Edilizia sociale di qualità, i progetti dei 10 architetti in mostra
Dieci idee progettuali hanno partecipato al concorso per ripensare la qualità dell’abitare negli alloggi sociali, a seguito dell’emergenza da Covid-19. L’iniziativa è stata promossa dalla Regione Toscana attraverso il Fondo Housing Toscano, gestito da InvestiRE Sgr (Gruppo Banca Finnat), e partecipato tra gli altri dal Fondo Investimenti per l’Abitare gestito da CDP Immobiliare SGR e da Fondazione CR Firenze, in attuazione di un protocollo di intesa mirato proprio alla realizzazione di interventi edilizi di tipo sperimentale. Fra gli elaborati presentati, tre sono stati giudicati vincitori: Iter, Res Architetture e Rossi Prodi Associati.
I progetti sono esposti da oggi fino al 19 dicembre 2021, nella sala delle Colonne della sede di Fondazione CR Firenze (via Bufalini 6, Firenze). La mostra dal titolo “La Qualità Abitativa nel post pandemia” è stata inaugurata con un incontro al quale hanno partecipato Gabriele Gori, Direttore Generale di Fondazione CR Firenze, Barbara Da Rin di Nomisma, Giulia Maraviglia Presidente della Cooperativa Sociolab, Aldo Ianniello Direttore Urbanistica della Regione Toscana, Paolo Boleso Head of Residential and Social Infrastructure di InvestiRE SGR e Stefano Tossani Presidente di Abitare Toscana.
Il lockdown da pandemia ha stimolato profonde riflessioni sul tema casa sia nella dimensione di infrastruttura sociale sia dell’abitare la prossimità con la cosiddetta “città dei 15 minuti”. La pandemia ha mostrato quanto i nostri spazi domestici siano spesso inadeguati per sottodimensionamento, mancanza di flessibilità e povertà di funzioni. Il concorso di idee mirava alla sperimentazione non soltanto di nuove formule di progettazione ma anche allo sviluppo di idee su spazi dove gli abitanti svolgono attività collaborative, anche con il supporto del Terzo Settore.
Il concorso era aperto a studi professionali di architettura e/o ingegneria con lo scopo di individuare soluzioni tecnico/architettoniche innovative che, interagendo con servizi alla residenza svolti in maniera autogestita o con il supporto di soggetti specializzati del Terzo Settore, siano finalizzate a incentivare una nuova qualità dell’abitare collaborativo che tenga conto delle criticità emerse nell’attuale sistema urbanistico-edilizio a seguito dell’emergenza epidemiologica da Covid-19 e a promuovere un modello abitativo “post pandemia” basato su una progettazione architettonica di modelli residenziali innovativi maggiormente integrati con tecnologia e formule di servizi collaborativi per migliorare la coesione sociale e la qualità della vita.
I partecipanti al concorso hanno affrontato, in maniera coordinata ed integrata, tematiche quali l’innovazione tecnologica e tipologica, valorizzando parametri quali accessibilità e flessibilità degli spazi, oltre a nuove modalità di erogazione dei servizi alla residenza, ma soprattutto la connessione con lo spazio urbano e la valorizzazione delle interrelazioni con l’ambiente esterno, introducendo formule di servizi collaborativi per favorire la coesione sociale e la qualità della vita dei cittadini. Prezioso anche l’apporto del Terzo Settore che ha contributo alla soluzione proposta esplicitando anche la capacità di apportare valore aggiunto in fase gestionale.
Lo studio Rossi Prodi Associati ha presentato un progetto che propone idee innovative quali zone di ingresso che fungano da filtro per l’abbigliamento a rischio di deposito virus, armadietti per le consegne dell’e-commerce o cibo e bevande a domicilio, spazi condominiali per smart working, spazi condivisi per barbecue, mini-piscine, aree cani. Lo studio Res Architetture ha presentato invece il caso specifico di rigenerazione urbana dell’ex ospedale cittadino di San Giovanni Val d’Arno, che vede come elemento caratteristico del piano la netta separazione tra viabilità meccanizzata e nuovo insediamento: la viabilità carrabile è infatti mantenuta esterna al perimetro costruito, mentre una piastra interrata accoglie gli spazi di sosta, consentendo di realizzare una nuova grande piazza urbana pedonale delimitata sui margini esterni dal nuovo edificato.
