in una nota da FdI "chiedeva di stanziare maggiori risorse da destinare all’organico tecnico di Arpat per rafforzare i controlli sul territorio dal punto di vista ambientale". Il suo respingimento ha provocato commenti dei consiglieri di Fratelli d'Italia che entrano nel merito anche dell'inchiesta Keu, poiché l'ordine del giorno chiedeva "di potenziare le risorse strumentali, finanziarie e di personale per creare all'interno di Arpat una task force regionale che porti avanti un monitoraggio puntuale ed offra contributi tecnici per eventuali bonifiche nei territori contaminati dal Keu".

Il bilancio 2020 Arpat

Arpat, istituita con Legge regionale n. 66/1995, è attiva dal 1996 ed è stata riformata con legge regionale n. 30 del 2009, successivamente modificata nel 2019, con l’agenzia che diventa un ente vigilato, impegnato a far fronte non solo alle normali attività di monitoraggio, ed a tutta una serie di attività specifiche (legate ad esempio al cambiamento climatico e ai gas inquinanti), ma anche a fare da strumento di supporto alla Magistratura inquirente. Da qui l’urgenza di investire in strumentazione e implementazione del personale, visto che Arpat non è riuscita a coprire il turn-over e l’età media dei dipendenti è di 55 anni.

L’Agenzia opera al servizio delle istituzioni e della cittadinanza, attraverso il monitoraggio dello stato dell’ambiente; gli accertamenti sulle fonti di inquinamento e gli impatti che ne derivano, occupandosi dell’individuazione e della prevenzione di fattori di rischio per la salute dell’ambiente e delle persone. Da qui le ispezioni sul territorio toscano per controllare il rispetto delle norme in materia di tutela ambientale e i conseguenti controlli tecnici, utili alle autorità competenti per adottare i provvedimenti necessari.

Il bilancio 2020, come illustrato in Aula dalla presidente della commissione Territorio e ambiente Lucia De Robertis (Pd) è simile a quello degli anni precedenti, eccetto che per l’utile di esercizio, pari a euro 6.153.594 dei quali, su proposta di Arpat stessa, l’80 per cento (pari oltre a 4 milioni e 900mila euro) restituito alla Regione e il restante 20 per cento (pari a oltre 1 milione e 200mila euro) quale riserva legale a copertura delle eventuali future perdite. Una cifra che deriva dalla smobilitazione del fondo di riserva, con i contenziosi risolti positivamente. La presidente ha ricordato che “il valore totale della produzione nel 2020 è di 54 milioni e 500 mila euro” e “il costo della produzione è di 46 milioni e 100 mila nel 2020”. Sul fronte della attività, da ricordare le 3621 ispezioni ambientali, il 50 per cento con sopralluogo, contro il 70 per cento di sopralluoghi del 2019, anche per l’emergenza legata al Covid; 2220 oggetti controllati; 14595 campioni analizzati. De Robertis ha confermato la "necessità di rafforzare l’Agenzia garantendo il necessario ricambio anche generazionale del personale in ragione del fattore anagrafico che influisce sulle tipologie delle ispezioni in loco che possono essere effettuate”.

Sì alla risoluzione M5S, respinto ordine del giorno di FdI. I commenti in aula

Alessandro Capecchi (Fratelli d’Italia) ha evidenziato come “esista un problema di organizzazione sia territoriale che funzionale di Arpat”, “un’organizzazione più seria, più corretta ed approfondita garantisce controlli anche ordinari in linea con le indicazioni della Regione”. Capecchi ha ricordato che l’Agenzia ha manifestato la volontà di avere indietro l’utile per realizzare specifici progetti e ha ribadito la necessità di fornire supporto anche economico ad Arpat. “Per esempio - ha detto - i controlli ordinari sui grandi impianti industriali soggetti ad Autorizzazione integrata ambientale nel 2020 hanno coperto solo il 28per cento lasciando scoperto il il 72per cento” e ancora, come richiesto nell’ordine del giorno respinto dall’Aula, “occorre un aumento delle dotazioni finanziarie e strumentali e delle risorse umane dell’agenzia per garantire controlli annuali ed uniformi”. Capecchi ha infine, concluso che occorre lavorare sui controlli sull’implementazione delle stazioni radio base, sull’impatto cumulativo di queste antenne sul territorio e sul tema dell’inquinamento acustico.

