Uffizi in musica per l'arrivo dell'autoritratto di Marco Lodola: Morgan e Andy sul palco
Marco Lodola, Autoritratto, “Il Volto e l’Anima” (2020)
115×100 cm
Perspex, neon
Un volto scolpito nel neon, prima “scultura di luce” nel suo genere ad entrare nella collezione della Galleria degli Uffizi, accompagnata nel suo ingresso in museo dalle leggendarie note di classici come Love me tender, Heroes, Bohemian Rhapsody, Singing in the rain e persino una commovente versione di Non ho l’età, cantata da Gigliola Cinquetti. E’ stata una cerimonia super pop, quella della donazione alle Gallerie dell’autoritratto dell’artista Marco Lodola, creatore del presepe luminoso con i grandi della musica leggera (e la Cinquetti nei panni della Madonna) che, nelle passate Feste natalizie ha colorato le notti degli Uffizi.
Teatro dell’evento (durante il quale anche stato presentato anche il catalogo dell’installazione natalizia, ‘Stelle delle Genti’ pubblicato da Gallerie degli Uffizi e Mirabili), l’auditorium Vasari della Galleria, trasformato per l’ occasione in una sala da concerto con tanto di pianoforte a coda, per accogliere la speciale musicale esibizione di Andy e Morgan. Al centro, a fare da protagonista, lo stesso autoritratto di Lodola: una installazione sfavillante al neon di oltre un metro per un metro, Il Volto e l’Anima, realizzata in perspex, che raffigura l’autore nei suoi quarant’anni. Ospite d’onore dell’evento, condotto dal direttore degli Uffizi Eike Schmidt ed al quale ha preso parte anche il critico d’arte Vittorio Sgarbi e l’ex manager della Rai Nicola Sinisi, non poteva che essere Gigliola Cinquetti. La cerimonia è stata aperta da Morgan ed Andy, con l’esecuzione di un brano del repertorio Bluvertigo, Complicità. Poi spazio agli interventi dedicati all’opera: “L'autoritratto di Marco Lodola entra nella collezione di autoritratti degli artisti più grande e antica del mondo, quella degli Uffizi – ha detto il direttore Eike Schmidt - La abbiamo aperta ad autori di ogni genere, al fumetto, alla street art: oggi la apriamo alla scultura di luce, che é il tratto distintivo di Lodola. Questa opera resta anche a testimonianza del presepe luminoso, da lui creato che ha allietato gli Uffizi nello scorso Natale”.
“E’ una strana sensazione – ha confessato Lodola - stare accanto ai grandi del passato. Firenze poi è una città che amo molto. Io ho studiato a qua, all’Accademia delle belle arti, anche se non l’ho frequentata tanto perché la mattina, quando bigiavo, venivo qui agli Uffizi a imparare. La visione delle opere esposte è la migliore delle lezioni. Questa è una giornata bellissima che non dimenticherò, però tutto sommato sono anche triste perché dopo una cosa così non so più cosa sognare. Spero che oggi sia un altro inizio, perché ho finito i sogni. Ed oggi ci hanno anche accompagnato due vere rockstar, anzi tre perché si sarà Morgan, Andy e poi soprattutto la “Madonna” Gigliola Cinquetti. La musica me la porto sempre con me, una colonna sonora fondamentale della mia storia di artista e di uomo”.
Per Sgarbi, “E’ legittimo che un artista, oggi, abbia l’ambizione di essere presente nella galleria degli Uffizi. Lodola ha avuto la richiesta dell’autoritratto dal direttore stesso, con somma lusinga da parte sua; è un artista solitario, che ha perseguito l’arte attraverso i medium di vetro, plastica, luce. La sua è senza dubbio un’opera anomala agli Uffizi; Lodola arriva sulle ali di un bagliore di luce, luce elettrica. E così agli Uffizi entrano linguaggi completamente nuovi. Perchè una icona di se stessi fatta con la luce elettrica agli Uffizi non c'era; adesso invece si. E’ una testimonianza importante, in un museo, il museo di Schmidt, che adesso è vivo: Schmidt è un 'ragazzo', ormai pienamente italiano, fiorentino e pure provocatore. In una selva italiana di musei tombe. Il vero museo contemporaneo italiano ora sono gli Uffizi, gli Uffizi secondo Eike Schmidt", ha concluso Sgarbi.
A trascinare lo show della donazione, però, è stata la musica, con la travolgente performance di Morgan al piano e Andy a sax e chitarra: una cavalcata tra alcuni dei più grandi successi del pop internazionale, tra i quali Love me tender, Heroes, Bohemian Rhapsody, Singing in the rain, con un momento particolarmente emozionante quando Gigliola Cinquetti, a sorpresa, ha preso il microfono per duettare con Morgan in una versione intima ed intensa di Non ho l’età. Chiusura e saluti con un altro grande brano della canzone italiana: Arrivederci, di Umberto Bindi, cantata di nuovo in due da Morgan e Gigliola Cinquetti.
Fonte: Gallerie degli Uffizi - Ufficio stampa