Parlare del cuore delle donne per far crescere la medicina di genere, colmare il gap nella prevenzione, nella terapia e nella presa in carico. Difendere il cuore, prendersene cura, passando dall’alimentazione ai geni, dai telomeri all’autostima e aumentando il sistema immunitario “mentale” femminile. Ricerche e studi che rivolgono l’attenzione alla prospettiva di genere, nella consapevolezza delle diversità della donna. Di questo si è parlato nel convegno che si è tenuto questa mattina, lunedì 6 dicembre, nello spazio espositivo Carlo Azeglio Ciampi del palazzo del Pegaso.
"L’incontro di oggi ha la caratteristica di interpretare il diritto alla salute, così come previsto dall’art.32 della Costituzione: diritto dell’individuo, colto nella sua complessità di tutela psicofisica della persona", dice Giacomo Bugliani, presidente della commissione Affari istituzionali del Consiglio regionale. "Tutela della salute a pieno titolo integrata, con il valore fondamentale della prevenzione", sottolinea il presidente, che saluta con favore il contributo sostanziale dell’Asl Toscana Nord Ovest a questa giornata. "Sono orgoglioso. Da Massa, portiamo qui Rita Bonini e Michela Zanetti, due eccellenze di quella che a torto, troppo spesso, è considerata una provincia ai margini dell’impero. Al contrario – aggiunge Bugliani –, confermiamo che il nostro territorio può portare un contributo significativo anche in settori strategici dell’azione di governo della Regione".
Il convegno era stato pensato inizialmente per l’8 marzo 2020, poi il forzato rinvio per l’incalzare della pandemia. Presenta oggi uno spaccato sulla medicina di genere. Per tanti anni, spiega Rosa Maranto, coordinatrice aziendale salute e medicina di genere, direttore Uoc attività consultoriali dell’Asl Toscana Nord Ovest, si è viaggiato su un binario unico che annullava la differenza femminile, "poi sono arrivate le prime osservazioni proprio dalle malattie cardiache". La morte per malattia cardiovascolare nella donna oltre i 50 anni, “rappresenta il nostro killer maggiore”, scrive Rita Bonini, specialista in medicina nucleare e cardiologia-vicedirettore e UOC medicina di Massa Carrara, responsabile cardioimaging, che ha presentato una relazione su “Donna e cuore”. Michela Zanetti, psicologa clinica-psicoterapeuta UOC Psicologia di continuità ospedale-territorio, ha trattato il tema della “Logica femminile”. Ha coordinato i lavoro Mirella Cocchi, che fa parte della commissione regionale per le pari opportunità.
“La sanità deve essere uguale per tutti e allo stesso modo”, dice la presidente della commissione regionale per le pari opportunità, Francesca Basanieri. “Siamo in un momento di ripensamento della sanità toscana, con gli Stati generali della salute: tra le cose che possono essere migliorate, c’è l’approccio verso le persone. La salute non è soltanto l’assenza di malattia, ma un insieme di fattori sociali, psicologici, ambientali ed economici – prosegue la presidente –. Giusto partire dalla persona nel suo complesso, anche per parlare di medicina di genere”. Rafforzare la medicina del territorio, sostiene Francesca Basanieri, “è elemento chiave per cambiare la qualità della salute delle persone e della sanità, con un ruolo fondamentale del sostegno anche psicologico. Il territorio ha dimostrato di saper fare la differenza nella pandemia, così come può farlo nella capacità di cogliere i segni di una violenza subita. Quel tipo di organizzazione deve essere rafforzata, anche per costruire una migliore medicina preventiva”.
“Metteremo un riferimento alla medicina di genere negli atti programmatori per gli Stati generali della salute”, dichiara il presidente della commissione Sanità, Enrico Sostegni, che ha chiuso i lavori del convegno. “Stiamo andando verso una medicina personalizzata, che punta all’individuo. È necessario strutturare un sistema di cura diverso. Nelle future case di comunità, dovremo superare il limite della parcellizzazione sanitaria, con un approccio medico, psicologico e sociale integrato”. Il presidente ha voluto ringraziare la commissione pari opportunità “per l’attività che svolge. Siamo chiamati a porre sempre più l’attenzione della discussione politica su questi temi, con una maggiore capacità di incidere nel superamento degli stereotipi di genere, ancora così difficili da cancellare. Da giornate come questa, si evidenziano le grandi competenze presenti e diffuse su tutto il territorio regionale. Il servizio sanitario regionale è patrimonio della collettività”.
Fonte: Consiglio regionale della Toscana - Ufficio stampa
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