Accolta la proposta di risoluzione di Irene Galletti (Movimento 5 stelle) perché si proceda ad “incrementare le risorse per le strumentazioni ma anche per il personale di Arpat”. “L’età media della dirigenza - ha detto Galletti - è di 60 anni mentre quella del comparto di 52 anni, segno di esperienza e competenza ma anche segnale di mancanza di turn over”. La consigliera ha espresso preoccupazione per la diminuzione di alcune attività come “il controllo degli scarichi industriali prioritari passato da 8 ispezioni programmate a 3 svolte”, controlli ambientali sulle radiazioni ionizzanti “ne era previsto solo uno e non è stato fatto”, i controlli inquinamento derivante dall’amianto e sua dismissione “ne erano previsti tre e ne è stato fatto solo uno”. Riguardo agli stabilimenti a rischio di incidenti rilevanti “su 11 ispezioni programmate ne sono state svolte 4”, ha concluso Galletti chiedendo “una programmazione attenta nel corso degli anni delle assunzioni ma soprattutto che venga presta attenzione questa agenzia anche per le risorse materiali che gli vengono messe a disposizione”. Galletti ha espresso voto contrario sul bilancio.

Di un bilancio “sano e solido che consente di fare scelte come quella di lasciare gli utili all’agenzia per investire in mezzi, attrezzature e strumentazioni anche per la campagna odorigena” ha parlato Federica Fratoni (Pd) , ricordando, riguardo al personale, che sono stati stabilizzati tutti i precari, assunti con il progetto sicurezza Prato. Fratoni ha ricordato anche che “è stato avviato un programma di nuove assunzioni” e che è stato stabilito che “parte degli introiti ricavati dalle attività ispettive possa essere destinato all’integrazione della produttività, scelte che vanno nella direzione della valorizzazione dell’Agenzia”. Sulla proposta di Fratelli d’Italia, Fratoni ha detto di trovarla “troppo generica" e “in parte troppo riferita all’inchiesta sul Keu”, “le scelte organizzative le deve compiere il direttore generale con la Giunta”. “Un senso invece - ha aggiunto- ha la sollecitazione che viene da Galletti per dare forza ad Arpat”.

Elisa Montemagni (Lega) ha espresso il voto contrario della Lega: “Non condivido l’idea che se la programmazione viene fatta dalla Giunta, il Consiglio allora non dovrebbe esprimersi. Perché, invece, il Consiglio, rappresentando il territorio, potrebbe essere incisivo sugli atti programmatori”. La consigliera ha ribadito il problema del “personale di Arpat con età troppo elevata” e “il bilancio in attivo”, ma “Arpat - ha detto - dovrebbe investire tutto quello che incassa, visto che è un ente pubblico”. Montemagni ha rilevato criticità per “le ispezioni in forte calo, si parla di quasi il 30per cento”, e ha lamentato che sono in diminuzione “i controlli per la qualità dell’acqua potabile”, e quelli “sulla qualità dell’aria”. “Se dal punto di vista contabile - conclude - il bilancio non è un problema, lo è tutto quello che è in gestione ad Arpat”.

Il portavoce dell’opposizione Marco Landi (Lega) ha ribadito il voto contrario al bilancio “non tanto dal punto di vista contabile - ha detto- ma sul piano degli investimenti in forte ritardo”. “C’è un piano di investimenti fermo e questo ci fa pensare che il tesoretto possa venire utilizzato per coprire lo scostamento che riguarda la sanità”. Infine, “le attività di controllo sono calate in modo inaccettabile”.

FdI: "No al rafforzamento dei controlli nelle aree inquinate dal Keu. Un altro schiaffo per i toscani"

"Il Pd ha detto no al rafforzamento dei controlli nelle aree inquinate dal Keu" rendono noto i consiglieri regionali di Fratelli d’Italia Francesco Torselli, capogruppo, Alessandro Capecchi, vicepresidente della Commissione Ambiente e componete della Commissione d’inchiesta sulle infiltrazioni mafiose in Toscana, e Gabriele Veneri, il cui ordine del giorno è stato respinto dall’aula del Consiglio regionale.

“Sul bilancio Arpat si registra una contraddizione clamorosa. L’ente chiude il bilancio 2020 con 6 milioni di utile ma di questo utile l’80% torna alla Regione e, molto probabilmente, finirà per essere risucchiato nell’enorme buco di bilancio della sanità. In realtà, il direttore di Arpat ha confermato che mancano risorse per completare i controlli ordinari, figuriamoci per quelli straordinari. Per questo motivo abbiamo presentato un ordine del giorno chiedendo di potenziare le risorse strumentali, finanziarie e di personale per creare all'interno di Arpat una task force regionale che porti avanti un monitoraggio puntuale ed offra contributi tecnici per eventuali bonifiche nei territori contaminati dal Keu. La maggioranza consiliare ha risposto un secco “no” senza neppure motivare, dando così un altro schiaffo ai toscani che si sono trovati ad affrontare una vicenda gravissima come quella dell’inquinamento derivante dal Keu sotterrato per varie opere pubbliche" sottolineano in una nota i consiglieri di Fratelli d’Italia. "Chiedevamo anche di potenziare le verifiche su altri siti proprio in chiave preventiva prima che l'inquinamento si trasferisca nella falda acquifera. Ogni volta che il Pd sente la parola Keu si chiude a riccio per non ammettere evidenti responsabilità di una politica sbagliata nella gestione dei rifiuti e dei controlli ambientali”.

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