Iter ha infine presentato il progetto IN + che prevede spazi e servizi che rispondono a famiglie e individui, derivanti da un dialogo fra gestori e abitanti anche con l’affiancamento di una piattaforma digitale. Ancora un cortile abitato, unità abitative flessibili, senza consumo di suolo e con una funzione di “condensatore sociale”.
“Per prima cosa mi preme, a nome di Regione Toscana, fare i complimenti per l’altissima qualità progettuale e per la potenzialità innovativa dei progetti selezionati grazie al concorso d’idee - dichiara l’assessora regionale alle politiche abitative, Serena Spinelli - In questi mesi stiamo lavorando molto, insieme a Investire SGR per Fondo Housing Toscano, per orientare decisamente i nostri interventi e le nostre politiche abitative nella direzione di spazi e luoghi dell’abitare che siano incubatori di relazioni sociali, di inclusività e di coesione per le comunità che li abitano, in sinergia con il terzo settore e l’economia solidale. Progetti che non rimarranno sulla carta, ma che grazie alle prossime fasi previste saranno portati a progettazione definitiva e alla loro realizzazione nell’ambito dell’edilizia sociale”
“Mai come in questo momento storico abbiamo sentito l’esigenza di ripensare agli spazi in cui viviamo – afferma Gabriele Gori, Direttore Generale di Fondazione CR Firenze – non soltanto nella loro funzionalità progettuale, ma anche e soprattutto come parte di un tessuto sociale attivo. Fondazione CR Firenze partecipa al Fondo Housing Toscano nella convinzione che la qualità abitativa sia fondamentale per il benessere della persona e del territorio nel quale vive. Mi complimento con le idee degli studi professionali che hanno partecipato a questo concorso di idee, poiché hanno saputo cogliere l’esigenza primaria di apertura e di dialogo fra ambienti circostanti”.
“Il Fondo Housing Toscano - ha sottolineato Paolo Boleso, Head of Residential & Social Infrastructure di InvestiRE SGR (Gruppo Banca Finnat) – fa parte del più ampio piano nazionale di gestione di fondi di investimento immobiliari finalizzati alla promozione del social housing in Italia in partnership con Cassa Depositi e Prestiti e le fondazioni bancarie locali. In Toscana, entro fine 2022, saranno disponibili tramite il Fondo oltre 1.200 appartamenti in social housing principalmente destinati alla locazione convenzionata. L’occupancy degli alloggi superiore al 95% conferma la bontà del modello di housing sociale promossa dal Fondo, grazie al mix tra qualità degli alloggi, gestione sociale, sostenibilità energetica ed affitti accessibili”
“Durante i lock down succedutisi in questi due anni – afferma Stefano Tossani, Presidente di Abitare Toscana – si sono costituite tre comunità abitative nei social housing di Firenze, Sesto Fiorentino e Scandicci. Con percorsi partecipati, proprio durante i duri periodi di distanziamento sociale, l’Associazione Pieve degli Orti, il Comitato Stephen Biko e il Comitato Osteria 2021 hanno preso possesso degli spazi comuni presenti nei complessi abitativi per svolgere attività collaborative. Percorsi di comunità innovativi perché nuovi, nei quali il gestore sociale, agendo in maniera integrata e multidisciplinare con partner cooperativi e del terzo settore, è parte integrante di progetti che prendono vita anche grazie al partenariato pubblico privato e ad investimenti di risorse ad impatto sociale. Il Concorso, nel quale il Terzo Settore è stato protagonista attivo, testimonia l’avvenuta presa di coscienza di queste dinamiche sociali in atto e ha prodotto interessanti proposte ed idee da sviluppare in nuovi investimenti e progetti”.
Fonte: Fondazione CR Firenze